All'lnterchim di Ciriè oggi arrivano i giudici

All'lnterchim di Ciriè oggi arrivano i giudici Cresce l'allarme per le «bombe» ecologiche All'lnterchim di Ciriè oggi arrivano i giudici Bombe ecologiche. A Ciriè, nel vecchio e dolorosamente noto stabilimento dell'ex Ipca, stamane si svolge un sopralluogo della magistratura. Dopo l'ennesimo allarme per la fuoriuscita di sostanze chimiche da un grande serbatoio, i politici si rincorrono nel fare appello alla Protezione civile e al ministro per l'Ambiente Valdo Spini, mentre la Procura presso la Pretura vuole vederci chiaro e capire a chi attribuire la responsabilità del mancato smaltimento degli oltre seimila fusti e delle numerose cisterne di veleni accatastati nella fabbrica abbandonata. Anche la Prefettura si è allertata e ha chiesto alla Provincia e al Comune di sapere come si intendono spendere i 350 milioni ottenuti attraverso una fidejussione per avviare l'operazione di bonifica. Dopo l'Ipca e i tanti morti per cancro venne l'mterchim, fallita con uno strascico giudiziario che ha portato alla condanna o al rinvio a giudizio degli amministratori per il reato di bancarotta fraudolenta e dei dirigenti tecnici per quelli ambientali. L'avvocato Stefano Comellini, parte civile per il Comune di Ciriè nel secondo procedimento (il cui appello è fissato per il 28 settembre), ricorda che la situazione ambientale è molto seria: «La perizia disposta a suo tempo dal pretore Girolami aveva posto l'attenzione sull'urgenza di una rapida e completa bonifica». Poi aggiunge: «Ma non sappiamo cos'è stato interrato nell'area della fabbrica. C'è il timore che scavando saltino fuori sgradite sorprese». E' la storia di tutti i depositi o vecchie aziende riutilizzati come cimiteri di rifiuti tossico-nocivi. Con l'estate e il gran caldo, decrepite cisterne o bidoni corrosi rischiano di scoppiare e le bombe chimiche ritornano ad allarmare. Come quella di Piossasco, stabilimento ex Fidom (un'a- zienda coinvolta nello scandalo dei petroli), diventato nel 1988 l'immondezzaio di sette milioni di litri di spazzatura clùmica assai pericolosa. I responsabili dell'operazione sono stati condannati anche a preoccuparsi della bonifica. Non l'hanno fatto e ora un magistrato, Mauro Amisano, ha aperto un nuovo procedimento penale per la mancata ottemperanza dell'ultima ordinanza del sindaco di Piossasco. Nel frattempo la Prefettura ha predisposto un piano di emergenza per tamponare i rischi immediati in caso di nuove perdite delle cisterne. Un piano costruito sulla base delle indicazioni di un esperto della Commissione «Grandi Rischi» della Protezione civile. Anche il presidente della Regione, Gian Paolo Brizio, e il sindaco di Ciriè, il leghista Ezio Genisio, fanno appello alla Protezione Civile. Il primo: «Ho parlato per telefono, ieri pomeriggio, con il prefetto Gravina al ministero e fatto presente l'urgenza che la Commissione grandi rischi intervenga per l'mterchim così come ha fatto per Piossasco. Per tutti i siti da bonificare la Regione aveva già nel 1989 chiesto al ministero per l'Ambiente un finanziamento di 139 miliardi. Ne abbiamo avuti solo 3. Ora si provveda anche per Ciriè». In soccorso del neosindaco, «che non può farsi carico di una simile situazione ereditata dalla precedente amministrazione», si è mobilitato il deputato locale della Lega, l'on. Bruno Matteja. Ha presentato un'interrogazione al governo e in un successivo comunicato annuncia una sua visita (e del sindaco Genisio) al ministro Spini, in vacanza dai prossimi giorni a Courmayeur. Controcorrente va il consigliere provinciale e comunale dei Verdi, Pasquale Cavaliere: «Sono sei anni che c'è l'emergenza, ogni estate è peggio. A forza di rompere la scatole alla vecchia anrniinistrazione di Ciriè un piano per lo smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi era stato predisposto. Lo si applichi, facendone ricadere i costi su chi di dovere e non sulla collettività. I due miliardi necessari per l'operazione debbono essere rimborsati dagli amministratori, condannati, deU'Interchim». Qualcosa va fatto subito. Scriveva nel 1992 il perito della Pretura, dottor Roberto Spigo: «Con le perdite, per ora limitate, di solventi infiammabili c'è la possibilità di formazione di miscele esplosive con l'aria». Alberto Gaino Il presidente della Regione chiede fondi al ministero Cesce aame pe e bombe ecolog La perizia sulla fabbrica dei veleni ex Ipca aveva già da tempo chiesto una completa bonifica dei seimila fusti Il presidente della Regione Gian Paolo Brizio: «Ci hanno dato solo 3 miliardi su 139 chiesti»

Luoghi citati: Ciriè, Comune Di Ciriè, Courmayeur, Piossasco