Moana incontra la morte in quota di Enrico Martinet

10 L'attrice sotto choc: ho sentito un urlo terribile, poi sono caduti nel vuoto Moana incontra la morte in quota Due alpinisti precipitano, e lei abbandona 19 PORNOSTAR SUL CERVINO CERVINO OANA Pozzi ritorna in elicottero dal Cervino. Torna sconfitta e sotto choc. Dopo 5 ore di scalata le sue gambe hanno ceduto. «Mi fermo qui», dice alle due guide alpine Giuliano Trucco e Innocenzo Menabreaz. E' a 4200 metri, sul Pie Tyndall, a 2 ore e mezzo dalla vetta del Cervino. Poco dopo lo choc: «Un urlo tremendo - dice Moana -, due alpinisti che rotolano e sprofondano nel vuoto». Un volo di 1500 metri sulla difficile Ovest del Cervino. E' Trucco a dare l'allarme via radio. Lui e il collega cercano in tutti i modi di distrarre l'attrice. «Ma io ho visto tutto, un'esperienza terribile». Sul «lenzuolo», il nevaio perenne del Cervino, le sue forze svaniscono, spazzate dalla paura. Chiede di fermarsi, poi vuole l'elicottero. «Pensavo ai passaggi difficili che avevo fatto al mattino, al vuoto, alla roccia. A quei due giovani... Non mi lascio prendere facilmente dal panico, ma non ho più sentito le gambe e non potevo mettere a rischio la vita delle guide». Quando scende dall'elicottero al rifugio del Riondé (2801 metri) da dove era partita martedì pomeriggio, è irriconoscibile. «Sconvolta», dicono gli alpinisti che l'hanno accolta. Poi si riprende, firma autografi, si fa fotografare con le due guide, con due bimbe. Ma quell'urlo in parete e il volo dei due alpinisti è difficile da dimenticare. Più tardi è a Cervinia, all'albergo Punta Maquignaz. L'aspettano giornalisti, fotografi, curiosi. E' più serena. La prima preoccupazione è per la mamma. «Scusatemi, lasciatemi telefonare». Com'è lontana la sua immagine da quella vista in tv o al cinema. Moana compita, castigata, timi¬ da. Avvolta da una tuta in «pile» lilla, un'ampia blusa da cui spunta una maglia rosa, occhiali bianchi. Parla della morte in diretta sotto il Pie Tyndall, della paura, della bellezza delle montagne. Accanto a lei il misterioso Antonio, alto, magro, bruno. Di lui le guide dicono: «Un buon alpinista». «E' un amico», taglia corto Moana che ha trascorso tre settimane al Breuil (lui l'ha raggiunta pochi giorni fa). Per Moana il tentativo di salita al Cervino comincia martedì. Una decisione improvvisa, dopo aver compiuto alcune scalate con la guida Augusto Tamone, al Breithorn e sul ghiacciaio del Monte Rosa. «Quattro anni fa mi sono innamorata della montagna. Mi piacciono gli sport che impegnano a fondo il fisico. Ho compiuto parecchie salite sulle Dolomiti, ma qui è diverso, puoi contare solo sulle tue gambe». L'avvicinamento al Cervino è cominciato martedì pomeriggio. Dal rifugio Lo Riondé alla capanna Carrel (3836 metri) dove Moana è stata festeggiata dagli altri 30 alpinisti. Hanno cenato tutti insieme, una minestrina cotta nella neve fusa, poi qualche scatoletta. Un brindisi, quindi la notte. «Insonne. Non sono proprio riuscita a dormire, forse sarà stata l'altitudine o magari la tensione». Ieri mattina alle 6, la salita. Due cordate: Moana Pozzi con Giuliano Trucco, l'amico Antonio con Innocenzo Menabreaz. Ma il Cervino è imbiancato, difficile, pericoloso. E la fatica impedisce a Moana di salire sulla vetta, conquistata in questi ultimi anni da Giorgio La Malfa e dal decano delle guide svizzere, Ulrich Inderbiner, classe 1900. Enrico Martinet Bloccata dalla paura ha chiesto un elicottero per ridiscendere dopo cinque ore di scalata «Mi tremavano le gambe» MD Moana Pozzi (a destra), il suo amico Antonio (sotto) e il monte Cervino (a sinistra)

Luoghi citati: Breuil