Il medico era un evaso

Accusato di stupro, lavorava come volontario nell'ambulatorio della chiesa awentista di Roma Accusato di stupro, lavorava come volontario nell'ambulatorio della chiesa awentista di Roma Il medico era un evaso Fuggito dal manicomio di Vienna ROMA. Dietro l'aria distinta del medico si nascondeva un criminale, un violentatore, evaso dal manicomio di Vienna. Scenario di questa storia romana è l'austero edificio che in lungotevere Michelangelo ospita il Centro di medicina sociale gestito dalla chiesa avventista. «Lui», l'incriminato, si chiama Anton Ludwig Giessauf, ha 45 anni ed ha esercitato l'arte di Ippocrate in Austria fino all'arresto sotto l'accusa di violenza carnale ai danni di una ventitreenne. Nella notte di san Silvestro dell'anno scorso è fuggito e in aprile si è presentato al centro awentista spiegando di aver bisogno di perfezionare il suo precario italiano e contemporaneamente acquisire piena padronanza con la terminologia medica e farmacologica. Nella capitale il contatto professionale più stretto ha riguardato il direttore dell'ambulatorio, il dottor Giacomo Mangiaracina, che lo aveva preso a benvolere associandolo a sé nelle numerose visite. Il centro, pur se stretto negli spazi, segue un numero non indifferente di pazienti, immigrati e soggetti con patologie cardiocircolatorie o con problemi di alcolismo e tabagismo. Mille extracomunitari si presentano ogni anno nei locali degli avventisti e altri duemila individui, immigrati e non, si trova- no inseriti nei programmi di prevenzione e disintossicazione. Il dottor Mangiaracina ha un ricordo precisissimo e positivo di Giessauf. «A me quando si è presentato ha detto di essere venuto per imparare e rifarsi una vita. Quanto al suo passato ha raccontato di aver avuto problemi per un matrimonio fallito». La polizia ha accertato a questo proposito che il medico austriaco ha lasciato a Vienna una moglie e due figli ed è in attesa di divorzio. In Italia cercava di rifarsi una vita, motivazione che ha indotto Mangiaracina e l'equipe del centro a evitare intrusioni non richieste nella sfera privata. «Sono assolutamente sorpreso per quanto ho scoperto sul passato di Giessauf perché ne ho invece l'immagine di un individuo tranquillo, equilibrato, di notevole umiltà, disponibile, interessato alle problematiche dell'alcolismo ed anche ai problemi spirituali, preparato dal punto di vista professionale in medicina generale». Nessun accenno a difficoltà di rapporti con le donne? Al contrario proprio a Roma Giessauf aveva da due mesi una relazione con una giapponese. «L'ha anche portata in ambulatorio per farcela conoscere. Lavora come commessa ed insieme hanno un appartamento in periferia, risolvendo almeno parte dei problemi economici di Giessauf. Un mese fa è venuto a dirmi che la sua compagna è incinta». Qualche mistero resta: non è chiaro come facesse a mantenersi, dato che la presenza dagli avventisti «uno o al massimo due volte a settimana, non di più» rientrava nell'ambito del volontariato e a parte una donazione in denaro avuta «una tantum» dall'ambulatorio non arrivava denaro. Possibile che in qualche mese di lavoro insieme nessuno avesse mai avuto sentore di uno squilibrio della persona¬ lità o qualche altro segno a posteriori rivelatore? Manifestando grande discrezione, il responsabile dell'ambulatorio rivela di aver sempre ritenuto convincenti le spiegazioni di volta in volta fornite dal suo collega austriaco, come quando disse di trovarsi in regola con il permesso di soggiorno (scaduto in realtà a giugno). «Non ho elementi a sostegno dell'ipotesi di una scissione della personalità», spiega compunto Mangiaracina e aggiunge: «In dodici anni di lavoro con alcolisti ho una qualche pratica di problematiche psichiche. Ma non ne trovo l'applicazione a Giessauf. Piutto¬ sto la sua situazione può essere quella di tanti che hanno commesso una sciocchezza e ne devono pienamente rispondere alla società». Nella perfetta clandestinità creatasi attorno, lo ha tradito a giugno un servizio del settimanale «Epoca», dedicato all'ambulatorio awentista e con una foto del personale tra cui Giessauf che insistette per venire immortalato. Le forze dell'ordine erano già sulle sue tracce e un confronto delle schede segnaletiche ha fatto scattare l'arresto. Da Vienna è già partita la richiesta di estradizione. Sandro Berrettoni li criminale evaso lavorava nel centro di medicina della chiesa Awentista di Roma

Persone citate: Anton Ludwig Giessauf, Giacomo Mangiaracina, Mangiaracina, Sandro Berrettoni

Luoghi citati: Austria, Italia, Roma, Vienna