Il marco torna «über alles», 950 sulla lira

Il marco torna «ùber alles», 950 sulla lira MERCATI Dichiarazioni distensive di Schlesinger ma gli operatori non aspettano un calo dei tassi tedeschi Il marco torna «ùber alles», 950 sulla lira E Piazza Affari (+1,48%) mette a segno il nuovo record dell'anno MILANO. Le autorità monetarie tedesche gettano acqua sul fuoco che ancora cova sotto la cenere dello Sme, ma nonostante le dichiarazioni il marco prosegue inarrestabile la sua corsa. Ieri il presidente della Bundesbank Helmut Schlesinger, intervistato dalla Frankfurter Allgemeine, ha detto di «non prevedere una decisa rivalutazione della moneta tedesca all'interno del meccanismo monetario europeo». Secondo Schlesinger, «gli altri Paesi europei sono più interessati a mantenere la parità rispetto al marco che non ad abbassare sensibilmente i loro tassi di interesse». Anche il ministro delle Finanze tedesco, Theo Waigel, lancia segnali distensivi. L allargamento della banda di oscillazione delle valute Sme al 15 per cento, ha detto Waigel in un'intervista televisiva, è una decisione «provvisoria» e comunque «potrebbe consentire alla Gran Bretagna e all'Italia di rientrare nel Sistema già in occasione del prossimo Consiglio europeo che si terrà in ottobre». Secondo il ministro è anche possibile realizzare la seconda fase dell'Unione monetaria europea entro il 1° gennaio 1994. Il marco non si apprezzerà ulteriormente e sterlina e lira potranno rientrare nello Sme, prevedono dunque i tedeschi. Ieri però il marco ha fatto ancora da padrone sui mercati valutari europei. In un clima di scambi fiacchi la moneta tedesca è salita nei confronti del franco francese e di quello svizzero, del dollaro e della lira. In Italia, in particolare, il marco è salito in mattinata sopra le 950 lire - un livello cui non arrivava da circa cinque mesi - per poi essere rile¬ vato a quota 948,23 lire (era a 942,41 lire venerdì). Perché la valuta tedesca continua a salire? In sostanza, spiegano gli analisti, c'è attesa per una riduzione dei tassi da parte di molti Paesi europei, mentre la Germania non pare intenzionata a ritoccare i suoi tassi nel breve periodo. Ieri il vicepresidente designato della Bundesbank, Johann Wilhelm Gaddum, ha annunciato che probabilmente la prossima operazione di pronti contro termine condotta dalla banca centrale tedesca sarà a tassi fissi, come già è accaduto la scorsa settimana. Apparo così improbabile una riduzione dei tassi a breve ed è proprio in questo senso che i mercati hanno interpretato le dichiarazioni di Gaddum. Al tempo stesso le lievi riduzioni dei tassi sui pronti contro termine attuati dalla Banca di Francia (dal 10 al 9,75 per cento) e di Bankitalia (dal 9,58 al 9,54 per cento) hanno dato l'impressione che l'abbassamento dei tassi sarà molto lento e graduale. Secondo le previsioni di alcune banche d'affari, comunque, l'allargamento delle bande di oscillazione dello Sme potrà consentire un calo dei tassi in molti Paesi europei. Per la Morgan Stanley, ad esempio, i tassi a breve in Francia, Spagan e Danimarca potrebbero scendere nei prossimi sei mesi del 3 o 4 per cento. Più difficile la discesa in Italia, dove il risanamento della finanza pubblica consiglia estrema prudenza nella politica monetaria. E la prospettiva di un calo dei tassi manda su di giri anche le Borse. Mentre Londra ha chiuso vicina ai 3000 punti dell'indice Ft e anche a New York la seduta si è aperta sot¬ to il segno del Toro, piazza Affari ha messo a segno un nuovo record annuale dell'indice Mib (a 1300 punti, l'I,48 per cento in più rispetto alla vigilia, il 30 per cento rispetto all'inizio dell'anno). Nel mirino degli acquisti, che sono arrivati in quantità anche dall'estero, soprattutto i titoli telefonici ( + 5,92% le Sip e + 2,72% le Stet), la scuderia Agnelli (+1,44 la Fiat ordinaria, + 2,04% l'Ifi) e quella De Benedetti ( + 4,74% l'Olivetti, + 4,92% la Cir). [f. man.]