«Lega, ultima difesa della borghesia» di Gabriele Beccaria
«Lega, ultima difesa della borghesia» Consulente della Cia spiega sul quotidiano americano il successo di Bossi «Lega, ultima difesa della borghesia» Wall Street Journal: così respinge lo Stato-padrone NEW YORK. Provate a dimenticare il facile assioma Bossi uguale secessionismo e guardate cosa vi si spalanca dinnanzi. «Nel sostenere la Lega, gli italiani stanno riaffermando gli antichi valori della borghesia, affossati prima dal fascismo e poi dal "welfare state". Essa incarna il crescente disgusto del cittadino medio nei confronti dello Stato assistenziale». Poche parole e il panorama è già vertiginoso. Chi parla è Angelo Codevilla, guru della «Hoover Institution» della Stanford University e superconsulente della Cia. Mai prima d'ora un rappresentante dell'establishment Usa aveva osservato con tanta attenzione il partito del «senatur» e formulato un verdetto così secco: «Ciò che avviene in Italia dovrebbe insegnare ai politici occidentali una grande lezione: abbandonate il "welfare state" prima che gli elettori abbandonino voi». La sirena-Bossi tocca corde sensibili che aspettavano da tempo chi le facesse vibrare. L'effetto è irresistibile. «Lui continua a insistere che lo Stato sociale garantisce benessere ai potenti e a quelli che sono ben spondati dai politici, non ai deboli», osserva Codevilla sul Wall Street Journal, sottolineando come i consensi al capo del Carroccio crescano esponenzialmente grazie alla condanna feroce di un sistema che l'opinione pubblica identifica ormai con la degenerazione del ceto politico. «Bossi punta il dito contro i burocrati parassiti che governano i sindacati e contro le legioni di impiegati pubblici che vengono assunti a spese del contribuente per trasformarsi nel seguito di leader capibastone. La ragione dell'attuale sconvolgimento italiano è dovuta al fatto che l'elettore medio condivide la stessa rabbia». La Lega parla in termini trop¬ po crudi per tanti giornali, osserva il professore di Stanford, ma riesce lo stesso «a rappresentare gli elettori moderati». Ad alimentare i suoi successi, infatti, c'è molto di più di «un risentimento economico o localistico», c'è una rivolta contro la pseudo-cultura del vecchio regime: «Per molti, la Lega incarna uno tra i principi più rispettati: la serietà - nel lavoro, a scuola, nelle abitudini -, mentre lo Stato suggerisce esattamente l'opposto». Così, Bossi cavalca il drago delle privatizzazioni e si lancia in uno scontro frontale contro la vecchia nomenklatura. «Gli italiani sono fortunati che un movimento di protesta di sapore dialettale e anti-governativo si sia rivelato responsabile e anche sofisticato. Altre nazioni potrebbero non essere così fortunate». Gabriele Beccaria
Persone citate: Angelo Codevilla, Bossi, Hoover Institution, Stanford
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