Ma l'estero spara a zero
Ma Pesterò spara a zero Ma Pesterò spara a zero // Wall Street Journal attacca «Sarà solo una mela marcia?» LONDRA. Il caso Ferruzzi fornisce anche al Financial Times l'occasione per puntare i riflettori sull'Italia. E i toni del prestigioso giornale economico non sono certo pietosi: sotto un editoriale dal titolo «L'azienda Italia scivola nel fango degli scandali», campeggia una vignetta in cui è raffigurato uno stivale che perde l'equilibrio a causa di una melma fangosa fuoriuscita da un impianto industriale. Ancor più severo l'autorevole quotidiano finanziario americano Wall Street Journal, che in un articolò sul caso Ferruzzi parla di «cattiva pubblicità. Aumentano i dubbi all'estero sulla finanza italiana. Scandali e perdite potrebbero ostacolare le privatizzazioni. La Ferfin e la controllata Montedison sono solo una o due mele marce o sono sintomi di maggiori problemi nell'economia e nel sistema bancario italiano?». Ma che pensano di tutto ciò i banchieri della City? Loro alzano britannicamente il sopracciglio: lo stato della finanza italiana preoccupa, ma non costerna. «Molti inglesi sono ancora ossessionati dall'idea che l'Italia sia un Paese di corrotti, in cui gli uomini d'affari si suicidano - dice Julian Jessop, della Midland Bank -. Ma è un errore: non si è ancora capito che il Paese è già avanti nel processo di cambiamento. Il caso Ferruzzi induce in alcuni il timore che questo sia soltanto un esempio dei molti problemi che vedremo in futuro: io però non la penso così». La Ferruzzi, prosegue Jessop, «è stato il caso peggióre, un esempio particolarmente brutto di un'azienda che era gestita piuttosto male. Non è tuttavia una ragione per non investire in altre aziende gestite bene, come la Fiat. Non è il caso di drammatizzare, perché ogni Paese ha i suoi problemi: guardate che cosa è successo da noi con la Polly Peck». Per l'economista della Midland esistono anche ragioni contingenti che autorizzano gli investitori inglesi all'ottimismo: «I tassi d'interesse scenderanno, ci aspettiamo un tasso di sconto sotto il 7 per cento. Io sono convinto che la ripresa italiana sarà già percepibile in questa seconda metà del '93». La credibilità della finanza* italiana non è colata a picco so-' prattutto per merito del governo Ciampi: «E' al primo ministro che si deve la tenuta del mercato! dei titoli. Gli inglesi lo stimano molto, e in genere all'estero piace quello che ha saputo fare. Piace in particolare la sua neutralità politica». Quale grande scandalo italiano ha avuto le ripercussioni peggiori sugli investimenti? «L'Efim è stato un caso disastroso - risponde Jessup, poi prosegue ottimista - finora abbiamo ricevuto soltanto bruite notizie, ma le cose miglioreranno, e con queste la fiducia nella finanza italiana». La Royal Bank of Scotland è ancora più ottimista. «I problemi dell'Italia sono condivisi da molti altri Paesi - spiega David Appleton -. Anche l'Inghilterra ha sofferto i suoi scandali: questi eventi possono determinare una perdita di fiducia temporanea, ma non permanente. La vostra economia è robusta, grazie alla solidità dell'industria e del commercio. Supererà la crisi». Maria Chiara Bonazzi
Persone citate: Ciampi, David Appleton, Jessop, Julian Jessop, Maria Chiara Bonazzi, Peck
Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Londra
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