E nel nostro futuro c'è un'auto ibrida

r RICERCA E nel nostro futuro c'è un'auto ibrida DOPO la prima crisi energetica del 1973 era ritornato d'attualità il problema della vettura elettrica, già conosciuta e anche relativamente diffusa agli albori dell'auto, quando appunto l'elettricità contendeva al petrolio il primato come sorgente autonoma di energia. Ma era stata battuta su tutta la linea per una serie di ragioni facili da immaginare, cominciando dalla scarsa autonomia e dal peso. Una ventina di anni fa, dunque, l'auto elettrica era stata riconsiderata dall'industria veicolistica e dagli sperimentatori. Con quasi gli stessi problemi sorti alle origini, salvo le prospettive che parevano promettere nuovi tipi di batterie di accumulatori, peraltro molto più costose di quelle tradizionali al piombo. Comunque, qualche costruttore è andato avanti, quasi timidamente, e per restare al mercato italiano oggi è disponibile una mezza dozzina di vetture elettriche di cui due della Fiat (Cinquecento e Panda), una basata sulla Seat Marbella, le altre di piccoli costruttori. Tutte hanno velocità massima di 70-80 km/h e autonomia massima di 80-85 chilometri. Sta di fatto che quasi quotidianamente ci si interroga sul possibile avvenire della vettura elettrica di massa, i cui vantaggi sono soprattutto due: la silenziosità e l'assenza di prodotti inquinanti immessi nell'aria. Ma per mangono importanti controindicazioni. Per esempio, l'inconveniente principale e di carattere generale è che nei Paesi dove l'elettricità è prodotta essenzialmente con combustili fossili (petrolio e carbone) e non di origine nu cleare, idraulica, eolica o so lare, il volume delle emissioni totali non diminuirebbe affatto, ma sarebbe semplicemente di altra fonte. Sotto questo aspetto, anzi, il vecchio motore a benzina o Diesel presenta un miglior bilancio globale. C'è però da credere che molti aspetti dell'auto elet trica non ancora approfondi ti o in attesa di risposte dalla ricerca tecnologica saranno lentamente affrontati e risolti. Ma quanto tempo ci vorrà? Qualcuno parla di al 1 meno tre decenni, più di una I generazione, prima che sia possibile mettere a punto tutte le questioni relative all'autonomia delle batterie, alle stazioni di ricarica, alla necessaria riduzione del peso dei veicoli, alle legislazioni. Intanto va avanti, e sembra più promettente, la vettura cosiddetta «ibrida», cioè con propulsione benzo-elettrica. In altre parole, il motore elettrico è per così dire ausiliario di un piccolo motore tradizionale, in modo che l'auto possa circolare nei centri urbani con totale assenza di inquinamento acustico e da gas di scarico funzionando con il solo sistema batterie-motore elettrico, oppure sui lunghi percorsi inserendo il propulsore termico, che nei prossimi anni funzionerà presumibilmente a miscela povera e con catalizzatore di nuovo tipo, a emissioni zero. I vantaggi offerti dalla propulsione ibrida, alla quale stanno lavorando tutti i maggiori centri di ricerca dell'industria automobilistica mondiale, in parallelo con lo svilippo del veicolo elettrico in senso stretto, sono in prima istanza l'autonomia (che dipende unicamente dalla capacità del serbatoio di carburante) e la velocità massima, almeno doppia di quella consentita dagli accumulatori. E in secondo luogo la possibilità di usufruire di parte dell'energia termica prodotta dal motore convenzionale per ricaricare le batterie. I tecnici della Ford Motor Co. hanno progettato e sviluppato una vettura ibrida in cui il propulsore a benzina è sistemato sull'avantreno, quello elettrico a tergo, le batterie sotto i sedili posteriori. Il sistema prevede che la trasmissione sulle ruote posteriori avvenga unicamente per via elettrica, mentre il piccolo motore a benzina (che potrà essere il due tempi Orbitai, ormai vicino a essere prodotto in serie) servirà unicamente, in caso di necessità e automaticamente, ad alimentare le batterie, del tipo sodio-zolfo, della capacità di 13kW(18Cv). Le prime cento vetture Ford di tipo ibrido dovrebbero essere pronte fra qualche mese e venire assegnate a flotte municipali per saggiarne le attitudini e possibilità nell'impiego quotidiano. Ferruccio Bernabò ibò |

Persone citate: Ferruccio Bernabò