La ceramica entra in show-room

Castellamonte: un forte legame con la Mostra, giunta alla 33a edizione Castellamonte: un forte legame con la Mostra, giunta alla 33a edizione La ceramica entra in show-room Esposizione permanente nel centro storico Qualcosa si è mosso a Castellamonte. La ceramica ha trovato nuovi spazi al di fuori della tradizionale mostra estiva, che i produttori locali ritengono «una passerella importante per il nostro artigianato ma troppo limitata nel tempo». Così, nel centro storico, sono nate le prime «show-room» con stufe e stoviglie in terracotta. Vetrine permanenti nella città della ceramica che da alcuni mesi ha finalmente trovato spazio nel suggestivo Palazzo Botton per quel museo ceramico da anni nel libro dei sogni. Castellamonte ha saputo riempirlo con decine di ambiziossissimi progetti: dalla ceramica «doc», all'Ente Mostra permanente e ancora alle sculture agli angoli delle vie e delle piazze, segno tangibile della vocazione ceramica di questa città. «E' una risposta importante, come del resto l'aver voluto continuare a promuovere la mostra in agosto, in un momento di congiuntura sfavorevole che si è abbattuta su quel Canavese tecnologico fino a poco tempo fa isola felice nel panorama economico nazionale», osserva il sindaco Giacomo Mascheroni. Nelle loro «showroom» Roberto Perino, Adriano Filippi e un terzetto formato da Giose Camerlo, Nex e dal produttore di stufe Savio, hanno deciso di dare continuità alla rassegna d'estate, giunta quest'anno alla 33a edizione. «Sembrava un paradòsso. Al di fuori della botteghe artigianali, i nostri ceramisti non avevano nessun'altra vetrina per il pubblico che spesso se ne ripartiva deluso da Castellamonte», dice Nicola Mileti, curatore della Mostra della ceramica. E aggiunge: «E' finita l'epoca dei progetti faraonici e quasi sempre inattuabili, meglio obiettivi più modesti in grado però di tenere viva e fare conoscere la nostra tradizione». Essenziale lo scambio di esperienze con i ceramisti francesi di Saint-Amand-enPuisaye, nella regione della Nièvre, vicino alla Loira, gemellati con gli artigiani cànavesani: «Da questo centro francese, un tempo, arrivava del gres utilizzato nelle nostre fabbriche: abbiamo semplicemente rinsaldato un legame che gli anni e il periodo buio della ceramica di Castellamonte avevano cancellato». Nessuno si illude che la produzione di stufe - sempre ri¬ chiestissime anche sui mercati stranieri a cominciare da quello tedesco - o di piatti decorati, stoviglie o ancora delle tipiche «tofeje» di terracotta possa offrire ulteriori sbocchi occupazionali. «Oggi a Castellamonte - aggiunge Mileti - la ceramica dà lavoro a 150 persone suddivise fra i cinque produttori di stufe e le cinque botteghe artigiane. Segnali di crescita si registrano di anno in anno, c'è un nuovo entusiasmo che ha saputo cancellare le polemiche sterili del passato». Come dire che la ceramica ha davvero imboccato una strada nuova. Guido Novarìa La Rotonda Antonelliana, il sindaco Giacomo Mascheroni e Nicola Mileti

Persone citate: Adriano Filippi, Botton, Camerlo, Giacomo Mascheroni, Mileti, Nicola Mileti, Roberto Perino

Luoghi citati: Castellamonte