Pillitteri cacciato a colpi di borsa in testa?

Pillitteri cacciato a colpi di borsa in testa? L'ex sindaco di Milano e l'ex segretario de Forlani al centro di discutibili contestazioni. Loro smentiscono Pillitteri cacciato a colpi di borsa in testa? Portofino: tra le smentite, nasce un nuovo giallo politico I POLITICI BERSAGLI® PORTOFINO ANNO cacciato Paolo Pillitteri dal ristorante a borsettate». Non si parla d'altro nella celebre calata di Portofino, dopo che ieri l'Unità ha spiegato su sette colonne che «Tangentopoli si fa sentire anche nel più esclusivo ritrovo dei Vip» e che, al grido di «Viva Di Pietro, state mangiando con i nostri soldi», una coppia non più giovane ha insultato l'ex sindaco socialista di Milano e signora (Rosilde Craxi, sorella di Bettino), costringendoli a lasciare a metà un buon piatto di trenette al pesto e a mettersi al riparo sotto i colpi di una borsetta da donna. La voce corre di bocca in bocca, mobilita i cronisti della stampa nazionale, ma - al contrario delle attese - incontra solo smentite. Nega Luigi Miroli, proprietario del Puny, il ristorante sulla «piazzetta» dove i «si dice» ambientano il primo round dello scontro: «Lo giuro sulla testa di mio figlio. Pillitteri è stato qui due mesi fa; ha pranzato senza problemi e se n'è andato con tutta tranquillità. Non l'ho più visto. Non è successo niente. Parola d'onore». Si allontana a prendere le ordinazioni e aggiunge, a voce alta: «Smentisco. Smentisco tutto... Lo scriva, lo scriva...». Negano al vicino bar Morena, gestito da Ugo Repetto, assessore al Comune di Portofino. Negano all'American Bar La Gritta, su calata Marconi, a ridosso delle barche ormeggiate in porto, che i «beni informati» vogliono come teatro dell'aggressione a borsettate: «E' tutta un'invenzione». Una «leggenda metropolitana»? Un altro «giallo» di questa travagliata estate italiana, insieme al caso analogo segnalato nelle Marche che vuole Arnaldo Forlani, ex segretario de, insultato dagli avventori di un ristorante pesarese? Lo scrive il Corriere Adriatico, l'onorevole scudocrociato smentisce, ma il quotidiano ribadisce la sua versione. A Portofino, c'è anche chi è pronto a fare il cognome dei protagonisti della presunta, vivace contestazione all'ono¬ revole del Garofano (identificandoli con una coppia di industriali milanesi, specificando addirittura che il marito è un ex campione di motonautica), ma non è disponibile poi a lasciar citare il suo nome come garante della fonte. E c'è soprattutto l'interessato, Paolo Pillitteri, a negare persino d'essere stato a pranzo o al bar in quel di Portofino. «Non ci vado da secoli», dice al telefonino, a tarda sera, mentre in auto raggiunge Bordighera da Ventimiglia. E ironizza: «Com'è strana l'Unità. Credevo fosse migliorata. Una volta, queste cose le scriveva la Pravda, conV ' "randuchi. Potevano ai chiedermi conferma. Un giornalista serio, cerca fonti serie. O no?». «Non è la prima volta che mi succede - sostiene l'ex sindaco di Milano -. L'anno scorso, i giornali hanno scritto che mi avevano insultato in un bar di Ospedaletti. Non solo non c'ero mai stato; non esisteva neppure il bar. E' il frutto del clima creato in larga misura anche dai massmedia. Le cose se le dicono e se le cantano da soli. Questo modo di fare giornalismo mi pare la summa del concetto di umanità, di informazione corretta, di rispetto per i diritti delle persone degno erede della grande tradizione gramsciana». Si consola, Pillitteri, sfoderando altro sarcasmo: «Questa estate leggo solo giornali seri: Novella 2000, Eva Express...». Ringrazia e stacca il cellulare. E i cronisti, a Portofino, ricacciano il bloc notes in tasca con appunti troppo scarsi. Troppo ghiotta la notizia per essere vera? Mario Tortello Paolo Pillitteri ex sindaco socialista di Milano e cognato di Bettino Craxi