Radio Vaticana: boicottare la Rai

Radio Vaticana: boicottare la Rai Padre Pasquale Borgomeo sull'«Unità» contro i programmi spazzatura Radio Vaticana: boicottare la Rai Niente canone se ipalinsesti non cambieranno ROMA. Padre Pasquale Borgomeo, gesuita, direttore della Radio Vaticana, ha rilasciato ieri un'intervista all'«Unità» in cui teorizza la possibilità di ricorrere alla forma estrema di boicottaggio nei confronti della Rai, se questa non smetterà di mandare in onda «programmi-spazzatura». La «forma estrema di boicottaggio» si racconta in quattro parole: non pagare il canone. Nessun esponente cattolico s'era i ii spinto fino a questo punto, n le sue critiche ai programmi di viale Mazzini, e vale perciò la pena di citare i passi salienti dell'intervista (Borgomeo, intanto, è a Denver, al seguito del papa). Il direttore della Radio Vaticana dice che bisogna da un lato affrontare il problema nel suo insieme (cioè la legislazione che regola il sistema) e dall'altro guardare «alla possibilità di azioni concrete, fra cui il boicottaggio» (sottolineato nel testo). «Il servizio pubblico deve servire il cittadino e le sue esigenze ed è per questo che viene pagato. Deve valere lo stesso criterio per cui pagando per avere una bottiglia di vino non si può, poi, accettare che, una volta ottenuta la bottiglia sulla cui etichetta sta scritto vino, ci sia invece l'aceto». «In attesa che maturi la coscienza di chi ha le responsabilità a vari livelli su questo grande fenomeno, quelli che ne so¬ no i destinatari e i danneggiati e, in qualche caso, le vittime devono trovare forme e modi per far sentire la loro voce. E questa non è una battaglia che i cattolici possono fare da soli: è possibile trovare un'intesa con le forze laiche pur partendo da presupposti ideali diversi». Infatti, non può essere senza significato che l'intervista sia stata rilasciata all'«Unità», giornale del pds. Borgomeo fornisce qualche dato: il 70 per cento dei cartoni animati contengono scene di violenza; negli Usa, nei primi otto anni di vita, i bambini assisterebbero a 15 mila omicidi in televisione, ima tendenza che si sta diffondendo anche in Italia. Il padre ha anche detto di aver presentato una mozione su questi temi, parlando esplicitamente della possibilità del boicottaggio, all'incontro svoltosi in Vaticano un mese fa sul tema «I diritti della famiglia e i mezzi di comunicazione sociale». Presenti, tra gli altri, gli autorevoli membri del Pontificio consiglio per la comunicazione, monsignor Foley, monsignor Pastore, monsignor Ròthlin. Non si sa che cosa abbiano risposto questi alti prelati, ma è noto che il mondo cattolico è ormai sensibilissimo al tema tv: a parte le 600 mila firme raccolte da quelli del Carroccio contro la tv-spazzatura, solo poche settimane fa il papa ha denunciato come immorali le soap-operas e le telenovelas, dove i rapporti adulterini superano di gran lunga quelli coniugali, senza che la cosa appaia minimamente eccezionale. All'«Awenire», il quotidiano dei vescovi che offre ai lettori un numero verde al quale chiunque può dir la sua sui programi (l'iniziativa ripartirà in settembre con molta forza), spiegano che il boicottaggio è un punto estremo al quale di sicuro la Chiesa si accosterebbe con difficoltà. Ma come escluderlo completamente, tuttavia? «Il boicottaggio del canone ci preoccupa», dice il condirettore Dino Boffó, «perché ci esporrebbe all'accusa di non rispettare le leggi dello Stato e potrebbe indurre a confondere la nostra posizione con quella dei leghisti, con i quali invece non abbiamo nulla da spartire. Prima del rifiuto del canone si potrebbe pensare di boicottare, non acquistandoli, i prodotti che accettano di sponsorizzare certe trasmissioni. Ma bisogna soprattutto che sia disinnescato 0 meccaniscmo diabolico dell'Auditel, un vero vitello d'oro al quale tutti i canali televisivi fanno sacrifici. Ai dati del padre Borgomeo si potrebbe aggiungere anche questo: un bambino che mette piede in prima elementare ha alle sue spalle zero ore di curriculum scolastico e 20 mila ore di curriculum tv. C'è da preoccuparsi o no?». [g. d. a.]

Persone citate: Borgomeo, Foley, Pasquale Borgomeo, Pastore

Luoghi citati: Denver, Italia, Roma, Usa