E venne il giorno delle frecce nere di Giorgio Barberis

28 Ai mondiali di Stoccarda gli sprinter promettono di recitare una grande finale dei 100 E venne il giorno delle frecce nere Maratona, c'è la resa di Bettiol STOCCARDA DAL NOSTRO INVIATO La giornata, iniziata bene per gli azzurri grazie alle marciatrici, è proseguito con l'amarezza per Benvenuti e si è conclusa nella delusione per Bettiol che si è ritirato al 30° km di una maratona il cui riscontro cronometrico finale è stato piuttosto mediocre, ma riscattato dall'emozionante finale in cui lo statunitense Plaatjes (di nascita sudafricana) ha recuperato il minuto e mezzo che il namibiano Swartbooi aveva a 5 km dal traguardo, lasciandolo di stucco quando lo ha raggiunto e superato. Parliamo prima di Ileana Salvador, che ha marciato verso la medaglia con regolarità, sempre nel gruppetto delle prime che andava via via assottigliandosi e di cui faceva parte anche la Perrone. I tentativi di fuga non sono stati molti, il più consistente lo ha effettuato la svedese Svensson poco dopo il quarto chilometro. Ma per distanziare le avversarie la sua azione si è scomposta, guadagnondole ammonizioni e infine la squalifica. Ugual destino toccava alle cinesi, Wang e Liu, che già a Barcellona non avevano concluso la gara. Alle spalle della svedese, intanto, andava all'attacco la finlandese Sari Essayah, 26 anni, padre marocchino, guadagnando una decina di secondi che avrebhe poi difeso con determi¬ nazione vincente. La Salvador, poco prima dell'ingresso nello stadio per il giro conclusivo, staccava a sua volta le ultime rimaste - la spagnola Granados, la Perrone e la tedesca Anders - e andava a guadagnarsi uno splendido argento che rappresenta, in assoluto, il miglior risultato di una carriera iniziata internazionalmente con un secondo posto agli Euroindoor del 1989 in Olanda. E a 31 anni la veneta non può certo considerarsi vecchia, ma anzi ricavare da questo piazzamento iridato nuovi stimoli, tanto più che alle sue spalle cresce la Perrone. Un buon piazzamento lo attendevamo anche da Bettiol. E probabilmente il veneto ha gettato l'occasione più grossa della carriera per smentire la sua fama di eterno piazzato. «Fin dall'avvio le gambe non giravano a dovere» ha detto per spiegare il suo ritiro poco dopo il 30° km. Ma intanto fino a poco prima era rimasto nel gruppetto dei primi, alimentando l'illusione che stesse dosando le forze per poi attaccare nel finale. Tanto più che il ritmo era tutt'altro che travolgente. L'attacco decisivo lo ha portato Swartbooi, già terzo quest'anno a Boston, dopo 25 km. E la sua fuga è parsa quella buona fino a poco più di 4 km dal traguardo quando Plaatjes ha incominciato a recuperare. Il sorpasso è avvenuto a meno di mille metri dall'arrivo, ma il tempo finale (quasi 2 ore 14') è ben lonta- no da un riscontro di eccellenza, quale era lecito attendersi da una gara mondiale. Prima del ritiro di Bettiol, al mesto congedo di Benvenuti nelle eliminatorie degli 800 ha fatto da contraltare il sicuro procedere del catenese Giuseppe d'Urso, bersagliato dalla sfortuna negli anni passati alla vigilia delle grandi manifestazioni, che si è imposto nella batteria dove è stato invece eliminato il somalo Bile, campione di Roma '87 sui 1500. Oggi sarà interessante vedere in semifinale se addirittura possa aspirare a recitare quel ruolo di protagonista di cui era accreditato Benvenuti. Sempre oggi coltiviamo speranza con De Benedictis nei 20 km di marcia e conosceremo il nome del re dello sprint dopo che, fin dai primi due turni eliminatori, non c'è stato modo di nascondersi: Cason, nei quarti, è stato in assoluto il più veloce con 9"96. In precedenza aveva anche impressionato per lo start a razzo, con tempo di reazione di 115 millesimi, ai limiti della falsa partenza. Nonostante l'infortunio che lo ha tenuto fermo per lunghi giorni, anche Mitchell ha destato sensazione per la rabbiosa potenza e per una struttura muscolare notevolmente potenziata. Sempre potente Christie, Cari Lewis ha invece rimediato alle sue partenze sempre lente distendendosi in poderose rimonte. Da questo quartetto, cui va aggiunto Fredericks, è lecito attendersi il vincitore. Sulla stessa distanza si prenderanno le misure le ragazze, specialmente Ottey e Devers candidate a contendersi poi il titolo domani, in una giornata che avrà anche un momento di grande interesse con la finale dei cinquemila. Una finale in cui gli africani, keniani ed etiopi, promettono di dare grande battaglia al marocchino Skah, cui non è stata ancora perdonata la scorrettezza di Barcellona, quando si fece aiutare dal doppiato connazionale Hammou Boutayeb per mettere in difficoltà e battere Chelimo. Domani potrebbe essere il giorno della vendetta. Giorgio Barberis La grinta dell'inglese Linford • Christie, medaglia d'oro ai Giochi di Barcellona, facile vincitore ieri nelle batterie e nei quarti di finale dei 100

Luoghi citati: Barcellona, Boston, Olanda, Roma, Stoccarda