Noi ingegneri dello sterminio

Le confessioni dei tecnici tedeschi catturati dall'Armata Rossa: rivelati per la prima volta i verbali Le confessioni dei tecnici tedeschi catturati dall'Armata Rossa: rivelati per la prima volta i verbali Noi ingegneri dello sterminio «Così abbiamo inventato i forni per Hitler» i L 4 marzo 1946 il servizio segreto dell'Armata Rossa arrestò a Erfurt, nella Germania occupata, quattro ingegneri della Topf fr So¬ line. Il nome di questa industria era impresso sulle targhette che lo indicavano come il produttore dei forni crematori nei campi di concentramento di Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Gross-Rosen e Auschwitz-Birkenau. Il direttore Ludwig Topf si era ucciso nel maggio 1945. Il fratello, Ernst-Wolfgang, era fuggito nella zona occupata dai sovietici, n direttore tecnico Gustav Braun e gli ingegneri Kurt Prufer, Karl Schultze e Fritz Sander, invece, si consideravano ormai al sicuro. Prufer era stato interrogato e rilasciato dagli ufficiali della 3a Armata americana. Era riuscito a persuaderli che i forni servivano per motivi sanitari. Ma a Auschwitz-Birkenau erano caduti in mano ai sovietici tutti i documenti dell'amministrazione del lager, oltre a quelli delle SS e della polizia. I dossier contenevano i dettagli delle tecniche utilizzate per lo sterminio di massa, compresi i costi dei forni e i calcoli relativi al numero dei cadaveri inceneriti ogni giorno. Così le autorità sovietiche furono in grado di provare il pieno comvolgimento dei quattro ingegneri nella «Soluzione Finale» e li trassero in arresto. Nel libro Auschwitz: tecniche e operazioni delle camere a gas, pubblicato nell'89, Jean-Claude Fressac ha scritto che, da quel momento, i quattro scomparvero nel nulla. Ma lo scorso maggio ho scoperto nuovi documenti. La verità è racchiusa nel dossier 17/9 dei servizi segreti dell'Armata Rossa. Contro gli pseudo-storici che negano l'Olocausto, i verbali degli interrogatori dei quattro ingegneri parlano da soli. Kurt Prufer fu interrogato a Erfurt, il 5 marzo 1946. Quante volte visitò Auschwitz e cosa provò? «Andai cinque volte. La prima fu all'inizio del 1943 per prendere ordini dal comando delle SS sulle località dove i "Krema" avrebbero dovuto essere realizzati. La seconda volta fu nella primavera del 1943 per ispezionare una delle zone di costruzione. La terza fu nell'autunno per controllare un difetto di costruzione nel camino di un "Krema". La quarta all'inizio del 1944 per controllare la riparazione del camino stesso. La quinta nel settembre-ottobre del 1944, quando visitai Auschwitz in occasione del progettato trasferimento dei forni, dato che si stava avvicinando la linea del fronte. Ma i forni non furono poi spostati, per la mancanza di operai». Lei era il solo ingegnere della Topf a Auschwitz nella primavera del 1943? «No. C'era anche Karl Schultze con me. Personalmente vidi 60 cadaveri di donne e uomini di età diverse, pronti per essere inceneriti. Erano le dieci del mattino. Assistetti all'incenerimento di sei cadaveri e arrivai alla conclusione che i forni funzionavano al meglio». Vide una camera a gas vicino al forno crematorio? «Sì. Ne vidi una. Tra la camera a gas e il forno crematorio c'era una struttura di collegamento». Lei sapeva che nelle camere a gas e nei forni crematori avveniva l'eliminazione di essere umani innocenti? «Sapevo dalla primavera del 1943 che esseri umani innocenti venivano uccisi nelle camere a gas di Auschwitz e che i loro cadaveri veni¬ vano poi bruciati nei forni». Che cosa la spinse a continuare la costruzione degli altri forni? «Avevo un contratto con la Topf ed ero consapevole che il mio lavoro era di grande importanza per lo Stato nazionalsocialista. Sapevo che se avessi rifiutato di andare avanti sarei stato liquidato dalla Gestapo». Dieci giorni dopo, il 15 marzo '46, Prufer fu interrogato di nuovo. Quando ha cominciato a costruire forni crematori per i lager? «Nel 1940. Fu allora che Ludwig Topf mi chiese di costruire un forno. Dal '40 al '44 ne furono realizzati sotto la mia direzione 20, per Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Auschwitz e Gross-Rosen». Alla Topf chi supervisione- i suoi progetti? «L'ingegnere-capo Sander. Io progettavo e costruivo i forni. Keller faceva i disegni tecnici, mentre Schultze creava e installava i sistemi di ventilazione». Fritz Sander era stato interrogato una settimana prima, il 7 marzo '46. «Decisi di progettare e realizzare un forno di maggiori dimensioni. Completai gli studi nel novembre '42: era un forno per l'incenerimento di massa. Sottoposi il progetto a una commissione di Stato a Berlino. Questo nuovo "Krema" si sarebbe dovuto costruire in base al principio del nastro tra- sportatore. Ciò significa che i cadaveri dovevano essere portati all'interno del forno senza interruzioni. Una volta immessi, scivolavano su una grata, cadevano nella fornace e venivano bruciati. Gli stessi cadaveri servivano anche ad alimentare il funzionamento dei forni. Questo brevetto, tuttavia, non potè essere approvato a Berlino perché i forni erano coperti dal segreto di Stato». Il 18 febbraio 1948 Karl Schultze fu interrogato nella prigione Butirskaya, a Mosca. «Diressi personalmente l'installazione dei sistemi di ventilazione nei forni crematori e nelle camere a gas. I sistemi di ventilazione per le camere a gas furono costruiti dalla Topf, sulla base dei miei progetti». Quali erano le sue responsabilità nella costruzione dei «Krema» e quali quelle di Prufer? «Prufer progettò i forni e guidò le fasi della costruzione nei lager. Io ero responsabile dei sistemi di ventilazione». Schultze fu nuovamente interrogato 1'11 marzo 1948. Come venivano definite le camere a gas nei documenti ufficiali? «Morgue o stanze». A Schultze fu mostrata una lettera della Topf & Sohne indirizzata all'amministrazione delle SS. Da quella lettera si può dedurre che già nel 1940 la Topf & Sohne aveva studiato i problemi tecnici legati alle camere a gas. Qua! è la sua spiegazione? «Quella lettera del 9 dicembre 1940 è mia. Riguardava il problema della ventilazione delle "morgue". Prufer trattò con l'Oberscharfuhrer delie SS, Urbanczyk. Il risultato fu l'ordine, da parte delle SS, di preparare il progetto di un sistema di ventilazione. Non potei sapere quale ne fosse lo scopo, né sapevo che quelle "morgue" fossero usate come camere a gas». Quale fu il suo ruolo? «Io non sapevo che nei forni di Auschwitz-Birkenau venissero uccise persone innocenti. Pensavo che lì fossero giustiziati dei criminali, condannati a morte per reati commessi contro l'esercito tedesco in Polonia e negli altri territori occupati. Sono un tedesco ed ero fedele e sono fedele al governo tedesco e alle sue leggi. Non agivo di mia iniziativa ma sotto la direzione di Ludwig Topf. Temevo di essere rimosso e temevo un possibile arresto». Sander morì d'infarto in prigione, in Germania, il 26 marzo 1946. Nel 1948, Prufer, Braun e Schultze furono condannati a 25 anni e rinchiusi in una colonia penale del ministero degli Interni. Prufer morì di ictus il 24 ottobre 1952. Braun e Schultze furono rilasciati il 5 ottobre 1955. Gerald Fleming Copyright «The New York Times» e per l'Italia «La Stampa» «I nostri lavori per la Germania da Buchenwald a Auschwitz» vi Scene di deportazione di massa nei lager nazisti. Fra il '40 e il "44 gli ingegneri della Topf & Sohne realizzarono una ventina di forni crematori

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