All'anagrafe non «esiste»

Negli uffici languono tre milioni di ricorsi Tassa medico All'anagrafe non «esiste» ROMA. A chi toccherà versare le 85.000 lire per il medico di famiglia visto che dal 19 maggio del 1975 la figura del capofamiglia è stata abolita in base al principio dell'eguaglianza dei sessi? A chiedere spiegazioni al ministro della Sanità è il leghista Francesco Enrico Speroni che con una interrogazione a risposta scritta cerca di risolvere anche un intricato problema personale. Il senatore Speroni in particolare si domanda anche se non sia il caso di emanare «con adeguata tempestività, disposizioni chiare, complete e conformi alle norme di legge». A risolvere il caso non aiuta nemmeno il ricorso al dpr 29 dicembre 86, citato nelle istruzioni emanate dal ministero per il pagamento della tassa, «in quanto le detrazioni stabilite per carichi di famiglia possono spettare, in presenza di determinate situazioni reddituali, ad entrambi i coniugi». «Così come l'attenersi a quanto riportato sui certificati attestanti lo stato di famiglia, come indicato da taluni mezzi di informazione fra i quali l'è mittenza di Stato - prosegue l'interrogazione del capogrup po leghista al Senato - non sempre può valere ad individuare il soggetto cui incombe l'obbligo del pagamento, quando i componenti della famiglia abbiano residenza in località diverse e non compaiano quindi sul cer tificato di chi li ha a carico».

Persone citate: Francesco Enrico Speroni

Luoghi citati: Roma