Casarin per tagliare i tempi morti durante le partite sta valutando l'ipotesi di vietare l'ingresso in campo ai massaggiatori

i tempi morti durante le partite sta valutando l'ipotesi di vietare l'ingresso in campo ai massaggiatori NUOVA REGOLA Casarin per tagliare i tempi morti durante le partite sta valutando l'ipotesi di vietare l'ingresso in campo ai massaggiatori Addio magica spugna, arriva la barella Ma i medici avvertono: chi capirà se l'infortunio è grave? SPORTILIA. Addio vecchia e magica spugna, capace di miracolare calciatori urlanti per il dolore. Il «grande innovatore» Paolo Casarin sta studiando il modo di evitare che tu, spugna delle mille risorse, possa entrare in campo nelle mani di esperti massaggiatori, coadiuvati da medici sociali. Già gli spray ti hanno confinato un un angolo, togliendoti spazio e pubblicità. Resterai, questo è sicuro, ma non potrai varcare la linea di campo. Ferma ai bordi, dove nessuno guarda. Casarin sa adoperare il computer e si è accorto che le esibizioni di medici e massaggiatori tolgono almeno tre-quattro minuti di calcio vero. Troppo. E' ora di finirla. Gli arbitri non possono concedere recuperi astronomici, comprensivi delle manfrine nel comporre le barriere e mantenere le giuste distanze (altri tre-quattro minuti). E allora, cosa succederà dei poveri gioca¬ tori colpiti duramente? L'ipotesi prospettata da Casarin a Sportila non è certo fantasiosa o rivoluzionaria. Si chiama... barella e l'abbiamo già vista in manifestazioni internazionali come le Olimpiadi di Barcellona. E la vedremo negli Usa, al Mondiale. Ma lì, attenzione, i barellieri non sono di parte, bensì professionisti esterni. Sarà possibile anche nel nostro campionato? Certo, ha raccontato ancora Casarin, saranno indispensabili professionisti del settore, infermieri diplomati che (con l'aiuto di un medico) sappiano riconoscere se l'atleta colpito può o non può essere trasportato a bordocampo per il necessario intervento. E su questo tema è già dibattito acceso. Passa invece quasi sotto silenzio la cancellazione di quei piccoli-grandi simboli delle nostre domeniche. Finisce l'epoca di spugne e massaggiatori, addio a una parte della storia del calcio. Resteranno lontani da telecamere e riflettori personaggi come Salvatore Cannando. Ve lo ricordate? Il massaggiatore del Napoli, astuto e colorito, protagonista del «giallo» della monetina a Bergamo. E addio a «Pallino» Raveggi, ex «spugna» della Fiorentina che commosse il mondo quando, con la respirazione bocca a bocca, salvò la vita a Giancarlo Antognoni, colpito involontariamente alla testa da Martina. Addio ai giochini di prestigio, con i giocatori che rotolano a terra invocando il cielo e che poi, grazie a quel tocco magico, torneino a correre come gazzelle. Ma il problema non si ferma a questo. Casarin spiega: «Ad essere trasportati con la barella sarebbero tutti i giocatori in campo, con l'esclusione del portiere. E non ci meravigliamo, alle Olimpiadi non abbiamo mai visto un medico. Nel nostro campionato vi sono partite (è il record) in cui massaggiatori e medici di una squadra entrano per... dodici volte, fermando il gioco. La media nazionale annua è di sei interventi per gara». E allora via la spugna e dentro la barella. Ma i medici avvertono dei rischi. Parla Marcello Manzuoli, specializzazione in medicina dello sport, nel calcio esperienze nel Prato e nella Fiorentina, nel ciclismo con la Gis, la Magniflex, la Bianchi e la Pelé ha detto che il calcio brasiliano è corrotto ed ha accusato Teixeira di non lottare contro i gruppi di potere. Ma non facendo nomi si rischia di fare il gioco dei potenti, e Pelé può passare dal palleggiare allo spalleggiare per un ette, anzi per un'esse. Jolly Componibili, nel volley con la Centromatic: «Tutto giusto, tutto comprensibile, ma come facciamo a capire quando un giocatore è trasportabile? Ci sono gravi rischi a muovere una persona con sospetta frattura o commozione cerebrale. Per fortuna sono solo il due per cento dei casi, ma esistono. E poi, noi medici sociali, siamo come i medici di famiglia, conosciamo bene gli assistiti, comprendiamo al volo se si può trattare di cosa grave o no. Infine, spesso mandiamo in campo giocatori reciperati in extremis dopo un infortunio. Un medico generico, asettico, cosa saprebbe dei giocatori?». I massaggiatori interpellati tacciono. Niente riflettori? Non importa, restano sempre i segreti degli spogliatoi, le medicine prodigiose e quelle mani che i miracoli (giurano) continueranno a farli. Alessandro Rialti Il designatore degli arbitri Paolo Casarin (foto a lato) sta studiando molte innovazioni; sin., Cannando massaggiatore del Napoli

Luoghi citati: Barcellona, Bergamo, Sportila, Usa