La pace belga fra Scalfaro e Savoia
Il presidente: voleva salutarmi, omaggio non a me ma a quello che rappresento Il presidente: voleva salutarmi, omaggio non a me ma a quello che rappresento La pace belga fra Scalfaro e Savoia Stretta di mano con Vittorio Emanuele BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ci voleva la morte di un re perché un Presidente della Repubblica incontrasse i discendenti di Umberto II, ultimo sovrano d'Italia. Ieri, grazie alle esequie di Baldovino del Belgio, Vittorio Emanuele di Savoia ha potuto «stringere la mano» ad Oscar Luigi Scalfaro, durante il pranzo ufficiale offerto dalla regina Fabiola a 750 ospiti d'onore. E' stato lo stesso capo dello Stato a riferirlo ai giornalisti, condendo l'informazione con un po' d'ironia. «Proprio vicino alla porta tra due sale da pranzo ho visto i Savoia - ha detto Scalfaro -, c'rano tutti, si erano messi l'uno accanto all'altro, mi pare, con l'evidente intenzione di salutarmi». In una recente intervista, infatti, Vittorio Emanuele aveva dichiarato l'intenzione di avvicinare il Presidente, per il quale, ha detto, nutre profonda stima. «Mi sembra un atto che merita ogni considerazione - aveva detto Scalfaro prima del pranzo anche perché viene rivolto non tanto ad una persona, quanto a quello che rappresenta». In verità, l'intenzione di Vittorio Emanuele non era esattamente quella di rendere omaggio al Presidente di una Repubblica che ha condannato all'esilio tutti i discendenti dei Savoia. Prova ne sia che, nella stessa intervista, il figlio di Umberto II aveva parlato di un possibile esito monarchico alla crisi che attraversa l'Italia. Ma tant'è. Accanto a Vittorio Emanuele, alla porta di una sala del palazzo reale di Bruxelles, c'erano la moglie Marina Doria, le sorelle Maria Gabriella e Maria Pia, e il duca Amedeo d'Aosta. Mancava solo la regina Maria José, vedova di Umberto, che affaticata dalla cerimonia funebre tenuta in mattinata nella cattedrale di Saint Michel, aveva preferito rinunciare alla colazione. «Ho salutato ciascuno - ha detto Scalfaro -, tutti hanno avuto parole molto buone e molto interessate per l'Italia. Devo dire che mi è sembrata una cosa molto positiva, che certamente non riguardava la mia persona ma la Repubblica, e per questo mi ha fatto veramente molto piacere». Il Presidente ha «fatto cenno con la principessa Maria Gabriella alla sua donazione di documenti per gli archivi di Stato, che mi pare abbia ancora qualche intralcio, ma che è giunto a buon fine con documenti che credo di interesse storico». Savoia e Aosta a parte, Scalfaro ha avuto il tempo di intrattenersi con l'imperatore giapponese Akihito, con il Presidente francese Francois Mitterrand, con cui ha avuto il colloquio più lungo, con quello tedesco Richard von Weizsaecker, con la regina Elisabetta d'Inghilterra, con il re Juan Carlos di Spagna, con il Presidente portoghese Mario Soares, e poi con l'albanese Sali Berisha, l'egiziano Hosni Mubarak, il croato Franjo Tudjman, l'israeliano Ezer Weizman, l'austriaco Thomas Klestil, lo sloveno Milan Kucan. Un'attenzione particolare, tuttavia, Scalfaro l'ha ovviamente dedicata ai reali del Belgio. Parlando con Fabiola, innanzitutto, con il principe Alberto, che succederà allo scomparso Baldovino domani, e con Paola Ruffo di Calabria, la prossima regina italiana dei belgi. Il Presidente, anzi, ha pranzato al tavolo di Paola, con la quale ha avuto «un colloquio estremamente familiare ed affettuoso». Anche nell'aprile scorso, durante la sua prima visita di Stato, Scalfaro aveva pranzato al tavo¬ lo di Baldovino proprio accanto a Paola: «Un onore fatto all'Italia». Di Baldovino il Presidente ha ricordato la «profonda, autentica religiosità», il grande spessore umano. «Sono stato colpito dal raccoglimento, dalla partecipazione enorme di popolo, con un silenzio religioso commovente», ha detto Scalfaro dei funerali. Ma sulle voci che vorrebbero una prossima richiesta di beatificazione del defunto sovrano belga, il Presidente ha raccomandato «la più grande prudenza». In questi casi, ha detto infatti, «i sentimenti devono essere lasciati maturare nel cuore degli uomini». [f. sq.j mi Beatrice d'Olanda, l'imperatrice giapponese Michiko, Mubarak, Guglielmo d'Olanda, Akihito, Sofia e Juan Carlos. A sin.: Fabiola, Alberto e Paola di Liegi. Sotto: Vittorio Emanuele e Scalfaro «Baldovino beato? Ci vuole prudenza»
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