Via Crucis scandalo

Via Crucis scandalo Via Crucis scandalo A Denver sfila un Gesù donna E Wojtyla diventa un gadget DENVER DAL NOSTRO INVIATO Cristo era una donna, ed è subito imbarazzo, ironia e scandalo. Nell'evento cattolico più importante dell'anno presieduto dal Pontefice che con forza crescente ribadisce il «no» della Chiesa alle donne-prete, nella «Via Crucis» di venerdì sera il «mimo» che rappresentava Gesù lungo il doloroso percorso delle quindici «stazioni» era una bruna, alta, capelli lunghi, avvolta in una veste candida come i suoi tre colleghi dei «Fountain Square Fools» di Cincinnati. Un gruppo scelto dalla Conferenza Episco- Eale Usa, in un programma a cui anno partecipato con preghiere e canti novantamila giovani da tutto il mondo. Insomma, con tutti gli «imprimatur». Ma il Cristo-donna è stato notato immediatamente; i giornali hanno fatto qualche riferimento ironico al fatto che il «no» vaticano all'ordinazione femminile si basa proprio sul fatto che Gesù, primo sacerdote, era maschio. E il 63% dei cattolici Usa sarebbe favorevole ad avere preti del sesso debole. Qualcuno invece, fra i più «duri e puri» dei partecipani, si è persino risentito; non per l'interpretazione - corretta, addirittura iper tradizionale nei quadri della passione - ma perché il ruolo è stato affidato a un essere femminile. Finché non è giunta una precisazione della Sala Stampa vaticana a disinnescare eventuali polemiche: «Hanno mimato alcune scene della Passione - ha detto il portavoce senza pretendere in nessun modo di fare una rappresentazione storica. Potevano anche liberamente avere scelto un bambino per far significare la vicinanza di tutta l'umanità a Cristo uomo e Dio». Ma nel mare di questa «Woodstock dello spirito» anche la donna-Cristo non ha fatto scalpore più di tanto. «Manca solo la birra e la marijuana, e poi potrebbe essere un qualunque festival rock degli ultimi 25 anni», com- mentava il «Denver Post». E in effetti a parte il fatto che sul palco si alternavano gruppi di rock cristiano (i più applauditi i «Grateful heart», «Cuore grato») e i ragazzi ballavano alzando le mani al cielo «siamo un corpo, il corpo di Cristo», l'atmosfera era quella già vista in mille altre raduni musicali. «Siamo ubriachi di spirito», gridava Michael Brook, 18 anni, mentre Mary Hovroska, 16 armi, di Topeka, dichiarava «non conosco nessuno di questa gente, ma li amo tutti». E' il numero di arrivi più alto dai tempi della corsa all'oro, ma i venditori di T-shirts (carissime) sono tristi. Il mercato dei gadget, molti dei quali ufficialmente permessi dai vescovi, tira su alcuni articoli: per esempio le «mitre» bianche di spuma plastica, il «pope-scope», uno strumento per vedere il Papa anche dietro siepi umane e piccoli ombrellicappello vanno moltissimo. Si vende anche abbastanza la saponetta con volto di Wojtyla, e corda per appendersela al collo. E poi ancora: videotapes, berretti da baseball, visiere con le chiavi di Pietro stampigliate oro su bianco, e fermacarte. Non è stato realizzato un progetto geniale: seguire il Papa passo passo, raccogliere a manciate la terra e venderla. Ma c'è troppo asfalto. [in. t.) Il Pontefice abbraccia una ragazza americana di 17 anni durante l'incontro con I giovani a Denver nel Colorado

Persone citate: Fountain, Gesù, Mary Hovroska, Michael Brook, Wojtyla

Luoghi citati: Cincinnati, Colorado, Denver, Topeka, Usa