Così nasce il benignese di G. B.

Un toscano a Manhattan Benigni conquista gli Usa Così nasce il benignese Grandi risate con l'inglese storpiato RETROSCENA IL LINGUAGGIO DEL SUCCESSO NEW YORK ELLA prigione della principessa rapita Yasmin, Roberto Benigni (Clouseau Jr.) confessa alla donna, stesa sul letto, di apprezzare labbra carnose che sanno di «warm (caldo) mango», «mengo» ribatte lei. La pronuncia inglese del frutto tropicale è infatti con la «e». E' una delle battute più divertenti del film «Son of the Pirik Panther», col comico toscano al meglio: già molti giornalisti (gli unici finora ad avere visto il film che arriverà nei cinema americani il 27 agosto) hanno scoperto, con piacere, il benignese, vale a dire una serie di giochi di parole in un misto di inglese, toscano ed italiano, talvolta lasciato allo stato puro. Succede per esempio quando, sempre in quella cella, dimostra le sue doti vocali alla principessa, cantando, in manie- ra stonata l'aria della Turandot: «Ma il mio mistero è chiuso in me, il nome mio nessun saprà, (poi, prosegue urlando) no, no, sulla tua bocca», finché viene zittito. O ancora in un breve dialogo in italiano con la madre (Claudia Cardinale), con sottotitoli inglesi. Le storpiature della lingua inglese sembrano proprio essere alla base del suo successo negli Stati Uniti. Gli spettatori ridono non tanto per il contenuto delle battute, ma per come sono pronunciate. Nel film Down by law (uscito in italia con il titolo Daunbailò), «Ice cream» (gelato) diventa pronunciato da Benigni «I scream, you scream, he scream...» (Io urlo, tu urli, egli urla). E i nomi dei suoi compagni di cella «Jack» e «Zack» vengono pronunciati allo stesso modo, con effetti comici che in un paese di lingua inglese sono irresi¬ stibili. Benigni ha anche un suo motto, al pari dell' «I'il be back» di Schwarzenegger: è «That Felt Good» («M'ha fatto sentir bene»), con ciascuna delle tre parole scandite sempre molto chiaramente. Clouseau Junior, alias Jacques Grambelli, è un appassionato di Urica e poesia, e così, di tanto in tanto, declama versi poetici: «She was the beauty like the night...», firmato Lord Byron e Shakespeare: «I must die, I will encounter darkness as a bright...». Come un musicista o un cantante presta particolare attenzione alle dinamiche, dai bassi ai forti, nelle varie sfumature; è un vero acrobata della voce, mentre quel suo tono scanzonato si contrappone nettamente all'inglese «raffinato» della Cardinale. Sovente dà l'impressione del principiante che se la cava bene con poche parole del vocabolario a sua disposizione, ma secondo il parere di alcuni critici, da noi interpellati al riguardo, conoscerebbe assai meglio l'inglese di quanto dia ad intendere, tanto che la sua padronanza della lingua straniera già gli permette i giochi di parole, e quelle «storpiature» sarebbero dunque intenzionali, per provocare più risate. Per altri invece la sua vera comicità consiste esclusivamente nelle gag visuali, e non nel suo «povero inglese», come l'ha definito qualcuno che aggiunge di faticare non poco per capirlo. Martedì pomeriggio in conferenza stampa a New York, Benigni ha pregato i giornalisti di parlare lentamente, e in parecchie occasioni ha dovuto farsi tradurre le domande dalla Cardinale che gli sedeva vicino, [g. b.]

Persone citate: Benigni, Claudia Cardinale, Clouseau Junior, Felt, Jacques Grambelli, Lord Byron, Roberto Benigni, Schwarzenegger, Shakespeare

Luoghi citati: New York, Stati Uniti