Rimpiangete love Story? Vi meritate Meg e Tom di Alessandra Levantesi

A Locamo film rivela2ione dell'estate Usa A Locamo film rivela2ione dell'estate Usa Rimpiangete love Story? Vi meritate Meg e Tom «Sleepless in Seattle» racconta l'amore di un vedovo e una donna in carriera LOCARNO. Sarà la «Love Story» degli Anni 90? E' presto per dirlo, ma «Sleepless in Seattle», commedia romantica dell'estate cinematografica americana, ha incassato 85 milioni di dollari nelle prime 5 settimane. Il film, diretto da Nora Ephron, è festosamente sbarcato in Europa, sotto le stelle della Piazza Grande e fuori concorso al 46° Festival di Locamo. I giornali Usa insistono sul facile gioco di parole fra «sleepless» (che vuol dire insonne) e «sleeper», che nel gergo dello spettacolo vuol dire una pellicola il cui successo esplode al di là delle aspettative. Chi non riesce a dormire, nella remota città costiera del Pacifico, è il giovane vedovo Tom Hanks, che su iniziativa del figlioletto di 8 anni, Ross Malinger, finisce controvoglia per esternare le proprie pene al confessionale notturno di ima radio privata. E proprio in quel momento Meg Ryan, una giornalista di Baltimora che sta tornando in macchina dalla festa del proprio fidanzamento, si sintonizza sulla trasmissione e reagisce con lo scetticismo tipico degli intellettuali. Eppure, com'è come non è, lo sfogo sincero dell'uomo solitario incanta a sorpresa la ragazza in carriera; e nello stesso tempo seduce, sparse qua e là per l'America, migliaia di femmine che immediatamente telefonano, scrivono, cercano un contatto. Per oltre un'ora il racconto va avanti seguendo separatamente i passi di lui e di lei, sul sottofondo di una selezione di classici della canzone sentimentale che vanno da «When I fall in love» a «Bye Bye Blackbird»; e usando come falsariga quel vecchio film strappalacrime degli Anni Cinquanta in cui gli innamorati Cary Grant e Deborah Kerr si davano convegno in cima all'Empire State Building dove lei non si presentava perché investita da un'auto. Anche qui, sempre per le manovre del bambino che è il folletto Puck della situazione, scatta l'appuntamento e proprio il 14 febbraio, giorno di San Valentino, quando il grattacielo più famoso del mondo riverbera fra le mille luci di New York l'immagine di un grande cuore rosso fuoco. La domanda che si pone lo spettatore (ovviamente sapendo già la risposta) è: riusciranno i nostri eroi a non smarrirsi nei meandri delle rispettive esistenze e ad incontrarsi? Culminerà «Sleepless in Seattle» in quell'abbraccio fra Tom e Meg sui preli- In alto la Ryan n film, qui Hanks minari del quale la regista ha costruito l'intero film? Poco più che cinquantenne, ebrea newyorchese, amica di Woody Alien, sceneggiatile di «Harry ti presento Sally», divorziata dal celebre cronista del Wategate Cari Bernstein che poi dileggiò nel romanzo «Heartburn» divenuto un film con Jack Nicholson, Nora Ephron è quella che vorrebbe diventare la sua protagonista: una donna di successo, invidiata, brillante, un po' cinica, infrangibile. E tuttavia se Meg è pronta a sciogliersi in lacrime appena sente una triste storia alla radio, Nora riscopre la magia dell'amore ed è pronta a scommetterci su. Nell'atto stesso di ironizzare su tutti i luoghi comuni (innamoramento, ricorrenze tradizionali, immagini Usa da cartolina, canzonette, vecchi film alla tv...) la moderna signora li rigenera, li valorizza, li rivende al prezzo più alto. E c'è da giurare che conquisterà anche l'Europa. Così in questo strampalato scorcio di secolo, dopo tante negazioni e contestazioni, vediamo risorgere sulle colline di Hollywood una visione smerigliata dell'America che emerge dalle fantasie dell'inconscio collettivo, accompagnata da battute infallibili, attori impeccabili, effetti a prova di qualsiasi pubblico. Tutta la vecchia paccottiglia comico-sentimentale, presa in giro quel tanto che basta a salvare la faccia: e a stabilire il tono del film è proprio la scelta della voce buffonesca di Jimmy Durante che scandisce, sotto i titoli, «As time goes by», senza recare un vero oltraggio ai teneri fantasmi di «Casablanca». Viene il sospetto che questa iridescente bolla di sapone sia stata fabbricata un po' laboriosamente, che appartenga poco all'ispirazione e molto all'industria del divertimento. Sicché fra la gente in piazza, in massima parte sorridente e soddisfatta, ristretti gruppuscoli di cinefili hanno fischiato. Sono quelli che allo sciroppo dolcificato di Nora Ephron preferiscono l'amaro calice della francese Patricia Mazuy, una giovane cineasta in concorso nello stesso giorno. Il cui film, «Travolta e io», nella sua immatura rozzezza, ha tutto ciò che manca a «Sleepless in Seattle»: il senso tragico della vita che l'amore non riesce a curare, la pietà per coloro che ne sono feriti a morte. Alessandra Levantesi 31! In alto la Ryan nel film, qui Hanks