Il regista e il reggae

Il regista e il reggae Il regista e il reggae Quando la mamma diMarley voleva cacciare lui e la troupe MILANO. Quando Bruno Bigoni, il giovane regista di «Veleno», il film presentato ieri al Festival di Locamo (protagonisti Marina Confalone, Carlo Colnaghi, Elio De Capitani e Ida Marinelli) stava girando un documentario sulla Giamaica per conto della Fininvest, sulla tomba di Bob Marley voleva scoprire la vera anima del reggae. Mentre si filmavano i vetri cattedrale del sacrario, da una casa bianca fra le palme uscì una grassa donna nera con occhiali neri e con grappoli di treccioline che si mise a urlare: «Via di qua. Non voglio che profaniate col cinema questa tomba». Era la mamma di Bob Marley. Bigoni rispose, gentile come sempre: «Signora, il cinema non profana, ma racconta la gente alla gente». Due guardiani alla pace eterna di Marley ballavano sullo spiazzo antistante la tomba a ritmo del reggae che usciva da altoparlanti nasco¬ sti. I due ciondolavano come pugili un po' suonati perché in preda alla gangia (la marijuana locale). Il regista Bigoni rideva: «Se avessi questi due nel mio film, sarebbe un successo». La realizzazione del «suo film» era ovviamente il suo obiettivo principale di regista. Allora non si chiamava ancora «Veleno», ma il titolo provvisorio era «Uno strano caso». Nel paradiso della Giamaica si doveva realizzare uno special sulla musica reggae contrapposta al calipso dell'altro grande cantante dell'isola, Harry Belafonte. Bigoni non si distraeva dal lavoro, ma si capiva che la sua aspirazione era un'altra. «Ho nel cassetto un copione al cui confronto questo nostro lavoro sulla musica reggae fa ridere». E raccontava una vicenda di incomprensioni, odii, violenze. Anticipava insomma, drammatici momenti universali di divisioni, con separazioni ine- vitabili, gravi intolleranze. Ci diceva Bigoni: «A voi interessano avvenimenti che hanno come sfondo Paesi esotici, mari di alabastro, donne dalla pelle nera possedute da uomini violenti. I sentimenti però, non è necessario venirli a cercare ai Caraibi. Anche a Milano le passioni e le violen ■ ze a volte la fanno da padroni». Oggi ribadisce: «Vivere e amare è bellissimo, ma quanta fatica, e quanto veleno». Nevio Boni Bruno Bigoni

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