Ai serbi restano poche ore
Nuove promesse di Karadzic e Mladic: ci ritiriamo. Ma l'Orni non conferma Nuove promesse di Karadzic e Mladic: ci ritiriamo. Ma l'Orni non conferma Ai serbi restano poche ore A Bruxelles oggi si decide il blitz aereo BRUXELLES. Dal 21 luglio la Nato è pronta ad intervenire con attacchi aerei in Bosnia per difendere le sei zone - Sarajevo compresa - dichiarate protette dalle Nazioni Unite. Per avviare le operazioni si era attesa fino alla settimana scorsa una richiesta dell'Orni che non è mai giunta e che non viene più considerata essenziale. La riunione odierna a Bruxelles, a livello di ambasciatori Nato, che potrebbe dare il via all'operazione, fa seguito infatti a quella svoltasi lunedì scorso in cui è stato deciso che interventi aerei della Nato dovranno avvenire, anche se non su richiesta diretta dell'Orni, ma sotto l'autorità delle Nazioni Unite (che mantengono il diritto di veto) «per non compromettere i negoziati di pace in corso a Ginevra», che per altro non accennano a progredire, e «per garantire la sicurezza dei caschi blu». Il ventaglio delle opzioni vanno da attacchi sostanzialmente dimostrativi ad azioni contro postazioni di artiglieria e mezzi corazzati, fino ad attacchi più ampi contro strutture di comando, depositi, strutture logistiche. Le operazioni sarebbero effettuate con una sessantina di aerei americani, francesi, britannici e olandesi che partirebbero da basi italiane e da portaerei americane nel Mediterraneo. Sia il Segretario generale che i vertici militari dell'Unprofor da parte loro hanno sempre palesato una grande prudenza riguardo all'ipotesi di un intervento che è invece caldeggiato soprattutto da Washington. In particolare, il capo dei caschi blu francesi in Bosnia ha in più di ima occasione manifestato i suoi dubbi sull'efficacia dell'operazione e i propri timori per l'incolumità dei suoi soldati. Questi ultimi, tra l'altro, presidiano l'aeroporto di Sarajevo che è sot¬ to il tiro dei miliziani serbi. Ieri intanto da Sarajevo sono arrivate notizie contraddittorie. Il comandante delle forze serbo-bosniache, generale Ratko Mladic, ha annunciato in serata di aver raggiunto un accordo con le forze di pace dell'Orni per il ritiro a tappe delle sue truppe dai monti Igman e Bjelesnica. Mladic ha detto di aver accettato un piano in tre punti nel corso di colloqui all'aeroporto di Sarajevo con il comandante dell'Uri- profor in Bosnia, il generale belga Francis Briquemont. Inoltre i serbi sarebbero disposti ad aprire due vie di accesso alla città assediata. Le notizie non sono state però confermate da fonti della Unprofor. Secondo altre notizie il ritiro delle armi pesanti dai monti Igman e Bielasnica sarebbe già iniziato. Ieri sera i rappresentanti dell'Orni non erano ancora in grado di confermare lo smantellamento delle postazioni serbe. Il portavoce dell'Orni, Barry Frewer, ha precisato che non è possibile ancora sapere di preciso cosa stia avvenendo. «Noi speriamo che si tratti di qualcosa di più di un'astuta messinscena - ha detto -. Non siamo in grado di confermare che si sia trattato di un vero ripiegamento perché non sappiamo dove sono state ritirate le unità». Gli osservatori Onu, ha ribadito, «non hanno visto nessuna prova di un serio ritiro». [Agi-Ansa]
Persone citate: Barry Frewer, Francis Briquemont, Karadzic, Mladic, Ratko Mladic
Luoghi citati: Bosnia, Bruxelles, Ginevra, Sarajevo, Washington
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