Riciclati i cartelli stradali di Giampiero Paviolo
I segnali inutilizzati coperti da una lastra porta-manifesti I segnali inutilizzati coperti da una lastra porta-manifesti Riciclati i cartelli stradali Pubblicità alposto dei vecchi divieti «L'arte ritrovata» sta scritto sui manifesti disseminati lungo il centro storico. La frase si riferisce alla Galleria d'Arte moderna, appena restituita ai torinesi. Certo, dopo quanto è accaduto nei giorni scorsi in via Magenta può sembrare un esempio di umorismo involontario. Ma è una coincidenza. In realtà i manifesti invertono la vecchia e mai abbastanza deprecata tendenza di coprire con sacchi tipo spazzatura i segnali stradali caduti in disgrazia. «D'ora in poi cercheremo metodi esteticamente più gradevoli» dicono ai Lavori pubblici. Nel gergo degli specialisti questi cartelli si chiamano «vedove». Della forma primitiva conservano il palo e la cornice metallica. Ma dentro non c'è più nulla o, se c'è, si tratta di una prescrizione superata da altre ordinanze. E' il caso della zona a traffico limitato, che nel mese di agosto non è in vigore. E non lo sarà nei primi 12 giorni di settembre, consacrati al lancio della Fiat Punto. Che fare? Mascherare i segnali con sacchi blu o neri proprio quando la città sarà invasa da migliaia di giornalisti e tecnici dell'auto? I di- rigenti di piazza San Giovanni hanno deciso per una soluzione alternativa: si copre il buco con una lastra in lamiera, e sulla lastra si affigge un manifesto promozionale. E' una piccola operazione di maquillage urbano. Ma non va sottovalutata. I cartelli stradali della città sono 70 mila, compaiono o spariscono a seconda del codice, delle ordinanze sindacali, delle necessità di cantiere. All'interno della nona ripartizione dei lavori pubblici, diretta dall'ingegner Burdizzo, una équipe di tecnici ed operai organizza il turn-over, pronta ad intervenire se il prefetto decide di chiudere piazza Reale, se il sindaco vieta la sosta davanti al municipio, se un'auto travolge una palina. Oppure se i vandali entrano in azione: «Per noi sono un grosso problema - ammette Giuseppe Griffa, capitano di questa squadra - perché nella maggior parte dei casi dobbiamo rimediare nel giro di poche ore». Chi insudicia o svelle uno «stop» può provocare un incidente del quale la città rischia di essere chiamata a rispondere. Così gli operai provvedono a tambur battente. Ogni anno le azioni vandaliche costringono a sostituire 1000-1200 cartelli, e ognuno costa 100 mila lire. Mappa della maleducazione: tutto il centro, Mirafiori Sud, Vallette, Falcherà. Ore nere: quelle notturne, naturalmente, con punte massime in coincidenza con l'uscita dalle discoteche. Sport preferito: vedere chi ha abbastanza forza per «sradicare» il palo. Seguono le scritte con lo spray. Vandali e ordinanze a parte, il grosso del lavoro è rappresentato in questi mesi dal nuovo codice della strada. Almeno il 40 per cento dei cartelli esistenti dovranno essere sostituiti entro fine 1994. L'opera è pressoché ultimata per i 450 «stop», che da circolari sono diventati ottagonali. L'obbligo di dare la precedenza sarà disposto da cartelli con punte arrotondate, sotto il divieto di sosta la scritta «permanente» sarà sostituita da «0-24», comprensibile per tutti gli abitanti della Cee, il segnale per la zona disco sarà quadrato, il senso unico sarà riconoscibile per la sola freccia, senza scritte. Per fortuna di codici se ne vedono pochi al secolo. Il precedente era sta to varato alla fine degli Anni Cinquanta. Giampiero Paviolo Uno dei cartelli ricoperti dalle nuove tabelle pubblicitarie
Persone citate: Burdizzo, Giuseppe Griffa
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