PANE AL PANE di Lorenzo Mondo

r PANEALPANE Bocciata la tassa applausi dai defunti UESTA che stiamo vivendo, passerà alle cronache come l'estate dei morti. Non soltanto i morti, come dire, seri, irrevocabili: i potenti che si sono tolti la vita perché trascinati nell'inchiesta sulle tangenti, la povera gente massacrata nell'attentato di via Palestra a Milano. Parliamo dei morti nella loro generalità, quelli che una legge bislacca considera come presenti, come soggetti attivi. A metterli in riga, senza tante storie, questi cittadini riluttanti è stato il ministro della Sanità, Maria Pia Garavaglia. Attraverso enunciazioni incalzanti come bollettini di guerra che, secondo la tradizione, non ignorano al momento giusto i vantaggi della ritirata strategica. Vediamone la rapida e illuminante sequenza. Venerdì 30 luglio. Il ministro annuncia che la tassa sul medico di famiglia dovrà essere pagata anche per coloro che sono deceduti dopo il 31 dicembre 1992. Domenica 10 agosto. Arginando una valanga di critiche - particolarmente pungenti e moleste per una de quelle dell'Osservatore Romano - definisce «poco seria una discussione su una legge dello Stato approvata dal Parlamento». Senza entrare nel merito, il ministro si limita a proclamare la maestà e perfino l'indiscutibilità di una legge. Pretesa risibile, dopo anni caratterizzati dall'affanno e dalla provvisorietà legislativa, in presenza di un Parlamento che ha ricevuto gli 8 giorni di preavviso. Mercoledì 4 agosto. Il sottosegretario alla Sanità Publio Fiori manifesta la propria incredulità, dice che il ministro non ha capito niente, che il versamento delle 85 mila lire deve essere commisurato al servizio effettivamente reso a partire dal 1° gennaio 1993. Ma la Garavaglia difende la sua trincea, insiste a dire che i morti del '93 nel '92 «erano vivi e vegeti ed hanno usufruito del medico di famiglia». Sembrano straniti come due personaggi di Campanile, questi politici che si parlano a distanza e si direbbe non si siano mai visti. E non pare indelicato far rilevare alla Garavaglia che, se i morti del '93 erano indubitabilmente vivi l'anno pri^na^quel «vegeti», almeno per i malati cronici, risulta di troppo. Giovedì 5 agosto. La fermezza comincia ad essere incrinata dall'appello al buonsenso. Se il morto non avesse pagato - ci assicura - non avrebbe passato guai, il fisco non fa controlli su personaggi che non esistono più. In realtà, questi evasori sono protetti da una latitanza incommensurabile, perfino eccessiva, quando si pensa ai vivi che si nascondono dietro il dito. Quanto alla perdita dell'assistenza sanitaria di base - che è la sanzione prevista per i renitenti - nel loro caso sarebbe davvero irrilevante, sono affidati ad altre mani, che si sperano più sollecite e meno rapaci di quelle di De Lorenzo. In ogni caso, la Garavaglia si dice disposta a proporre al Consiglio dei ministri che i morti siano esentati. Venerdì 6 agosto. A parte qualche residua incertezza (come si comporteranno i familiari di chi è deceduto nei due mesi in cui si deve effettuare il pagamento?) i morti hanno sostanzialmente vinto la loro battaglia silenziosa. A combattere restiamo noi, prendendo a prestito con lepida misura il verso di quel grande, secondo cui «la morte - si sconta - vivendo». Siamo chiari, negli ultimi tempi ci hanno abituati a tutto, il malgoverno, la spoliazione dei nostri beni, la criminalità, la rabbia impotente, gli accessi di non speranza. Nessuno si sogna di attribuire la crisi che ci travaglia agli ultimi arrivati, ai benintenzionati furieri del naufragio, che hanno un disperato bisogno di raschiare il barile, di raccattare vettovaglie. Ma non riusciamo ancora a sopportare, insieme all'ingiustizia gratuita, il concorso della parola sprecata e senza criterio, la mancanza di senso del ridicolo e del grottesco. E' uno dei contrassegni del momento grave che stiamo attraversando, il risvolto e la conferma. La danza sul ciglio dell'abisso, la barzelletta al piede dell'impiccato. Lorenzo Mondo tdo j

Persone citate: Campanile, De Lorenzo, Garavaglia, Maria Pia Garavaglia, Publio Fiori

Luoghi citati: Milano