In salvo a Londra Irma straziata dalla guerra di Foto Reuter

I medici accusano le Nazioni Unite di indifferenza: non hanno fatto nulla Se la piccola muore è anche colpa loro In salvo a Londra Irma sffoziata dalla guerra PONTE AEREO PERLA BIMBA o:j» ii «OiiBimfioaJ > i Lg SARAJEVO m ALTRO giorno, fra lunghe file di persone mutilate da bombe e cecchini, la piccola Irma giaceva ancora rannicchiata in un letto dell'unità di terapia intensiva dell'ospedale di Sarajevo. I suoi occhi guardavano senza espressione verso l'alto. Un braccìno stava stretto a una bambola Barbie rotta, l'altro era attaccato alla fleboclisi. Quando leggerete quest'articolo Irma sarà arrivata in Gran Bretagna. Irma Hazdimuratovic, cinque anni, è due volte vittima del barbaro assedio che da 16 mesi stringe Sarajevo. Una settimana fa, la mamma l'ha portata a fare un giretto. Un colpo di mortaio ha ucciso la donna e ha inflitto a Irma, che si trovava parzialmente riparata dall'onda d'urto, estese ferite al cervello e alla spina dorsale. Le Nazioni Unite si sono perse in lungaggini burocratiche. Cinque giorni fa il medico della bimba ha lanciato un disperato appello a tutte le principali agenzie di soccorso internazio- naie, Unprofor, Unhcr, Who e Unicef. Senza esito: non c'erano ospedali e non c'erano aerei. «E' un caso chiarissimo, se Irma resta muore, se parte può vivere» diceva il dottor Edo Jaganic, camminando su e giù nel corridoio buio fuori dalla stanza della piccola. Mentre il medico si affliggeva, Irma aveva la seconda convulsione della mattinata. Il suo corpicino penosamente esile si dibatteva in agonia. «Non sappiamo proprio che cos'è che non va - diceva il dottor Jaganic -, non abbiamo né elettricità né laboratori né strumenti di anàlisi. Potrebbe essere meningite o un'emorragia, semplicemente non lo sappiamo». L'altro giorno si è diffusa la notizia che finalmente Irma stava per essere portata via. Sarebbe stata accompagnata all'aeroporto con due parenti e poi portata da un jet della Raf appositamente attrezzato (è stato John Major a disporre personalmente il ponte aereo) a Falconara Marittima - provincia di Ancona - e da qui all'ospedale londinese di Great Ormond Street (è arrivata ieri sera, ndr). E' triste dire che se Sarajevo non fosse stata piena di giornalisti in vista dei possibili attacchi aerei Usa, il mondo probabilmente non avrebbe nemmeno sentito parlare di Irma. Già una volta l'avevano data per clinicamente morta, e poi era stata rianimata. La sua sorte sarebbe passata inosservata in un ospedale che da due mesi lotta eroi- camente contro la mancanza di cose essenziali come l'elettricità e l'acqua corrente. «Sembra proprio una recita» dice l'anestesista Vesna Cengic, una donna pallida con una massa di capelli neri. Ha insistito con forza perché Irma venisse portata via, ma è ugualmente triste. «E' tragico che si faccia tutto questo rumore attorno a una singola bambina mentre ci sono tanti casi analoghi», esclama. Il caso di Irma ha messo in luce serie deficienze nel sistema di sgombero sanitario delle Nazioni Unite, che a dire di molti critici sembra ispirato più dal desiderio di mantenere la gente intrappolata a Sarajevo che da quello di rispondere davvero alle necessità. Dall'inizio della guerra 50 mila abitanti della capitale sono stati feriti da cecchi¬ ni o granate. Ma in tutto quest'anno le Nazioni Unite liano sgomberato solo 89 feriti. «Non possiamo fare nulla, soltanto piangere. E' una vergogna per l'Onu - dice piano la dottoressa Cengic -. Se Irma muore, sarà colpa delle Nazioni Unite». Natasha Narayan Copyright «The Guardian» e per l'Italia «La Stampa» I medici accusano le Nazioni Unite di indifferenza: non hanno fatto nulla Se la piccola muore è anche colpa loro In alto una drammatica immagine di Irma A fianco la piccola con il padre Nell'altra foto un autocarro di miliziani musulmani [FOTO REUTER]

Persone citate: Irma Hazdimuratovic, John Major, Natasha Narayan, Ormond, Raf, Vesna

Luoghi citati: Ancona, Falconara Marittima, Gran Bretagna, Italia, Londra, Sarajevo, Usa