«Distruggere il risparmio responsabilità enorme»

E' m «Distruggere il risparmio responsabilità enorme» TONINI E L'ETICA DEL CAPITALISMO E' m TORINO di una gravità enorme, di una gravità enonne». Monsignor Ersilio Tonini non sa darsi pace. Lui, per tanti anni arcivescovo di Ravenna, e negli ultimi due così umanamente vicino a Raul Gardini e alla moglie Idina, proprio non sa spiegarsi come sia potuto accadere. Un crack finanziario senza precedenti, che polverizza i risparmi di cinquantamila risparmiatori e mette a repentaglio il buon andamento di tante imprese, con tanti, tantissimi lavoratori: addirittura 55 mila. E, dal suo ritiro spirituale di metà agosto, non rifiuta di commentare gli ultimi, inquietanti risvolti del «grande imbroglio» Ferruzzi. Monsignor Tonini, cosa considera più grave, in questa incredibile vicenda: le perdite arrecate ai risparmiatori o il rischio per i lavoratori? «E' difficile fare gerarchie, il caso in sé è gravissimo. Ma, volendo trovare una distinzione, direi che è ancor più grave il danno fatto a coloro che avevano investito i loro risparmi nelle azioni della Ferruzzi finanziaria rispetto al pericolo cui si trovano esposti i lavoratori». E perché mai? «Intanto perché se Dio vuole il rischio delle aziende operative, a quanto leggo dai giornali, è molto limitato: si direbbero aziende sane, in attivo, con un buon andamento industriale. E poi perché i lavoratori possono ritrovare il lavoro perduto. Ma il risparmio investito e distrutto è irrecuperabile. E c'è di più: nell'affidare i loro risparmi ad una grande società quotata in borsa, i risparmiatori compiono un atto di fiducia, un affidamento completo, che non va assolutamente tradito». Insomma, per lei il rispar- mio... «E' un valore da rispettare, un valore molto importante». Però, monsignore, al di là dell'aspetto finanziario, l'immagine dei Ferruzzi è oggi quella di gente incapace edanzi disonesta... «Quanto è attuale il discorso del Papa in Messico! Il Pontefice ha parlato del capitalismo che rischia di essere distruttore, del capitalismo ingordo, insaziabile. Ecco: quando papa Wojtyla parla degli indios vittime del capitalismo, fa in realtà un discorso estremamente più ampio, che investe il ruolo delle imprese e dei finanzieri neUa società». Quale ruolo? «Un ruolo etico, oltre che economico: etico nel senso dell'adesione alle regole delle società civili, alle istituzioni sociali. Le responsabilità di chi intraprende, di chi possiede, sono enormi: crescono, direi, proporzionalmente alla ricchezza, alle risorse economiche dei soggetti protagonisti». Ecco: le responsabilità. Chi è responsabile, secondo lei, del dissesto Ferruzzi: Gardini o coloro che gli sono succeduti? «Non lo so, non ne ho idea, non è mio compito stabilire queste cose». Ma lei conosceva bene Gardini: avrebbe mai immaginato quel che stava accadendo? «Ma nessuno, mai, a Ravenna, lo avrebbe immaginato. Quando tutte le più grandi banche mondiali gli davano credito, quando i più illustri personaggi dell'economia nazionale erano quasi ai suoi piedi, chi avrebbe potuto immaginare che il gruppo Ferruzzi celasse problemi così gravi?». Ma non ha mai avuto l'impressione che quella famiglia dilapidasse le sue risorse, si desse a spese pazze, conducesse alla rovina le sue aziende? «No, non direi, ma comunque non ho elementi di giudizio. Se queste notizie sugli sprechi e le altre cose sono vere, sono stati certamente altrettanti errori. Ma io non so cosa ci sia di vero». Monsignore, ma lei che rapporto aveva con Gardini? «Ecco, il mio ruolo è stato impropriamente chiamato in causa, in questa vicenda». Cioè? «Per anni, fin quando le cose sono andate bene, i miei rapporti con Gardini sono stati puramente formali, di circostanza, corei. Non gli ho mai chiesto nulla, se non una volta...». E cosa gli chiese? «Gli presentai il caso degli operai di uno zuccherificio che rischiavano il posto di lavoro...». E lui cosa fece? «Adesso non ricordo precisamente, ma so che quegli operai non persero il loro lavoro». E poi? «Quando seppi della rottura che c'era stata in famiglia, ritenni opportuno far sapere che, come vescovo, ero vicino alle loro sofferenze. Allora Gardini e la moglie vennero a trovarmi, a sfogarsi. Nacque un rapporto umano, che portò poi ad altri incontri. Ma io ricevevo lui come ricevo chiunque, come ricevo ed ascolto i problemi di chi mi si rivolge, che sia genitore di un tossicodipendente o abbia problemi di coscienza». Non le parlò mai dei problemi economici dell'azienda? «Mai. Io ascoltavo quel che aveva da dirmi, ritenevo e ritengo che il mio compito fosse ascoltare, come fa un amico». [s. lue] dJmgidgsmmdnnet «Non so quali siano le colpe dei Ferruzzi ma non si tradisce chi affida i suoi soldi a una grande impresa» Monsignor Ersilio Tonini arcivescovo emerito di Ravenna

Persone citate: Ersilio Tonini, Gardini, Raul Gardini, Tonini, Wojtyla

Luoghi citati: Messico, Ravenna, Torino