Da tre giorni dispersi sulle Ande
Facevano parte di una spedizione del Cai della Valcamonica, salvi gli altri otto scalatori. I soccorritori: non ci sono state valanghe Facevano parte di una spedizione del Cai della Valcamonica, salvi gli altri otto scalatori. I soccorritori: non ci sono state valanghe Da tre giorni dispersi sulle Ande Si teme per la vita di due alpinisti bresciani BRESCIA. Sulla spedizione nelle Ande organizzata dal Cai della Valcamonica, si allunga l'ombra della morte. Due dei dieci alpinisti partiti da Brescia alla conquista della catena alpina peruviana sono dispersi da tre giorni. Settandue ore di silenzio-radio che riducono al lumicino le speranze di trovarli ancora in vita. E neppure giocano a favore le condizioni ambientali e meteorologiche: i due alpinisti sono spariti mentre erano impegnati nella fase più impegnativa dell'ascensione all'Huascaran Norte, una vetta di 6400 metri, la più alta delle Ande Peruviane. Fonti della polizia di Huaraz hanno riferito che Battistino Bonali, 32 anni, capo della spedizione e Giandomenico Ducoli, 30 anni, hanno perso il contatto con l'accampamento base proprio nel momento in cui si è staccata una valanga. Ma le notizie sono contraddittorie: secondo un'altra testimonianza raccolta dai cronisti del «Giornale di Brescia», che sponsorizza la spedizione - i soccorritori avrebbero escluso la caduta di valanghe. E intanto si continua a cercare: squadre di soldati, con l'ausilio di un elicottero, battono la zona in cui sono spariti i due alpinisti, «inghiottiti» da un mistero. L'avventura per i dieci alpinisti della Valcamonica, tutti iscritti alla sezione del Club alpino italiano di Cedegolo, era cominciata una settimane fa. L'obiettivo era la vetta dell'Huascaran Norte, lungo la via Casarotto, sulla parete Nord della montagna sudamericana. L'ultimo contatto tra Brescia e gli uomini della missione era avvenuto la scorsa settimana: «Tutto va avanti bene, gli alpinisti sono pronti per affrontare la scalata» aveva detto ai colleghi del «Giornale di Brescia» il pubblicista Franco Solina, che segue la spedizione. E domenica è cominciata l'ascensione. Ma qualcosa è cambiato rispetto ai programmi iniziali. Da Brescia, infatti, la spedizione era partita con l'obiettivo di raggiungere la cima più alta del Perù attraverso la parete Nord. Poi Battistino Bonali insieme con Giadomenico Bucoli, il fratello di quest'ultimo e Aldo Moscardi, hanno deciso di tentare l'impresa dalla parte Sud, la più difficile. Un'ascensione di milleseicento metri, che richiede almeno tre giorni di scalata in parete. Moscardi e il più piccolo dei fratelli Bucoli hanno rinun- ciato quasi subito, gli altri due hanno proseguito. L'ultimo contatto con il campo base è avvenuto quando erano a circa duecento metri dal traguardo. Poi il silenzio. «Se hanno tentato di scalare la vetta Sud del Nevado di Huascar certamente sono partiti da Garganta, percorrendo un trat¬ to di circa mezzo chilometro ad altissimo rischio di valanghe spiega Toni Valeruz, trentino, alpinista e esponente mondiale dello sci estremo, che ha già raggiunto la più alta delle vette peruviane -; non conosco gli scalatori che partecipavano all'impresa, ma certamente non hanno scelto un periodo molto idoneo». La stagione, secondo Valeruz, è troppo avanzata e favorisce il movimento dei ghiacciai. «Sono due i grandi pericoli in quelle zone: i terremoti e gli immensi cornicioni sui quali si formano le seraccate, grandi muri di ghiaccio pensile. Basta un piccolo movimento tellurico oppure uno sbalzo di temperatura per far sì che una seraccata si stacchi». Ma Bonali e Ducoli non sono inesperti. Anzi, il capospedizione, è ritenuto uno scalatore molto valido. Ha all'attivo, tra le altre, la cima dell'Everest, con una spedizione guidata da Oreste Del Forno, e, nel '90, ben quattro vette della Cordigliera Bianca peruviana, tra le quali proprio quella dell'Huascaran Norte. In quella occasione Bonali raggiunse la vetta lungo la pa rete nord, ma seguendo una via più facile rispetto a quella che aveva intenzione di scalare stavolta, [p. p. 1.] OCEANO PACIFICO Nella cartina il punto in cui sono scomparsi i due alpinisti impegnati nell'ascensione alla vetta più alta delle Ande peruviane
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