CENA DI COZZE NIDO DI VIPERE
CENA DI COZZE NIDO DI VIPERE CENA DI COZZE NIDO DI VIPERE tanti si augurano: borghese, zeppa di cultura e senza problemi economici. Se non fosse per quel padre che fa il bello e il cattivo tempo, che condanna nei figli l'insicurezza, la dolcezza e fragilità dei sentimenti, li vuole ritagliati a sua immagine e somiglianza, li priva di ogni autonomia. Ma non basta. C'è la madre che si dissangua per la famiglia, pronta ad ogni compromesso, votata al sacrifìcio pur di compattare qualcosa che da tempo si è disintegrato. E' il carattere fantasmatico, vuoto, quasi irreale di questo strano organismo che la Vanderbeke costruisce attraverso parole di estrema concretezza, sottratte al gergo implacabile della quotidianità. Il mostro vive tra di noi, dentro di noi, e per un mucchio di anni non ce ne siamo mai accorti. Si finisce con le cozze e non si sa più da dove cominciare. A rovistare fra ricordi letterati un'origine la troviamo: tra le affilate pagine al padre di Kafka, l'inesorabile autoconfessione di Thomas Bernhard o i gesti sprezzanti e provocatori di una Jelinek. Birgit Vanderbeke ha il dono dell'apparente normalità, il ritmo di un quotidiano borbottio. Tutto qui? Ma è questa la sua forza: individuare le mostruosità, le distorsioni, le violenze dove sembrano dominare armonia e buoni sentimenti. Ha detto una volta Dùrrenmatt paradossalmente che verità e giu¬ stizia sono stati i grandi criminali della storia. Forse può valere anche per la piccola cellula familiare quando a stabilire norme e criteri di comportamento c'è qualcuno che ha confuso la propria missione di educatore con il personale e assoluto dominio. Cose d'altri tempi, dirà qualcuno. Dopo il grande macello dei Padri nel Sessantotto, l'antiautoritarismo e l'emancipazione femminile, la Vanderbeke potrebbe arrivare in ritardo. Ma non è così: per denunciare nevrosi e tirannie familiari c'è sempre spazio e tempo. Soprattutto se esse covano dietro la normalità, se sono compagne di strada di lotte e attese quotidiane. Per questo la Vanderbeke ha scritto un libro-memoria per le famiglie unite, felici ed equilibrate. Ma attenzione: evitare mitili, muscoli o peoci non è garanzia di unione duratura. Per essere un po' più leggeri della cena delle cozze, in cui l'attesa del padre coincide da ultimo con il suo rifiuto, i nostri pasti dovrebbero essere consumati in piena libertà. E se fossero allora i padri ad aspettare moglie e figli dopo aver preparato un soufflé o un risotto alle ortiche? Lulgi Forte Birgit Vanderbeke La cena delle cozze Feltrinelli pp. 102, L 18.000
Persone citate: Birgit Vanderbeke, Jelinek, Kafka, Thomas Bernhard, Vanderbeke
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