Rosy Bindi: meglio Rutelli di Angioni di Fabio Martini

Roma, la de senza candidati «apre» a un accordo con il cartello delle sinistre Roma, la de senza candidati «apre» a un accordo con il cartello delle sinistre Rosy Bindi: meglio Rutelli di Angioni Ma nella corsa al Campidoglio ora s'affaccia Amato ROMA. Nella città del Papa la de annaspa, non trova il suo candidato a sindaco e così - a nove settimane e mezzo dalla grande sfida il vuoto democristiano si riempie di candidati-fantasma. E di schermaglie al vetriolo. Dice Pierferdinando Casini, il leader della corrente moderata: «Ogni giorno che passa senza una decisione, avvicina l'ipotesi del generale Angioni». Dice Gerardo Bianco, presidente dei deputati: «Qui finisce che ci vuole uno con l'esperienza di Beirut...». Ma la sola idea di un candidato con le greche per il Campidoglio fa rabbrividire Rosy Bmdi, capofila della sinistra interna: «Quella di Angioni non sarebbe mai una mia scelta e comunque, con una candidatura come questa, rischiamo di tradire in un colpo solo le nostre radici popolari e l'ispirazione cristiana». Un incrociar di sciabole che rende ancora più difficile la scelta di Mino Martinazzoli. Ne sa qualcosa un amico del segretario, il Vicario di Roma Camillo Ruini, che alle elezioni romane del 21 novembre si gioca una fetta del suo prestigio. Nelle ultime settimane il cardinale ha chiesto al presidente del Censis Giuseppe De Rita di scendere in campo, ma la risposta è sempre stata la stessa: «Mi dispiace, ma non me la sento». E così, con un Rutelli che è partito in quarta, con un Angioni che ha iniziato la sua corsa, con la de nell'impasse, può spuntare anche un'ipotesi del tutto nuova come quella che avanza Rosy Bindi: «Il nuovo partito popolare - dice la Bindi che si sta riposando qualche giorno nella campagna senese - ha 3 dovere di presentare al primo turno un proprio candidato a sindaco a Roma, per far incontrare la vivacità del mondo cattolico e l'area moderata di una parte dell'elettorato, anche non scommettendo sulla vittoria. Ma non escludo assolutamente che sul piano del programma e nella scelta di alcune persone si possa discutere con Ru- telli». La Bindi lo dice con cautela, ma con le sue parole apre la strada ad un accordo - magari tra primo e secondo turno - col cartello di sinistra. E così, in questo mare di congetture, può rispuntare anche un'antica ipotesi: la candidatura al Campidoglio di Giuliano Amato. La rilancia il settimanale il Sabato: di Amato si sarebbe parlato in un incontro tra Martinazzoli e il leader liberale Raffaele Costa e la candidatura sarebbe stata caldeggiata ((tra giugno e luglio» dal presidente della Confindustria Luigi Abete. Ma Amato «mostra riluttanza»: diventerebbe il capofila di uno schieramento di centro-destra - grande sponsor il Vaticano - chiamato a contrapporsi al cartello laico di Rutelli, con in più la possibilità di una sconfitta, questa sì esiziale per il futuro politico del «dottor Sottile». Per il momento dunque l'unica preoccupazione per il lanciatissimo Ruteni è la stoccata (la prima di una serie?) che gli rifila il suo amico Pannella. Dice il leader radicale al Sabato: «Quando Rutelli condivide la mia proposta per una grande Roma e sente il bisogno di aggiungere che la capitale ha avuto soltanto due grandi sindaci Nathan e Petroselli - ecco queste sono mosse più da sciantosa che da Wanda Osiris...». Ma il vero, grande enigma resta quello democristiano. Il candidato per Roma potrebbe uscire dalla tornata dei convegni di fine agosto. Il primo quello della sinistra de, a Lavarone. E non è un caso che gli amici della Bindi abbiano invitato esponenti della Rete, del pds e dei verdi di Ad e non i democristiani moderati come Casini, Mastella e D'Onofrio: «Grazie a Dio - dice la Bindi - siamo usciti uniti dall'assemblea di Roma e non sarebbe una bella unità se non si mettessero in evidenza le sensibilità molto diverse che ci sono nel partito». Fabio Martini Il nome dell'ex premier emerso da un incontro tra Martinazzoli e Costa E la Chiesa voleva candidare De Rita che non ha accettato Tlllilfe Rosy Bindi e Francesco Rutelli

Luoghi citati: Beirut, Lavarone, Roma