Il barbone morto batte Mozart

Il brano scritto da un disperato scomparso vent'anni fa conquista le classifiche inglesi Il brano scritto da un disperato scomparso vent'anni fa conquista le classifiche inglesi Il barbone morto batte Mozart Egliyuppies si mettono in coda nei negozi di dischi J LONDRA NA canzone nata in un covile di stracci ammonticchiati su un marciapiede balza all'empireo dei quindici dischi classici Il compositore e pruni d'Inghilterra. solista è un barbone senza nome, che non potrà riscuotere i diritti d'autore perché gli stenti lo hanno ucciso da un pezzo. Oggi contende il terreno in classifica alle Nozze di Figaro di Mozart. Jesus's bìood neverfailed me yet (Il sangue di Gesù non mi ha mai abbandonato finora) entra questa settimana nei valori caldi di Classic Fm, la stazione radio che trasmette Beethoven e Bach come se fossero canzonette. Avverte il presentatore Paul Gambaccini: «O restate increduli o correte a comperare il disco». Arrangiato da Gavin Bryars, il brano dura 74 minuti e 43 secondi. E' candidato al Mercury Music Prize. La gemma è rimasta nascosta a lungo. Un giorno del 1971, un povero vagabondo del quartiere londinese di Waterloo proruppe nel commovente inno davanti al- la videocamera di Alan Power, documentarista intento a riprendere i clochard. La sua voce intensa, vagamente lunare, e la fede che trasudava dal testo diedero i brividi a Bryars. La sequenza non fu utilizzata, ma il musicista era rimasto così colpito da quella canzone che se la portò nel suo studio di registrazione al politecnico di Leicester, per lavorarci su. Un giorno la fece ascoltare agli studenti della facoltà di belle arti, lasciò il registratore acceso e andò a prendersi un caffè. Quando fece ritorno trovò il dipartimento in lacrime. «I ragazzi si muovevano con lentezza, molti piangevano in silenzio», ha raccontato all'Observer. Il contrasto tra il religioso abbandono del barbone e la sua miseria può sembrare tragico o iro¬ nico. Gli ultimi tre versi recitano: «Il sangue di Gesù non mi abbandonerà mai, questa è l'unica cosa che so, perché Lui mi ama tanto». L'autore è rimasto anonimo: nessuno è riuscito a stabilire chi fosse. Si sa soltanto che è morto prima del 1975. Nell'orchestrazione le poche parole, ventotto in tutto, sono ripetute ossessivamente. Accompagnate da un coro, sono «la quintessenza del minimalismo religioso». Un intero movimento è interpretato da Tom Waits. Rappresenta l'ultima frontiera della fusione tra musica classica e pop. Nel negozio di Tower Records a Piccaduly Circus, il più frequentato di Londra, il ed spopola. E' uscito un mese e mezzo fa e già se ne vendono tra le 50 e le 100 copie a settimana. Ironia sociale: gli acquirenti sono per lo più yuppies. «Ascoltano il motivo in casa di amici e si precipitano a comperarlo», dicono i commessi. Le lodi a Dio improvvisate sotto le stelle diventano un accessorio ricercato delle cene eleganti. Maria Chiara Bonazzi La genialità nasce in strada. Una scena dalla «Leggenda del santo bevitore»

Persone citate: Alan Power, Bach, Beethoven, Gavin Bryars, Maria Chiara Bonazzi, Mozart Egliyuppies, Paul Gambaccini, Tom Waits, Tower

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Piccaduly Circus