A rischio il bosco dell'Eneide

A rischio il bosco dell'Eneide La cembreta di Alevè proposta come «Riserva naturale speciale» A rischio il bosco dell'Eneide INTEGRAZIONE tra attività agricole propriamente dette e attività connesse con il mondo dell'agricoltura: questo, specie nelle zone di montagna, sembra essere il segreto per fermare la fuga verso le città e fornire agli agricoltori sufficienti mezzi economici per farli rimanere. All'insegna di questo concetto, che da tempo viene ripetuto ma che è attuato con difficoltà, si è svolta una tornata di studio dell'Accademia di Agricoltura di Torino, i cui soci si sono riuniti nei giorni scorsi in Val Varaita, nel Cuneese, presso la sede della Comunità Montana di Sampeyre. La discussione con i dirigenti locali si è articolata - come ha detto Pier Luigi Ghisleni, docente di genetica presso l'Università di Milano e presidente dell'Accademia di Agricoltura di Torino - su diversi punti: qualificazione delle condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni locali, promozione di attività silvo-pastorali, attività tu¬ ristica promossa anche dalla valorizzazione del patrimonio floro-faunistico, reintroducendo nel bosco specie di flora e di fauna già tipiche della zona ed ora scomparse. Ma lo scopo principale dell'iniziativa dell'Accademia era quello di proporre la realizzazione di una «Riserva naturale speciale» del bosco Alevè, un tesoro unico in tutto l'arco alpino occidentale, e che si trova in pericolo. Che cos'è il bosco Alevè? Si tratta di una cembreta, cioè di una foresta di pino cembro allevato in purezza su un'area spiega il professor Ghisleni racchiusa in unico corpo di circa 700 ettari, collocata sulla sinistra idrografica del torrente Varaita a quote comprese tra i 1600 e i 2500 metri. Il pino cembro - o cirmolo - è molto diffuso soprattutto sulle Alpi del Trentino-Alto Adige e il suo legno viene usato per le classiche sculture della Val Gardena in quanto, avendo un basso pe¬ so specifico, è tenero e facilmente lavorabile; quindi ricercato per lavori di scultura, artigianato, falegnameria. Il bosco dell'Alevè - come spiega ancora il professor Ghisleni - è la più estesa e più bella cembreta di tutto l'arco alpino occidentale, l'unica di questa estensione. La pineta è antichissima: risale al periodo dei grandi sovvertimenti avvenuti nella storia della vegetazione arborea in corrispondenza delle glaciazioni quaternarie. Già citava il bosco dell'Alevè Virgilio, nell'Eneide, dove viene ricordato un «Vesulus pinifer», associando così la figura del Monviso a quella del pino cembro. Ecco perché l'Accademia di Agricoltura di Torino propone una «Riserva naturale speciale»: vale veramente la pena di conservare questo gioiello nei suoi molteplici aspetti di flora, fauna, foresta, suolo, acque, paesaggio. Gianni Stornello

Persone citate: Ghisleni, Gianni Stornello, Pier Luigi Ghisleni

Luoghi citati: Milano, Sampeyre, Torino