I sacrifici di mamma Salvador

Ai mondiali di Stoccarda gli sprinter promettono di recitare una grande finale dei 100 I sacrifici di mamma Salvador Sorpresa al traguardo, credeva di essere terza STOCCARDA. Le piccole-grandi donne dei 10 chilometri di marcia confermano, dopo la vittoria di aprile in Coppa del Mondo, che la scuola italiana è la più forte del mondo. Qui a Stoccarda Ileana Salvador, mammina veneta di 31 anni, è seconda; Elisabetta Perrone, studentessa biellese di 25 anni, sfiora il podio giungendo quarta; Annarita Sidoti, assessore comunale di Gioiosa Marea in provincia di Messina e veterana a soli 24 anni, completa con il nono posto la grande prestazione collettiva della squadra azzurra. Maestra elementare in aspettativa, non retribuita da due anni per seguire a tempo pieno la marcia, Ileana non riesce neppure ad essere completamente felice: «Sono ancora scottata dalla delusione di Barcellona, quando giunsi terza al traguardo e solo più tardi appresi di aver faticato invano, raggiunta negli spogliatoi da una squalifica che tuttora ritengo immeritata. Prima di godermi questo terzo posto, aspettiamo che la giuria abbia ultimato il suo lavoro». Guarda che sei seconda, non terza, le viene detto. E così la Salvador apprende dopo il traguardo che la svedese Madelein Svensson, che aveva visto fuggire in testa, è stata da tempo fermata dal disco rosso dei giudici. La Salvador accoglie la notizia con un piacere molto contenuto, con una commozione controllata. Perché i marciatori e le marciatrici appartengono a un mondo fatto di solitudine, di ritrosie, di pudori, talora di incomprensioni e quasi di incomunicabilità. Macinano nel silenzio centinaia e migliaia di chilometri. Ileana Salvador è abituata a lottare e a convivere proprio con il silenzio. Quando insegnava ai bambini con handicap ne seguiva uno sordomuto. «Lo lasciai al termine della terza elementare, dopo che aveva imparato a scrivere. Fu quella la vera vittoria della mia vita». Silenzi e pensieri, dietro le fronti impenetrabili di marmo dei marciatori. Pensieri che al traguardo svaniscono, così come fanno i sogni all'alba di una notte agitata. Inutile cercare di rievocarli. Eppure qualche sogno lascia la sua traccia. «Proprio ieri notte - racconta ancora Ileana - ho sognato di partecipare ad una gara in bicicletta, cosa che non ho mai fatto, e di arrivare seconda. Avevo dimenticato tutto, stamattina alla partenza, e solo ora riaffiora questo ricordo che racchiudeva un buon augurio». Piano piano la mammina di Noale ritrova la serenità e la gioia del sorriso. Questi 10 chilometri sono stati in realtà lunghi un anno, sono cominciati dalla delusione di Barcellona per terminare sul podio faticato di Stoccarda. Come si guarisce dalle delusioni? Con la medicina omeopatica, marciando giorno dopo giorno verso la rinascita. E ri¬ cercando valori forse trascurati proprio per essere fedelissimi alla causa sportiva. «Ho scoperto in quest'anno difficile - racconta ancora la Salvador - quale sia il valore della famiglia. Quanto sia importante aver vicino i propri cari. Non mi sono mai staccata da mio figlio Giulio, in questi ultimi mesi. L'avevo con me anche durante tutti.gli allenamenti collegiali. Certo che mio figlio, 5 anni, non aveva capito nulla di quanto è successo a Barcellona, ma era stato contagiato dalla mia tristezza. Ora mi vedrà di nuovo sorridere e così anche per lui ci sarà il premio della vittoria». Chi soprattutto è sempre stato vicino ad Ileana, nel bene e nel male, è il marito Maurizio Facchin, tecnico della Sip e «quasi» allenatore della moglie. Applica infatti scrupolosamente le tabelle che vengono studiate da Sandro Damilano, responsabile nazionale della marcia azzurra, specialità che è sempre stata in Italia fortissima e che ora sta onorando il suo passato con entusiasmi e vigori nuovi. La scuola peraltro è sempre quella, fin dai tempi di Frigerio, Dordoni, Pamich, di Maurizio Damilano. E' la scuola del sacrificio, del lavoro, della serietà. Caratteristiche non certo ignote nel nostro Paese che però tutti, noi e gli altri, sembriamo riscoprire solo quando questi silenziosi marciatori, uomini e donne, dominano il mondo nello sport della fatica più dura ed elementare. Vanni Loriga Ileana Salvador a sinistra abbracciata all'arrivo dalla vincitrice, la finlandese Essayah; l'azzurra, 31 anni, è nata a Noale (Ve) è sposata e ha un figlio