Wojtyla e il Male 15 anni di crociata

t Dopo l'appello in America: «Questo è il secolo di Caino e di una cultura di morte» t Dopo l'appello in America: «Questo è il secolo di Caino e di una cultura di morte» Wojtyla e il Male, 15 anni di crociata Da S. Pietro a Denver, la spada del Papa contro satana TUTTE LE «VOCI» DELLA SFIDA ON cambia il vocabolario di Wojtyla. «Regno del male. Secolo di Caino. Cultura della morte». Anche nel discorso di domenica a Denver, negli Stati Uniti, il Papa è rimasto fedele al suo dizionario. Pagine ruvide, caratteri che ricordano il gotico, colori da Apocalisse e messaggio perenne: la sfida fra Luce e Tenebre, Bene e Male. Un dizionario che attraversa quindici anni di pontificato. La prima pagina fu scritta in un giorno dell'ottobre 1978, in piazza san Pietro: «Non abbiate paura!», gridò Wojtyla a gran voce, su quei gradini in cui apparve per la prima volta con una grande croce piantata davanti a sè come una spada. La spada di un crociato. Da allora il Papa ha visitato Paesi, firmato encicliche, incontrato capi di Stato. Ma la spada è rimasta sempre là. Sguainata contro quelle immagini del Male che da quel giorno in San Pietro al raduno di Denver, sono state altrettante battaglie del Wojtyla-cavaliere. Aborto. «Alla radice di questo fenomeno negativo sta spesso una corruzione dell'idea e dell'esperienza della libertà, concepite non come la capacità di realizzare la verità del progetto di Dio nel matrimonio e nella famiglia, ma come autonoma forza di affermazione, non di rado contro gli altri, per il proprio egoistico benessere». (Esortazione apostolica Familiaris consortio). Bramosia di-possesso. «Era volontà del Creatore che l'uomo comunicasse con la natura come "padrone" e "custode" intelligente e nobile e non come "sfruttatore" e "distruttore" senza nessun riguardo». (Enciclica Redemptor Hominis). Comunismo. «Assistiamo oggi al crollo di progetti umani elaborati come l'esphcita esclusione di ogni riferimento a Dio». (Discorso del 4 aprile 1990) Demonio. «La tattica dell'artefice del male consiste nel non rivelarsi apertamente, affinché il male innestato fin dall'inizio riceva il suo sviluppo dall'uomo stesso, dai sistemi stessi». (Discorso nelle Azzorre dell'11 maggio 1991). Etica. «Lo sviluppo della tecnica e della civiltà del nostro tempo esigono una proporzionale sviluppo della vita morale e dell'etica. E quest'ultimo sembra, purtroppo, rimanere sempre arretrato». (Enciclica Redemptor Hominis). B ine della storia. «La Redenzione i lavorerà fino alla fine per sradicare il male. E in questo mistero non si prepara soltanto il giorno del giudizio, ma maturano anche i "cieli nuovi e la nuova terra", nei quali è scritto che "la giustizia abiterà" e allora "Dio asciugherà ogni lacrima dai loro, occhi e non ci sarà più morte, né pianti, né grida, né dolore». (Giovanni Paolo II dialogo con André Frossard, Rusconi). Giustizia. «Oggi il mondo è attraversato da un disperato grido d'appello per la giustizia socia¬ le... Quante ingiustizie oggi esistono, anche sotto il nome di una presunta "giustizia"!». (Karol Wojtyla Parole di certezza, Gribaudi). Horror», latino, orrore per il male. «L'ho detto: è difficile misurare il male che è il nostro destino su questa terra. E' un mistero più grande dell'uomo, più profondo del suo cuore. Il Gethsemani e il Calvario di Cristo ci parlano di tutto questo e ci insegnano che il fi¬ glio di Dio si è trovato nella stessa situazione di ogni uomo alle prese, in questo mondo, col peso del male». [Giovanni Paolo II dialogo con André Frossard, Rusconi). ■ nquietudine. «Questa immagine I del mondo d'oggi in cui esiste tanto male sia fisico che morale, tale da farne un mondo aggrovigliato in contraddizioni e tensioni, spiega l'inquietudine a cui va soggetto l'uomo contemporaneo. In¬ quietudine avvertita non solo dagli oppressi, ma anche da coloro che fruiscono dei privilegi della ricchezza, del progresso e del potere». (Enciclica Dives in misericordia). Lotta. «La lotta fra regno del male e Regno di Dio, non è cessata, non è finita... Essa perdura anche in ognuno di noi». {Giovanni Paolo II con me giorno per giorno Piemme). Morte. «H progresso che con tanta difficoltà è stato costruito dalle generazioni umane, contiene tuttavia nella sua complessità un potente coefficiente di morte... E' consapevole la società di quali possibilità di distruzione si trovano negli arsenali militari e nucleari?» [Giovanni Paolo n con me giorno per giorno Piemme). Negazione. «L'uomo e la scietà per i quali niente è "sacro" decadono moralmente nonostante ogni apparenza». (Enciclica Dives in misericordia). Oppressione totalitaria. «L'uomo ha giustamente paura di restare vittima di un'oppressione che lo privi della libertà interiore, della possibilità di esternare la verità di cui è convinto, della fede che professa, della facoltà di obbedire alla voce della coscienza che gli indica la retta via da seguire». (Enciclica Dives in misericordia). Peccato. «Chi vuole eliminare il senso del peccato lo fa per "liberare" l'uomo dalla prospettiva di una conversione (e dunque dalla penitenza sacramentale). Questo modo di procedere sfocia però nel vuoto o, piuttosto, grava il subocosciente con l'idea del male inevitabile (il corsivo è nel testo ndr.) e in qualche modo normale. Ne segue la necessità di non chiamare male il male, ma bene, per poter cedere a esso». (Giovanni Paolo II dialogo con André Frossard, Rusconi). Quadro. «Il quadro contemporaneo del mondo in cui viviamo sottolinea l'estrema tensione attuale delle potenze del peccato e della morte e le gravi minacce accumulate su un mondo che, malgrado tutte le conquiste del genio umano, riunisce in sé tutto ciò che è necessario per arrivare alla propria distruzione». (Giovanni Paolo II dialogo con André Frossard, Rusconi). Rinuncia. «L'uomo non può rinunciare a se stesso né al posto che gli spetta nel mondo visibile; non può diventare schiavo delle cose, schiavo dei sistemi economici e dei loro prodotti». (Enciclica Redemptor hominis). Società dei consumi. «La società dei consumi rifiuta di integrare nella sua idea della felicità la presenza e l'esperienza del male e della morte. Essa si costruisce perciò un'immagine della felicità fragile, artificiale e, in definitiva, falsa». (Plenaria del consiglio per il dialogo con i non-credenti). Terrorismo. ((Anche quando si adduce come motivazione di questa pratica inumana una qualsiasi ideologia o la creazione di una società migliore, gli atti di terrorismo non sono mai giustificabili». (Enciclica Sollititudo Rei Socialis). omo. ((L'uomo ha creduto al- U l'umanesimo, alla scienza, al progresso, ad ogni sorta di idoli metafisici finiti in polvere l'uno dopo l'altro; adesso non crede più a niente, e non aspetta alcuna luce o compassione da un qualsiasi "altrove" spirituale». (Giovanni Paolo II dialogo con André Frossard, Rusconi). Vincitore. Cristo, unico e vero vincitore del male. «Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà!... Non abbiate paura! Cristo sa cosa c'è "dentro l'uomo". Solo lui lo sa». (Discorso del 22 ottobre '78 alla messa di investitura in San Pietro). Zelo. Fervore nella preghiera. «La preghiera è risveglio: la necrosi delle coscienze, la loro indifferenza nei confronti del bene e del male sono una grande minaccia per l'uomo». (Giovanni Paolo II con me giorno per giorno, Piemme). Mauro Anselmo «E' il nostro destino sulla Terra Questa battaglia non è mai finita» li dizionario di Wojtyla contro il Male attraversa 15 anni di pontificato. La prima pagina nell'ottobre 1978, in San Pietro

Luoghi citati: America, Denver, Stati Uniti