Mino Reitano e il video-dio che crea distrugge e ricrea

r- TBVU'&TIVU' Mino Reitano e il video-dio che crea, distrugge e ricrea NE capitano di tutti i colori, in televisione. Personaggi che passano come meteore (Dario Fo), altri che non se ne vanno (Pippo Baudo), altri che si riciclano (Raffaella Carrà), altri che si amministrano (Renzo Arbore), altri che restano uguali a se stessi, di qui all'eternità (Mike Bongiorno), altri che si concedono con parsimonia (Adriano Celentano). Poi ci sono le bizzarrie: Federico Zeri che dialoga con la «signora Lazzari», monumento alla casalinghitudine più corriva; la Gialappa's che mette a fuoco il fascino dell'orrido televisivo, nello sport e nelle piccole reti; don Gelmini che presenta il rock per essere «vicino ai giovani»; Mengacci che mette alla berlina fingendo di non farlo dei buoni ragazzi che si sposano davanti alle telecamere. Poi c'è Mino Reitano, che è un bel caso, per il patrio video. Reitano, cantante di grande successo popolare, per 25 anni vituperato da chi si occupa seriamente di musica. Le sue canzoni erano per la musica quello che le novelas sono per la televisione, e lui era consi- I quei 1 late derato il profeta del tipico ciarpame canzonettaro, strappalacrime e portatore dell'immagine più retorica del Sud, fatica, sudore, povertà e famiglia imita. Anche se poi ha scritto, oltre a «Era il tempo delle more», «Avevo un cuore che ti amava tanto», «Gente di Fiumara», un brano bellissimo che risplendeva come un diamante nella voce di Ornella Vanoni, «Una ragione di più»; «C'è ima ragione di più per dirti che vado via: sei tu, quella ragione di più». Poi Reitano è sparito, come tanti della sua generazione; poi è tornato, conducendo in tv qualche piccola trasmissione collegata con le lotterie. Infine, nell'ultima stagione, complice quello strano personaggio di Gianni Ippoliti, è diventato la piccola star di «Q come cultura», la stessa trasmissione in cui Zeri ci intratteneva con le sue deliziose conversazioni. «Q come cultura» è uno di quei programmi della fascia notturna di Raitre, meno visti ma molto piaciuti. Meritatamente piaciuti, perché non si tratta soltanto di riempitivi o di programmi seri mandati in onda di nascosto all'ora del vampiro, ma sono spesso trasmissioni vere, pensate («Diritto di replica», «Magazine tre»). Reitano ha saputo reggere bene il gioco surreale di Ippoliti: oppure è Ippoliti che è riuscito a renderlo televisivamente funzionante facendolo essere semplicemente se stesso. Il cantante ha acquisito fiducia, e adesso gli realizzano persino i programmi celebrativi. Qualche giorno fa, su Raiuno, è andata in onda una serata registrata a Giardini Naxos, durante uno dei tanti premi di stagione. Presentava Daniele Piombi, Reitano, arrivato allo smoking passando attraverso impermeabile e giaccone, ha raccontato svariati aneddoti sulla sua vita, sulla sua famiglia (complesso Reitano Brothers Band), sui suoi ricordi di Fiumara. E il giorno dopo compariva, sempre su Raiuno, in «Buona fortuna», ancora un programma abbinato alle lotterie nazionali. Sì, la tv è molto diversa dalla natura: crea, distrugge, ricrea. Alessandra Comazzi

Luoghi citati: Fiumara, Zeri