Giornalisti senza stipendio l'Avanti! chiude per 10 giorni di Raffaello Masci
La redazione riunita in assemblea: la testata vogliamo gestirla noi con i «socialisti di base» La redazione riunita in assemblea: la testata vogliamo gestirla noi con i «socialisti di base» Giornalisti sema stipendici l'Avanti! chiude per 10 giorni ROMA. Organo del partito socialista italiano, in edicola dal 1896 fino ieri: ma oggi non c'è più, e neppure domani ci sarà. Tornerà solo fra una decina di giorni. Forse. Parliamo dell'Avariti!, il quotidiano che si fregiava il petto con le medaglie delle lotte operaie e contadine, con i meriti dell'antifascismo, con le glorie della democrazia ma che - più di recente - aveva fatto da grancassa ai trionfi del garofano craxiano, segnando allo stesso tempo l'apogeo del suo fulgore e la propria condanna. Il giornale continua a vendere - quando va bene - circa 20 mila copie. Due campagne di sottoscrizione sono bastate, quest'anno, a pagare stampa e distribuzione, ma non le retribuzioni dei giornalisti che da marzo vanno avanti a «piccoli acconti» e ad interventi dell'Inpgi (l'ente previdenziale della categoria). La situazione si è fatta troppo pesante, e da ieri la redazione ha iniziato un'agitazione riunendosi in assemblea permanente fino a quando la «normalità retributiva con il saldo degli stipendi arretrati» non sarà ripristinata. Il giornale, peraltro, negli ultimi tempi è stato ridotto a 12 striminzite paginette: niente a che vedere con la ricca foliazione, la stampa a colori, i corposi supplementi il- lustrati che hanno contraddistinto la craxiana età dell'oro. Ieri il segretario socialista Ottaviano Del Turco ha ammesso - in una intervista al Corriere della sera - che lui almeno lo stipendio lo prende, grazie all'«autotassazione» dei parlamentari del garofano. All'Avariti! la busta paga resta invece per ora un'illusione e, per il futuro, tutt'al più un'aspirazione. «Stiamo attraversando un momento amaro - dice Stefano Carluccio, del Comitato di redazione (la rappresentanza sindacale dei giornalisti) però posso assicurare che no- nostante le angustie che ciascuno di noi deve affrontare, a redazione è compatta inorno al progetto di rilanciare 'Avanti.'». E, quando si parla di rilancio, si pensa non ad un organo di partito rifinanziato con soldi pubblici, ma ad un quotidiano che possa vivere sul mercato. «L'idea non è campata per aria - continua Carluccio - il progetto a cui stiamo lavorando è quello di sostituire 'attuale editore, il psi, con una public company costituita da una cooperativa dei giornalisti della testata, una vasta base di lettori riuniti in associazione, i gruppi parla¬ mentari del psi e le organizzazioni di base di ispirazione socialista». In definitiva il nuovo Avanti! sarebbe sempre una testata socialista ma della «base», anziché del vertice. Non più un partito per padrone - dice la nuova filosofia - ma un editore che rappresenti «il sommerso socialista». Perché tutto questo diventi realtà, bisogna però riuscire a mettere insieme qualcosa come 20 miliardi. Solo così l'operazione di «ricompattamento della diaspora socialista» potrà realizzarsi tangibilmente intorno a un giornale rinnovato e autorevole. Ma il problema non è soltanto di prospettive politiche. Si tratta pur sempre di una vertenza per un posto di lavoro, quindi - è la proposta del Comitato di redazione - la Federazione della stampa (sindacato dei giornalisti) deve aprire un «tavolo nazionale»; deve, cioè, mobilitare l'intera categoria. Ma anche per questo il momento non appare favorevole: circa il 10 per cento dei giornalisti italiani sono a rischio di disoccupazione, e non sarà facile raccogliere le forze per difendere quello che - a torto o a ragione - appare ancora come l'organo del craxismo rampante. Il Cdr dell'Avanti/, comunque, non si arrende: «Non avremo un partito alle spalle, ma avremo dei lettori. Vedrete, tra una decina di giorni, torneremo in edicola». Raffaello Masci Sopra, il segretario del partito socialista Ottaviano Del Turco A sinistra, il direttore dell'Avanti! Francesco Gozzano
Persone citate: Francesco Gozzano, Ottaviano Del Turco, Stefano Carluccio
Luoghi citati: Roma
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