E Alessandra si ribella al msi di Fulvio Milone

Per il voto d'autunno la fiamma cerca alleati e pensa a Muccioli. La nipote del duce: c'è puzza di truffa Per il voto d'autunno la fiamma cerca alleati e pensa a Muccioli. La nipote del duce: c'è puzza di truffa E Alessandra si ribella al msi Napoli, i camerati contro la Mussolini sindaco SCONTRO A DESTRA NAPOLI rissa fra i camerati all'ombra del Vesuvio. Chi sarà il candidato missino all'elezione diretta del sindaco di Napoli, nel novembre prossimo? Si è già fatta avanti Alessandra Mussolini, che alle ultime amministrative ha raccolto più di cinquantamila voti. Ma è passato più di un anno, e se allora presentare la nipote del duce significò per i più nostalgici «prendersi una bella rivincita sulla storia», ora il movimento sociale è alle prese con ben altri problemi. E' giunto il tempo delle alleanze, il partito in doppiopetto guarda al centro e il centro guarda a lui. Il segretario Gianfranco Fini sogna per Napoli una grande lista civica che comprenda anche forze moderate, e così quel cognome che ieri era una bandiera oggi rischia di diventare troppo ingombrante. La Mussolini fa paura all'ala moderata che qui è rappresentata da Amedeo Laboccetta, ex capogruppo in Consiglio comunale e componente della segreteria nazionale del msi, rimasto in sella nonostante sia finito sotto accusa per tangenti. Il segretario nazionale e il suo proconsole a Napoli sanno ci " a nipote del duce otterrebh" alle elezioni un gran numero «J preferenze, ma sono anche consapevoli del fatto che i voti verrebbero esclusivamente da militanti, nostalgici e protestatari per vocazione. E allora? Il partito avrebbe un asso nella manica, una candidatura forte che certamente non scontenterebbe la destra tradizionale, ma nello stesso tempo non spaventerebbe gli ipotetici alleati. L'arma segreta è Vincenzo Muccioli, il guru di San Patrignano, il crociato antidroga più amato e più odiato d'Italia: nonostante sia rimasto coinvolto l'inverno scorso in un'inchiesta su un omicidio avvenuto nella sua comunità, è visto dalla maggioranza dei missini napoletani come un «candidato autorevole e rappresentativo, che sappia aggregare con il suo nome anche nuove forze politiche e sociali». Nei prossimi giorni Amedeo Laboc- cetta si recherà a San Patrignano nella speranza di ottenere il sì definitivo di Muccioli. L'amicizia fra i due fu cementata un anno e mezzo fa, quando il capo della comunità per il recupero dei tossicomani più ricca e famosa d'Italia venne a Napoli per partecipare ad un incontro con gli studenti: il convegno fu un successo clamoroso. Che la candidatura della Mussolini sia ostacolata da buona parte del msi, non è un segreto per nessuno. Da quando la focosa nipote del duce ha messo ufficialmente il suo nome «al servizio della città», dopo lp scioglimento del Consiglio comunale di Napoli, è stato tutto un rincorrersi di dichiarazioni estremamente caute da parte dei responsabili del partito. E' prudente perfino il segretario regionale Luciano Schifone, che pure passa per essere un rautiano di ferro. «Sono convinto che Alessandra otterrebbe moltissimi voti e che il suo nome arriverebbe al ballottaggio. Ma è anche vero che il partito guarda al centro per cercare nuove al¬ leanze. Non possiamo non essere cauti». Lei, la nipote del duce, non nasconde affatto il malumore per gli ostacoli che i suoi stessi colleghi di partito le frappongono nella lunga marcia sul municipio di Napoli. Anzi: è arrabbiatissima. Ieri, giorno dell'insediamento al Comune del commissario prefettizio Aldo Marino, se ne è andata al «Cardarelli», l'ospedale più grande e sovraffollato di Napoli, per solidarizzare con gli ammalati costretti sulle barelle nei corridoi dei reparti per mancanza di posti letto. «Non sono una candidata di bandiera, l'unico vessillo che riconosco è il tricolore italiano - sbotta -. Sono e resto a disposizione dei napoletani: tocca a loro dirmi cosa devo fare». Una dichiarazione di guerra al partito? «Nessun problema, anche nel msi si discute e a volte si litiga, proprio come in una famiglia qualsiasi», risponde con diplomazia Alessandra Mussolini, ma poi depone il fioretto per impugnare la sciabola. «Questa storia dei candidati puzza di truffa - esclama -. La nuova legge prevede che il sindaco sia scelto direttamente dal popolo, invece sono i partiti, sempre loro, che fanno le scelte finali. No, io non ci sto. Basta con i giochetti di vecchio slam po». E a chi ritiene il suo cogno me troppo ingombrante, riserva parole sprezzanti: «Ho combattuto a lungo contro chi ha ancora paura di mio nonno e continuerò a farlo. Mi chiamo Mussolini e non me ne vergogno affatto». Alessandra, dunque, è decisa a dar battaglia. E comunque ha intenzione di dire la sua sui no mi di tutti gli eventuali candì dati che il partito vorrà presen tare. C'è anche chi ipotizza un futuro di europarlamentare per la nipote del duce. «No, non mi chieda come andrà a finire, perché lo sa solo San Gennaro» San Gennaro e Gianfranco Fini, il segretario del partito. «Fini? Gli ho parlato. Ma che vuole che dica lui?». Fulvio Milone BiLYìiSB Alessandra Mussolini «Voglio risponde, e agli elettori non al partito»