Le pensioni «corrette»

Cambia il sistema di calcolo: non si contano gli anni magri Cambia il sistema di calcolo: non si contano gli anni magri Le pensioni «corrette» Lavori usuranti, riposo anticipato ROMA. Si consoli chi lavora da poco tempo e si è visto prospettare dall'ex ministro Cristofori una vecchiaia con pensione da fame. Il governo Ciampi ha lievemente edulcorato la prospettiva, elevandola da miserrima a semplicemente grama. Non è un granché ma è sempre meglio di prima. La storia cominciò quando forte di una delega parlamentare - il governo Amato decise di riorganizzare quattro settori chiave del disastro italiano: sanità, pubblico impiego, finanza locale e - appunto - previdenza. Quest'ultimo punto sortì alla fine dello scorso anno la riforma cosiddetta Cristofori, dal nome dell'allora ministro preposto alla materia. In estrema sintesi, la normativa stabiliva che, per chi non avesse 15 anni di contributi al 31 dicembre '92, la futura pensione venisse calcolata sull'intera vita lavorativa (e non più sugli ultimi anni), fatte salve le rivalutazioni in base all'inflazione, più un punto percentuale. In pratica significava che tutti i giovani lavoratori avrebbero preso, quando sarebbero andati in pensione, un vitalizio pari a circa al 60% di quello che sarebbe stato loro assegnato dal vecchio regime. Il grido di dolore, come prevedibile, si levò alto e forte, ma il governo non si lasciò impietosire. Poi, finalmente, è arrivato il decreto applicativo del governo Ciampi che, pur non potendo smentire la riforma, ha cercato di renderla meno crudele. La pensione - dice ora la nuova normativa - sarà sempre calcolata sull'intera vita lavorativa ma non si terrà conto di quelle annate in cui la retribuzione è stata inferiore di almeno il 20% alla media. Praticamente gli anni della gavetta vengono abbonati, la pensione che risulterà da questo calcolo sarà sempre poca cosa rispetto alle dorate rendite di cui hanno goduto in passato alcune categorie, ma sarà comunque migliòre di quella assai spartana minacciata da Cristofori. Se l'attuale governo ha avuto un occhio di riguardo per i giovani lavoratori (quelli appunto con meno di 15 anni di contribuzioni previdenziali) lo ha avuto ancora di più verso piloti e giornalisti, iscritti - rispettivamente - al Fondo di previdenza per il personale di volo e all'Inpgi. Per queste due categorie le annate «magre» da non computare ai fini pensionistici sono quelle in cui la retribuzione è del 10% (e non del 20%) più bassa della media, e questo vale fino a un massimo del 35% degli anni di contribuzione. Sempre in materia previdenziale, il Consiglio dei ministri ha emanato altri due decreti. Nel primo si dice che l'età lavorativa può essere ridotta per quelle categorie che esercitino un'attività «particolarmente usurante», a patto che questo beneficio non venga cumulato con altri analoghi già previsti da alcune forme previdenziali. L'abbuono sull'età pensionabile, per queste categorie, è di due mesi per ogni anno lavorato, fino a un massimo di 5 anni complessivi su 30 lavorati. In pratica le donne possono andare in pensione a 55 anni anziché a 60 e gli uomini a 60 anziché 65. Lavori «usuranti» sono considerati - per fare solo alcuni esempi - tutti quelli che si svolgono sistematicamente di notte, ì lavori di miniera, quelli a catene di montaggio con ritmi vincolanti, quelli svolti in spazi ristretti (cunicoli, gallerie, fogna- ture e simili), oppure su strutture sospese (scale, ponti, funi), in celle frigorifere o presso altiforni, ma anche lavori di palombaro, autista di mezzi rotabili, addetti ai reparti di pronto soccorso. L'altro decreto previdenziale varato dal governo riguarda i lavoratori agricoli e mira ad accertare che i contributi previdenziali vengano effettivamente versati e ad agevolarne la riscossione. Raffaello IMasci Il provvedimento riguarda i lavoratori con poca anzianità L'ex ministro del Lavoro Nino Cristofori

Persone citate: Ciampi, Cristofori, Nino Cristofori

Luoghi citati: Fondo, Roma