E Stintino semina campi di bridge

p~adi!a.d'sosra E Stintino semina campi di bridge Ma il vip invasore non cancella la tradizione IL RACCONTO LA SPIAGGIA DELLA MEMORIA LJ|T estate ™ già ci lascia, forse perché non è mai cominciata. Un anno così. Se ne ricordano pochi a Stintino. La nuova piazza-mercato, stile edilizia popolare Anni Ottanta, si sta mettendo in ghingheri per il Ferragosto. Rientrano da Sassari gli spettatori della discesa dei candelieri che dal 500 in poi, ogni anno, sciolgono un voto per la cessazione della peste. A passo di danza, accompagnate dal rullio dei tamburi che echeggiano dai vicoli del centro storico, sfilano le confraternite, «i gremi», portando ceri. Sono nove i «gremì», dai viandanti ai contadini, dagli ortolani ai muratori, che negli anni dispari cedono la propria posizione ai sarti. Le cronache riferiscono che il «gremio» dei calzolai si contraddistingue per «il candeliere con le quattro colonne attorno a quella principale, raffiguranti la patrona Santa Lucia e i martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario. Il loro stendardo è rosso, vestono il frac con corpetto altrettanto rosso. Ma i calzolai quest'anno non hanno un solo appartenente alla propria categoria, mestiere scomparso, e devono affidarsi a forze esteme. Consumati alla vigilia 400 chili di lumache e lumachine, 2800 melanzane arrosto, altrettante uova sode, mentre non si precisa la quantità di vino. Ad un certo momento sindaco e assessori si uniscono alla sfilata e si sottopongono al rito degli applausi o dei fischi che premiano o contestano l'attività di un anno. Ma non sono i fischi a preoccupare i responsabili in questa prova democratica della popolarità, fanno male i pomodori. Era più gradevole un tempo quando il sindaco precedeva il corteo «sopra un destriero riccamente bardato». A Stintino intanto confluiscono i danzerini dall'interno e forse suonerà il grande Gavino Maricca, prima fisarmonica da qui a Porto Torres. Quest'anno va forte il limbo, un ballo collettivo. La fila dei ballerini farà due-tre passi in avanti, poi qualcuno alzerà fuori tempo il ginocchio ed altri andranno a destra o a sinistra; sarà finito l'ordine. A quell'ora gli strateghi della va- canza, i guidatori dei camper, dopo aver consultato le carte geografiche, cominciano il rientro intelligente. Tra poco si troveranno intasati sull'unica via che porta ai traghetti. Altri hanno avuto la stessa idea della ritirata intelligente. Davanti ai villini a schiera, le automobili attendono ingobbite sotto il peso delle masserizie e dei gommoni, pronte per la partenza. Ma dove andate? Dieci giorni fa il paese era ancora in attesa del vostro arrivo e non pensava che vi sareste portati dal continente tante scatolette, come foste dei turisti tedeschi subito dopo la guerra. La meteora non è passata e abbiamo trascorso due notti con il naso in su. Ora sappiamo che anche le stelle ritardano. Saremo di nuovo l'anno prossimo in attesa del passaggio, o meteora, sdraiati sulla spiaggia della Pelosa. Questa Pelosa che soltanto nei dépliant turistici sembra ancora una distesa di sabbia bianca, con qualche cormorano e la bionda solitaria sullo sfondo. I mari l'hanno ridotta a pochi metri; I lodatori dello status quo affermano che non è la prima volta. Il mare si mangia la spiaggia, poi tra qualche anno la restituirà più bella di prima. I protestanti trasversali dietro l'erosione intuiscono le colpe dei palazzinari che hanno riempito con il loro cemento le dune secolari e, secondo loro, la Pelosa non torna più. Andata via, come tante altre cose. Questa Pelosa ha poca sabbia ma tanta storia. Pare fosse stato proprio qui concluso il patto tra i robusti ragazzi Azzena (con alle spalle mulini e grandi commerci) e i loro coetanei e antagonisti Berlinguer-Siglienti (con alle spalle codici civili e penali) sui giochi olimpici estivi di Stintino. Dirigeva la seduta Enrico Berlinguer che cedette la poltrona del presidente agli avversari, in virtù della loro stazza. Toccava perciò all'altro clan la carica di segretario, per dirimere le incombenze minori. Alla sera il piccolo Enrico promulgò un ordine del giorno con il programma dei giochi. Cancellò dalle gare il nuoto e la lotta e promosse a discipline fondamentali il salto in alto e il ciclismo. I patti andavano rispettati e vinsero i più agili Berlinguer. Un buon politico si vede dal mattino sulla spiaggia di Stintino. Per chi non è abituato a scrivere a mano, anche un pezzo estivo senza la macchina può diventare un problema. Mentre cercavo in giro per il paese una portatile, mi hanno fatto notare che ben altre tempre d'uomini ne avevano fatto a meno. Sarebbe stato ben curioso se, ad esempio, l'onorevole Antonio Segni avesse fatto sbarcare sul molo, insieme alle provviste per un'estate, anche la sua ingombrante Olivetti. Ne parlerebbero ancora. Altri hanno fatto l'esempio di Sylos Labini che oltre a vivere a Roma pare sia anche un grande professore. Anche lui non andò mai oltre la biro. Quando cominciò la crescita incontrollata dei villini proprio a Stintino Sylos ebbe la folgorazione e potè così scrivere dell'inarrestabile ascesa dei ceti medi, tema e tesi del suo fortunato libro. E al giurista Giorgio Oppo non bastò la stilografica per por fine al contenzioso tra una compagnia marittima inglese e un'altra francese? E ancora: per impostare un discorso Berlinguer buttava giù un canovaccio di poche righe, punto primo, punto secondo, il terzo. Due parole per ogni concetto da svilup¬ pare. Una di queste poche parole, pluralismo, impesti ah mezzo Cremlino. Aveva bisogno della portatile? Per umiltà decido di scrivere con la matita. Di fronte a tanti esempi illustri, già la penna sarebbe stata troppo. Stintino è abituata che un personaggio politico di grido emerga tra i suoi affezionati bagnanti di sempre. Ora è la volta di Mario Segni. Ha scritto ultimamente molto e a Stintino è venuto a curare la sua Cassiopea, l'eterna seconda nella regata di Vela Latina che ha qui il suo epicentro mondiale. Mario si allena, una notizia per i fan, ma dietro l'Asinara già spunta il tremendo Solky con il suo armatore Bagnino che pare conosca uomini e venti e vuole mantenere la coppa, conferita anni fa dal presidente Cossiga, poco visto da queste parti. A suo modo un cugino anche lui ma pare che venga «dai paesi», dalle province non da Sassari e ciò conterebbe tra gente che coltiva lo snobismo al punto tale che non si vede. A incendi andiamo bene. Tutto ciò che si poteva bruciare è già sta- to fatto. Ora siamo in fase di ricostruzione, decisa, radicale. Esisterebbe un progetto di costruire un campo da golf, per i vip. «I Vipesse vogliono un campo da golf? Costruiamolo. I Vipesse chiedono un campo da bridge? Piantiamo anche quello». Così i sassi e la macchia ancora rimasta potrebbero essere spianati e spunterebbe un prato all'inglese. Avanti, c'è ancora spazio per villini doppio servizio. E' cessato un poco il turismo politico. Ai tempi di Berlinguer molte facce note passavano per caso da queste parti e sempre per caso si facevano trovare sul molo da dove partiva la barca dei Berlinguer. Per il timoniere del pei il divertimento cominciava se il mare era grosso. Dopo il giro gli ospiti d'occasione sbarcavano verdi e barcollanti; felici parlavano dell'incontro che sarebbe stato assai importante. Il che non poteva essere del tutto vero perché in barca con gli stintinesi si parla di molte cose, ma non di politica. Così come la politica non faceva parte delle conversazioni all'ora di cena. Lumache, formaggi coi vermi, le arrostite, gli zii, gli amici strambi persi per strada, univano i cugini, che per il resto dell'anno erano divisi in Parlamento e nella vita a Roma. Dopo le colate di cemento, parecchia gente ha deciso di non tornare. E molti, non legati dal cordone ombelicale della storia sassarese, se ne sono andati. Hanno girato il mondo per concludere a conti fatti che un mare così non esiste da nessuna parte: turchese in una marnerà scandalosa che poi diventa verde. Un mare con lo «sciame multicolore delle vele, come piccole farfalle a tanta distanza, lo segnano le scie dei motoscafi fino all'Asinara» come scrive (con la penna o a macchina?) Salvatore Mannuzzu, scrittore schivo e, sembra, poco profeta a Sassari. drtiti i bagnanti, finite la stagione di due settimane circa, il vecchio paese riconquista il suo posto al centro del mini universo, con il muretto sul porto, dal quale lo zio Baingio controllava se i ragazzi avessero attraccato bene la sera prima. Per decenni da un balcone dirimeva incontrastata l'andirivieni di figli, nipoti, cugini, piccoli, medi e grandi, Donna Ines Siglienti. A 94 anni, da lontano sembra ancora dominare il muretto e la vicina piazzetta. Demetrio Volcic Con l'ordine del giorno Enrico Berlinguer qui vinse le olimpiadi DECALOGO ANTINCENOI wslamenMnonnecfissà- LLJ 1 Evita spostamenti non nece^a 0 No" accodarti ad afa aurovelsicuro. marc'a e sostare in luogo 7ren/HÌara99ruPPars''suira- p~adi!a.d'sosra Q Predisporsi all'arto M lmo l'aiKi/Sn h: e resP'ranrJo con I . luuyiii uoscnivi e le zone nea n^fS? di maccnia mediterra- I 11IV ^ "-'"«««re porte e fin? 6 sttóp ** » «, m„« -arar *»« In alto un incendio in Costa Smeralda, qui sotto Stintino, a sinistra il decalogo della Regione