le battaglie di Lucio Libertini
le battaglie le battaglie In «trincea» fino all'ultimo ROMA. In trincea fino all'ultimo istante. E' di due giorni fa, dalle pagine di Liberazione, la «lettera aperta» indirizzata dal senatore Lucio Libertini al compagno Sergio Garavini, già coordinatore nazionale di Rifondazione comunista, poi «detronizzato» dalla nuova maggioranza che si è formata nel partito. «Caro Sergio, torniamo alla politica - scriveva Libertini -. Nel Congresso ciascuno farà la sua parte; io non mi sottraggo ad alcuna responsabi¬ lità, ma ho tanta voglia di tornare ai primi mesi del 1991, quando si compì il miracolo iniziale di Rifondazione, ed eravamo così uniti senza etichette, ma solo tutti liberamente comunisti». «Tu sostieni - aggiungeva Libertini - che una parte si è voluta impossessare del partito. Io ti rispondo che se si determina una differenza, e si vota, è la maggioranza che prevale e non la minoranza; e come sai è stata una maggioranza assai larga... Inoltre, questa maggioranza non si è impadronita proprio, di nulla, ma ha dato vita ad una gestione unitaria nella quale ci ritroviamo tutti al di là dei voti espressi nel Comitato politico e alla quale abbiamo cercato in ogni modo di associarti». Libertini chiedeva di concentrarsi «sugli ardui compiti che dobbiamo fronteggiare», a partire da «quel terribile passaggio da superare, la legge maggioritaria, per me sempre infame». «Ti prometto - faceva sapere pubblicamente a Garavini - qualunque cosa direte tu o gli altri, che non tornerò più sui problemi interni. Questo tipo di polemiche servono oggi per offrire materia agli avversari, per distrarre (già lo fanno con la censura più feroce) l'attenzione dalla nostra iniziativa politica e sociale: e del resto vedo che questa è anche una tua preoccupazione legittima». Ir. int.] Lucio Libertini, senatore di Rifondazione comunista avrebbe voluto scrivere un'autobiografia; la storia di un «globetrotter della sinistra»
Persone citate: Garavini, Lucio Libertini, Sergio Garavini
Luoghi citati: Roma
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