Un agente segreto alla mia tavola
18 Rete 4: dal 19 agosto, ogni giovedì, parte il ciclo dedicato a James Bond Un agente segreto alla mia tavola Tutti ifilm di Sean Connery e due con Dalton ROMA. James Bond a dispetto dell'età ritorna a risolvere da par suo vicende intricatissime contro le quali, le pur acuminate armi dell'Intelligence, s'erano spuntate. Ogni tanto riemerge da una rete tv o in qualche programmazione cinematografica estiva il fascino canagliesco di Sean Connery. Questa volta è Retequattro a dedicare all'agente con licenza d'uccidere un intero ciclo monografico. Dal 19 agosto, infatti in prima serata, ogni giovedì, partono nove appuntamenti con l'intramontabile mito. Oltre a titoli storici interpretati da Connery, quali «Agente 007. Si vive solo due volte» o «Agente 007. Dalla Russia con amore», la rassegna prevede due anteprime televisive con 1'«agente» Timothy Dalton: «Agente 007. Zona pericolo» e «Agente 007. Vendetta privata». Nel 1960 sono moltissimi gli estimatori del nuovo genere che s'impone subito con autorità. Si ricordano all'epoca lunghissime code ai botteghini di gente letteralmente soggiogata dalle strepitose avventure di Bond. Già alcuni autori dei due decenni precedenti, quali Hathaway, Hitchcock e Manckiewicz avevano gettato ampie basi per costruire film di spionaggio ad alto livello. Ma è soltanto nel Sessanta che il genere trova un vero e proprio trionfo. La sua fortuna è dovuta ai produttori Harry Saltzman e Albert Broccoli che pretendono per «007» «un certo tipo di uomo impavido ma con spiccate attitudini alla dolce vita». Nell'avere poi riconosciuto in Sean Connery, il nuovo «agente segreto», sta il loro merito. La rassegna di Retequattro comprende tutti i sei film interpretati da Connery dal 1962 al 1971. In Giamaica siamo andati a visitare la casa di Ian Fleming: l'autore di Bond scriveva qui le mirabolanti imprese dell'agente. Fleming, anche senza le fortune nel cinema del suo personaggio, se la cavava abbastanza bene. La sua villa emergeva a malapena da un groviglio di coloratissime bouganvilles e mangrovie su un braccio di mare verde tropicale che finiva all'imbarcadero della casa. E proprio in questo fiordo, tanti anni dopo, Connery si era immerso per dare vita al film «Agente 007. Thunderball: operazione tuono», diretto da Terence Young. A distanza di altri vent'anni molti giamaicani ricordavano Sean Connery e l'immenso apparato cinematografico di Saltzman e Broccoli. «Bond era molto generoso», dicevano. Confondendo 2 personaggio con l'attore. Come era successo anche da noi. Lo stesso Connery per scrollarsi di dosso l'agente segreto aveva dovuto ingaggiare una strenua battaglia con la sua professionalità. Dopo l'addio di Connery a Bond, entra nella parte Roger Moore, che per altri dodici anni (1973-1985), dà vita a nuove avventure. Subentra per ultimo Timothy Dalton, dal 1987 ad oggi. Quest'ultimo pur mantenendo in sostanza le attitudini caratteriali risulta in genere più in linea con quanto accade davvero nel mondo. Come se la realtà offrisse più spunti della fantasia. Ovviamente gli «effetti speciali» restano, con «tutta quella bella macchinosità che ha contribuito ai grandi trionfi di «007». Tutti davanti ai teleschermi di Retequattro e pronti all'evento con un fresco calice di «Dom Perignon». Lo pretende James Bond. [nev. bon.] Sean Connery
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