Per Carlos Monzon si apre la porta del carcere
In semilibertà il pugile che strappò il mondiale a Benvenuti: scontava 11 anni per l'omicidio della moglie In semilibertà il pugile che strappò il mondiale a Benvenuti: scontava 11 anni per l'omicidio della moglie Per Carlos Monzon si apre la porta del carcere L'ex campione argentino, che ha 51 anni, potrà uscire per lavorare fin club di Santa Fé gli ha già offerto di dirigere una scuola di boxe BUENOS AIRES. Dopo oltre cinque anni, Carlos Monzon vede avvicinarsi la fine di un incubo. L'ex pugile argentino, che è stato condannato all anni di carcere per l'omicidio della moglie, ha infatti ottenuto la semilibertà per buona condotta. Monzon potrà uscire tutti i giorni dal carcere di Santa Fé per recarsi al lavoro. Dovrà però rientrare prima delle 19 e designare un tutore che sarà direttamente responsabile per la sua condotta fuori dalla prigione. E quello del lavoro non dovrebbe essere un problema per Monzon. L'ex campione del mondo dei pesi medi, 51 anni, ha infatti già ricevuto diverse offerte. Una, recentissima, gliel'ha propòsta l'attore Mickey Rourke (grande appassionato di boxe), che era andato a trovare Monzon in prigione due settimane fa. I due avevano avuto un colloquio di circa un'ora, durante il quale Rourke aveva chiesto al campione degli Anni Settanta di dirigere la sua palestra di Los Angeles una volta scontata la pena. Ma anche il «Club Colon», uno dei più popolari di Santa Fé, ha offerto poco tempo fa a Monzon la responsabilità della sua scuola di boxe. L'interesse dimostrato da Rourke per la vicenda di Monzon non rappresenta una testimonianza isolata. Prima di lui, infatti, molti altri personaggi famosi hanno avuto contatti con Monzon. A cominciare da Nino Benvenuti, il rivale di un tempo sul ring, l'uomo con il quale l'argentino ha dato vita ad alcune sfide che sono ancora ben impresse nella memoria degli appassionati di boxe. Mentre anche Alain Delon (che in gioventù ebbe esperienze di pugile) ha fatto visita in carcere a Monzon. L'episodio risale a pochi giorni fa: e, al termine del colloquio, l'ex pugile ha rivelato che l'attore francese gli aveva consegnato una lettera del presidente argentino Carlos Menem. Il contenuto? «Mi ha scritto di continuare a sperare nella giustizia per recuperare la libertà», ha spiegato Monzon in un'intervista. E l'attesa non è durata davvero molto. La vicenda che ha portato in carcere Carlos Monzon risale al 14 febbraio del 1988. Quella not¬ te di San Valentino, l'ex campione e la moglie Alicia Muniz (una modella uruguayana) decisero di trascorrere la serata insieme, convinti da un amico, con la speranza di ricomporre un legame ormai logoro (erano separati da mesi). Dopo la cena, rientrarono nella casa dell'ex pugile a Mar del Piata. Fu lì che tra i due scoppiò una violenta lite. Crisanto Baez, un robivecchi che stava passando davanti alla casa, raccontò di aver visto Monzon stringere al collo la moglie e poco dopo la donna cadere dal balcone del primo piano. La sua testimonianza risultò decisiva e l'ex campione venne condannato a 11 anni. Baez, in seguito, ritrattò in parte, accusando un misterioso personaggio di averlo corrotto: ma il caso non venne riaperto. Monzon si è sempre difeso sostenendo che quella sera era talmente ubriaco da non poter capire che cosa stava accadendo: «Sono colpevole di essermi ridotto in quello stato - ha raccontato ancora tempo fa -, in una notte ho rovinato una vita. Ma mai ho pensato di uccidere Alicia», [r. cri.] Monzon e Benvenuti nell'incontro in cui l'argentino strappò il titolo all'italiano
Luoghi citati: Buenos Aires, Los Angeles
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