Il Togo fa shopping in Italia

Agjjjr addio al Brasile Una società chimica dello Stato africano diventa partner dell'Enichem a Gela Il Togo fa shopping in Italia Compra dalla Regione il 48% dell'Isa/ e tratta per il settore fertilizzanti ROMA. Non un fondo di investimento giapponese, non una banca d'affari britannica, non una multinazionale statunitense, ma l'Office tongolaise des phosphates (Otp). Sarà questa premiata società africana a fungere da staffetta nella stanca carica degli stranieri alle privatizzazioni italiane. Ed è la prima volta che una società dell'Africa nera, per di più controllata da uno Stato, diventa socio, sia pur di minoranza, con un colosso industriale italiano, sia pure claudicante, com'è l'Enichem. Il gruppo pubblico congolese ha infatti avanzato un'offerta alla Regione Sicilia per rilevare la sua quota del 48 per cento nell'Isaf di Gela, l'industria che produce acido solforico controllata con il 52 per cento del capitale dall'Enichem. Lo ha annunciato ai sindacati l'assessore regionale all'Industria Franco Sciotto, in un incontro a Palermo al quale hanno partecipato l'amministratore delegato dell'Isaf, Giuseppe Santamaria, e il rappresentante dell' Asap (l'associazione delle aziende dell'Eni), Marcello Guaitoli. Sciotto ha detto anche che i nuovi soci si impegneranno a riawiare le attività dell'Isaf e a garantirne l'attività produttiva. Già perché la vendita del 48 per cento della società chimica non somiglia tanto alla cessione di un «gioiello» di Stato, quanto alla svendita di un'attività dissestata: gli impianti dell'Isaf sono fermi da più di un anno e avranno bisogno di interventi prima di poter riprendere a funzionare, mentre il personale è in cassa integrazione. La Regione Sicilia si è impegnata a «reperire le risorse finanziarie necessarie per la ripresa dello stabilimento e ad avviare una verifica con l'acquirente per accertare le condizioni di cessione dell'attività e le garanzie per i livelli occupazionali». La società del Togo appare anche interessata ad acquistare dall'Enichem una quota del settore fertilizzanti del petrolchimico di Gela, di cui l'Enichem Agricoltura aveva già deciso la chiusura. Sono in corso trattative in questo senso, ma l'Enichem non ha ancora risposto all'offerta. La proposta del potenziale partner africano appare comunque una delle poche cose concrete giunte sui tavoli dell'Eni dopo mesi di negoziati a tutto campo con i colossi della chimica mondiale. Ci sono state prese di contatto e trattative con le americane Union Carbide e Dow Chemical e con la British Petroleum. Alla fine un accordo è stato raggiunto con quest'ultima, ma si tratta di un'intesa ben lontana da quel '<patto globale» che gli uomini dell'Eni speravano di concludere. Rinviati sotto il micidiale effetto di Tangentopoli, dei suicidi e della crisi chimica i sogni di grandi alleanze ci si accontenta, insomma, dell'Otp, che certo non è un colosso ed ha comunque alle spalle una situazione, quella politica ed economica del Togo, decisamente difficile. L'Otp è controllato infatti al 100% allo Stato del Togo ed è presieduto dal ministro delle Miniere e dei Lavori pubblici. Ha esportato fino al 1989 circa tre milioni di tonnellate di fosfati l'anno, scese a 2,7 milioni nel 1992. Pur rimanendo largamente in testa delle esportazioni globali togolesi, i fosfati hanno subito il contraccolpo della crisi politica e istituzionale del Paese, principalmente della paralisi di ogni attività economica e portuale a causa dello sciopero generale illimitato proclamato il 16 novembre 1992 e proseguito fino a tutto giugno 1993. Il Togo è il sesto produttore mondiale di fosfati e il terzo africano, dopo il Marocco e la Tunisia. Il giacimento più ricco è quello di Akoupamè, a cielo aperto, a soli 20 chilometri dalla costa. La trasformazione in concimi chimici avviene nel complesso industriale di Kpemè che impiega circa duemila operai. Il principale ufficio di commercializzazione dell'Otp si trova a Parigi, anche se la Francia non è più il primo cliente della società, visto che è stata scalzata in questo ruolo dal Giappone. [r. e. s.] A sinistra l'amministratore delegato dell'Eni Franco Bernabò. Sotto, il presidente del gruppo Luigi Meanti

Persone citate: Franco Sciotto, Giuseppe Santamaria, Marcello Guaitoli, Sciotto