Horthy la bara della discordia di Tito Sansa

polemica. Governò l'Ungheria durante il nazismo: ora si rimpatria la salma polemica. Governò l'Ungheria durante il nazismo: ora si rimpatria la salma Horthy, la bara della discordia Fu patriota o traditore? EBUDAPEST A salma dell'ammiraglio Miklos Horthy, il reggente dell'Ungheria dal 1920 al 1944, morto in esilio all'Estorti in Portogallo, può finalmente tornare in patria per venire sepolta nella tomba di famiglia nel villaggio di Kenderes, nella pianura "orientale magiara. Dopo annosi dibàttiti parlamentari su una figura tra le più discusse della storia ungherese (era fascista? era collaborazionista? era antisemita? era un dittatore?), il presidente della Repubblica Arpad Gòncz ha dato l'assenso. La cerimonia funebre avverrà sabato 4 settembre e dovrà essere privata. Ma già ora, con tre settimane di anticipo, decine di mi-gliaia di persone hanno preannunciato la loro partecipazione. Sono già annunciati trecento autobus, le ferrovie hanno offerto treni speciali, intorno a Kenderes sono stati allestiti enormi parcheggi, si preparano cucine da campo e attrezzature sanitarie. Sarà - si prevede - l'avvenimento dell'anno: diversi uomini politici hanno fatto sapere che forse saranno presenti alla cerimonia, «naturalmente a titolo privato». Ma solo per «rendere omaggio aU'ammiragho», non all'uomo che per oltre due decenni resse con pugno di ferro il Paese. E sì che doveva essere un ritorno privato, racconta il presidente del comitato organizzatore, l'ultraottantenne capitano di mare Andras Davidhazy, grande ammiratore del marinaio Horthy che nel 1934 rifece dell'Ungheria una nazione marinara, dotandola di una flotta fluviale capace di navigare anche sugli oceani. «D 20 dicembre 1990 ricorda - l'unione dei marinai ungheresi (420 soci) decise che l'ammiraglio doveva tornare, magari alla chetichella. Un cargo lo troviamo a Lisbona, pensammo, carichiamo le due bare, le trasportiamo in Ungheria. Andammo in quattro a Kenderes, per parlare col sindaco, in alta uniforme per fare impressione. La nostra idea era di comperare duecento litri di "domoszloi ùrmòs", una specie di vermuth che piaceva aU'anuriiraglio e, dopo la sepoltura, farci una gran bevuta da vecchi uomini di mare alla sua memoria. Ci videro due giornalisti, la notizia si ingigantì. E ora il funerale è un affare di Stato. Ci accusano di essere fascisti, nazisti, antisemiti, e via di questo passo. Addio bevuta tra amici!». Per placar le polemiche il comitato non ha spedito inviti, soltanto «comunicati». Scartati comunisti, antisemiti, fascisti, ultranazionalisti, il «comunicato» è stato inviato ai capi dei partiti democratici, anche ai socialisti (ex comunisti), ad alcuni vescovi e al rabbino di Budapest, che ha risposto: «Il sabato non posso assentarmi dalla sinagoga». Ai diplomatici stranieri il comunicato verrà spedito dopo Ferragosto, per non metterli in imbarazzo e permettere loro di scusare l'eventuale assenza per essere stati informati in ritardo. Ai politici la libertà di scelta: partecipare o rimanere assenti? «Che io sappia - ha detto la portavoce del governo, Judit Juhasz - non vi andrà nessuno» (ma si sa già che il ministro degli Interni Boross sarà a Kenderes). «Sarebbe un'onta rendere omaggio al dittatore», ha detto il capo del partito dei lavoratori Gyula Thuerme'r, invitando i politici a disertare la cerimonia. E il deputato dello Szdsz (liberale) Gyòrgy Gado ha fatto il diavolo a quattro in Parlamento, fallendo, per farla proibire dal governo. Arrivano, intanto, le prime telefonate minatorie («Vi faremo saltare per aria») mentre la televisione ha chiesto di poter trasmettere i funerali. Ma perché tutti questi timori e incertezze? Perché l'Ungheria, da poco uscita da 45 anni di dittatura comunista, non ha ancora avuto il coraggio di esaminare il proprio passato, affidando il compito agli storici futuri. Miklos Horthy, chi era costui? Nato da nobile famiglia di proprietari terrieri, comandante in capo della flotta austro-ungarica alla fine della prima guerra, con la sconfitta si ritirò dalle forze armate. Dopo la presa del potere del partito comunista di Bela Kun, nel marzo 1919, tuttavia, tornò alla testa delle forze controrivoluzionarie e nel novembre si insediò a Budapest, facendosi eleggere reggente del regno d'Ungheria («il regno senza re, guidato da un ammiraglio senza mare», si diceva) e impedendo ben due volte che Carlo d'Asburgo, ritornasse sul suo trono. Un usurpatore dunque, agli occhi dei monarchici, un anticomunista sanguinario per le sinistre. La politica di Horthy si incentrò tutta sulla revisione del trattato di pace del Trianon del 1920, che aveva privato l'Ungheria di tre quinti del suo territorio e di metà della popolazione. In politica interna fa¬ vorì il latifondo, lottò duramente, tanto contro i comunisti quanto contro l'estrema destra. Un nazionalista conservatore e reazionario, dunque. Per raggiungere il suo obiettivo, la sua fissazione di rivedere le frontiere, chiese l'aiuto di Mussolini e Hitler. E ciò gli portò l'etichetta di fascista, ma tra il '38 e il '41 gli fece ottenere la riannessione della Slovacchia meridionale, della Transilvania romena e della Vojvodina jugoslava. In cambio Hitler gli chiese (proprio a lui, amico di uomini di finanza ebrei, con i quali giocava a bridge) di applicare le leggi razziali e partecipare alla campagna di Russia. • Horthy accettò controvoglia, ma nel 1943 iniziò colloqui con gli anglosassoni per uscire dalla guerra. La Germania occupò l'Ungheria nel marzo 1944 e Horthy divenne collaboratore dei nazisti. Nell'estate successiva si ribellò, bloccò la deportazione degli ebrei e in ottobre ruppe con il Reich. Fu deportato in Baviera e suo figlio Miklos ju¬ nior, membro della resistenza, fu mandato a Mauthausen. Fu dittatore fascista e collaborazionista? Gli ungheresi non si pronunciano. Lo hanno fatto già nel '45 gli Alleati, che ritennero di non portarlo dinanzi alla corte di Norimberga, permettendogli di vivere in esilio all'Estorti dove morì nel 1957. Per il funerale la zecca emetterà una moneta commemorativa, a Kenderes una banda suonerà l'inno nazionale, i 14 superstiti della guardia del corpo deU'ammiraglio (il più anziano ha 91 anni) renderanno gli onori militari. Ci saranno anche i rappresentanti della resistenza, in omaggio ai due figli defunti dell'ammiraglio, Istvan, caduto in Russia nel '42, e Miklos. Le ceneri di quest'ultimo saranno murate accanto alle bare dei genitori. Il 4 settembre sarà forse l'ora della verità per l'Ungheria, a meno di un anno dalle elezioni. Kenderes sarà più che un funerale. Tito Sansa I suoi fedeli: «Doveva essere una cosa privata» Tuona un deputato: «Vietate la cerimonia» Il rabbino: «Non verrò, il sabato ho da fare» Qui accanto: Carlo d'Asburgo e a destra una caricatura di Bela Kun. Nella foto grande l'ammiraglio Miklos Horthy