L'Italia brucia mobilitato l'esercito di Pier Paolo Luciano

Incendi dalla Liguria alle Puglie, minacciato anche il parco d'Abruzzo Incendi dalla Liguria alle Puglie, minacciato anche il parco d'Abruzzo L'Italia brucia, mobilitato Fesercìto Il governo: i soldati contro l'emergenza ROMA. «L'Italia brucia, intervenga l'esercito». Vito Paggio, sottosegretario alla protezione civile, si è rivolto al ministro della Difesa Fabbri per chiedere l'aiuto dei soldati nel fronteggiare l'emergenza incendi. Non solo. La forestale sta rafforzando le squadre antincendio e il dipartimento di protezione civile ha dato via libera ai prefetti per l'impiego delle associazioni di volontariato sia per operazioni di prevenzione, sia di soccorso. L'unica nota positiva, come informano dalla sala opertiva della protezione civile, è che per adesso le situazioni più critiche riguardano zone scarsamente abitate. Sulle cause di una così vasta offensiva del fuoco non esistono più dubbi: dietro c'è la mano dei piromani. Nonostante le condizioni meteorologiche siano «ad alto rischio di incendio» in quasi tutta l'Italia centrale, meridionale ed insulare (vento, bassa umidità ed alta temperatura), la maggioranza dei focolai è di origine dolosa. Impossibile, dicono gli esperti, quantificare la superficie boschiva destinata ad andare in fumo fino alla fine dell'estate. Se in Sardegna è stato decretato lo stato di emergenza, in almeno altre cinque regioni è allarme rosso. E in Toscana si contano anche due morti. Ma è un giallo. I vigili del fuoco, dopo aver domato un incendio divampato tra le campagne di Chianni e Castellina Marittima, nel Pisano, hanno trovato un'auto, rimasta imprigionata dalle fiamme, con due persone carbonizzate a bordo. Ma i cadaveri giacevano nel bagagliaio posteriore. Appare dunque più probabile che l'incendio sia diventato un valido espediente per camuffare un delitto. Se ne saprà di più nelle prossime ore. In Umbria continuano a bruciare i boschi del Ternano, specialmente nelle zone di Cecalocco, Colle Statte e Fossara, dove aiuti sono giunti anche dai vigili del fuoco delle Marche, della Toscana e del Lazio. Il sindaco di Terni, Gianfranco Ciaurro, ha chiesto ed ottenuto l'intervento dell'esercito per fronteggiare l'emergenza. Sempre in Umbria erano stati spenti nella serata di ieri gli incendi di Assisi, Amelia, Cesi, Borgheria di Narni. Nuovi focolai si vanno sviluppando al confine umbro-laziale, nelle zone di Monteleone di Spoleto e di Allerona. Nell'Aquilano non accenna a migliorare la situazione e in località Introdacqua, nel Sulmonese, le fiamme hanno già distrutto 600 ettari di pineta, procedendo su un fronte di 20 chilometri. La zona è frequentata dall'orso bruno protetto del Parco d'Abruzzo e da altri animali delle due riserve. Simile la situazione a Celano, mentre nuovi focolai sono esplosi nella zona di Fano di Monte Reale. E c'è pure un giallo: venerdì il primo Canadair da Livorno era atteso a Ce- lano alle 16,50, ma non è mai arrivato. Qualcuno, spacciandosi per dirigente della forestale, ha telefonato alla base toscana e ha fatto dirottare l'aereo verso la Sardegna. Un ritardo che ha compromesso notevolmente la lotta contro le fiamme. Anche in Toscana, in località case di San Romolo nel comune fiorentino di Bagno a Ripoli, sono andati distrutti in mattinata quattro ettari di bosco, mentre nelle Marche tre vasti incendi stanno interessando le province di Ascoli Piceno, Ancona e il comune di Scheggia. Permane lo stato di emergenza anche in Liguria, dove negli ultimi giorni solo nello Spezzino sono andati in fumo circa 340 ettari di bosco, ed in Puglia, dove stanotte sono bruciati altri 50 ettari in provincia di Foggia. In Liguria è polemica: la Légambiente denuncia lo scarso coordinamento degli interventi di spegnimento a punta l'indice contro il prefetto. Il Wwf si dichiara pronto a costituirsi parte civile nei processi contro gli autori degli incendi. Secondo le previsioni fornite dalla sala operativa della protezione civile, in base ad alcuni indici meteorologici (vento, umidità, temperatura) le zone del territorio nazionale che rischiano maggiormente di essere aggredite da nuovi incendi sono, oltre quelle già interessate dal fuoco, la Basilicata, la Calabria e la zona interna della Sicilia, in provincia di Enna e Catania. Pier Paolo Luciano

Persone citate: Cesi, Gianfranco Ciaurro, Vito Paggio