Società troppe le fusioni antifisco

Secondo il Secit, solo nell'ultimo anno sottratti all'erario 16 mila miliardi Secondo il Secit, solo nell'ultimo anno sottratti all'erario 16 mila miliardi Socielà# troppe le fusioni antifisco Sotto accusa principalmente i grandi gruppi industriali pubblici e privati L'anagrafe dei conti bancari, alpalo da due anni, può frenare il fenomeno ROMA. Fusioni societarie, riciclaggio del danaro sporco, usufrutto di azioni e tangentopoli sempre più nel mirino del fisco: solo nell'ultimo anno i grandi gruppi hanno operato circa duemila fusioni, sottraendo al fisco oltre 16 mila miliardi. A parlarne è il direttore del Secit, Luigi Mazzillo. «Da una indagine del Secit tuttora in corso - afferma Mazzillo emerge un fenomeno rilevante per la sua entità. Le duemila operazioni censite complessivamente hanno comportato disavanzi da annullamento di partecipazioni per circa 16 mila miliardi. Per circa la metà di questi disavanzi, ad un primo esame se ne dovrà probabilmente contestare la legittimità». Dai dati sembra emergere una vera e propria strategia della riorganizzazione produttiva dei grandi gruppi industriali non tanto guidata da criteri economici quanto dalla volontà di sottrarre guadagni all'imposizione fiscale? «Il problema - risponde Mazzillo - è complesso, il nostro sistema imprenditoriale non va demonizzato, ma sostenuto anche con adeguate politiche fiscali. E' perciò che abbiamo proposto un adeguamento della normativa fiscale in materia di ristrutturazioni aziendali che allinei le nostre aliquote a quelle europee». Per Mazzillo è evidente che il fenomeno elusivo coinvolge tutti i grandi gruppi: «I disavanzi di annullamento di partecipazione che risultano dai prospetti di fusione sono tutti di entità rilevante. La quota di disavanzi inferiori al mibardo è irrisoria». Ma la fantasia degli elusoli non si ferma ai giochi finanziari di fusioni e scorpori: «Un nuovo fenomeno che si sta diffondendo ultimamente - sottolinea Mazzillo - è quello del traffico di dividendi e cedole a scopo di guadagno fiscale nonché la costituzione di usufrutto su partecipazioni societarie. Altro terreno di frontiera per il fisco è la tassazione dell'illecito arricchimento sia in relazione ai fenomeni emersi con la scoperta di tangentopoli che ai fenomeni di riciclaggio del denaro sporco». Un impulso all'accertamento degli illeciti arricchimenti sarebbe potuto venire dalla costituzione dell'anagrafe dei conti bancari, «ma a quasi due anni dall'approvazione della legge che prevedeva l'istituzione della banca dati non ancora è stato emanato il decreto attuativo». [Adnkronos] Luigi Mazzillo

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