Ghassan torna in galera
Arrestato per furto d'auto il libanese era a Milano nel giorno dell'attentato di via Palestra Arrestato per furto d'auto il libanese era a Milano nel giorno dell'attentato di via Palestra Ghassan torna in galera Pomarici: con la bomba non c'entra MILANO. Per adesso è a San Vittore per ricettazione di un'auto. E poi? C'è sempre un mistero attorno alla vita di Bou Chebel Ghassan, libanese di 47 anni, cristiano maronita, coinvolto in mille traffici, informatore di mille servizi. E' lui che annunciò, non creduto, che la mafia stava preparando una strage. Uccisero il giudice Chinnici. Autobomba. Dieci anni dopo Ghassan il libanese torna in carcere a Milano. Un'auto rubata, l'imputazione. Non c'è altro. Non c'è altro? «Ogni collegamento con le stragi di via Palestra è allo stato non giustificato», giura il questore di Milano Achille Serra. «Non c'è alcun elemento per ritenere Ghassan coinvolto in quest'indagine», conferma il giudice Ferdinando Pomarici che si occupa della strage di via Palestra. Ma Pomarici nel pomeriggio interroga il libanese. Mezz'ora, poco più. E allora Ghassan? Che c'entra lui con la bomba? Era a Milano dal 20 luglio all'8 agosto. E' stato segnalato dal 13 agosto nella zona di Lignano Sabbiadoro, in compagnia di un pregiudicato. Su un'auto rubata, l'Alfa 155 verde metalizzato che adesso gli ha aperto le porte di San Vittore. Tutto qui. E allora Ghassan? Da vent'anni in Italia, da almeno dieci praticamente di casa a Milano. Passeggia in piazza Duomo, si fa vedere spesso nel suo ristorante preferito, libanese naturalmente, zona Città Studi. Va anche a «Radio Popolare» per un'intervista. Alloggia in una pensione al Carrobbio, pieno centro, o in via Iommelli, mezza periferia, dove l'hanno preso. Gira, indisturbato o quasi, con il suo vero nome sui documenti. Gli stessi che presenta alla pensione dove viene fermato. E' come nella foto di dieci anni fa: capelli scuri, camicia a righe bianca e grigia, pantaloni chiari. Non ha mai avuto un regolare permesso di soggiorno. Non era ricercato. Ma adesso il questore Serra promette: «Il libanese sarà trattenuto per 48 ore. Per dare il tempo al pretore di convalidare il fermo. Dopo di che, se non saranno presi provvedimenti allo stato non ancora presi, nei suoi confronti potrà essere disposto il reimpatrio obbligatorio per motivi di ordine pubblico». Fine di carriera per Bou Chebel Ghassan, libanese dai mille misteri? Inseguito da nessuno, e segnalato da tutti. Era a Lignano del Friuli, zona di traffici e trafficanti (armi) e scatta l'allarme per un «terrorista libanese» in zona. Fosse stato «solo» per quell'auto rubata e che lui dice di aver avuto da un conoscente, probabilmente non sarebbe successo nulla a Ghassan il libanese. Ma c'è stata la bomba. E il questore ripete per l'ennesima volta: «Il caso Ghassan sta montando oltre ogni misura. Per scrupolo, solo per scrupolo abbiamo avvertito il giudice che si occupa delle indagini sulla stra- Fabio Potetti
Persone citate: Achille Serra, Chebel Ghassan, Chinnici, Ferdinando Pomarici, Pomarici
Luoghi citati: Friuli, Italia, Lignano, Lignano Sabbiadoro, Milano
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