Per Baldovino il silenzio dei re di Foto Ansa

l'omelia del cardinale Danneels: lo dicevano malinconico, il suo non era altro che pudore l'omelia del cardinale Danneels: lo dicevano malinconico, il suo non era altro che pudore Per Baldovino il silenzio dei re Ifunerali tra una folla immensa e muta BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ieri tutto il Belgio si è fermato. Le strade bloccate e deserte, gli autobus scomparsi, il traffico ferroviario interrotto dopo l'arrivo degli ultimi «pellegrini del re». I funerali di Baldovino hanno rappresentato l'acme di un cordoglio tanto generalizzato da sorprendere le autorità, colte da disagio di fronte ad una manifestazione sociale che, a tratti, ha sfiorato la psicopatia collettiva. Tra giovedì e venerdì 500 mila persone avevano affrontato ore di coda per rendere l'ultimo omaggio al «re triste». 625 erano state colte da malore e trasportate all'ospedale. C'è stato persino un caso di suicidio, una donna che non poteva vivere in un mondo senza Baldovino. «Gli avvenimenti degli ultimi giorni hanno assunto le dimensioni sconvolgenti ed inquietanti di una cerimonia sacra - ha scritto Guy Duplat su "Le soir" - e nelle settimane a venire l'immagine del re non farà che crescere ancora, per raggiungere il mito». Un mito che potenti giunti da ogni angolo della terra avranno aiutato a creare: re, regine, presidenti e capi di governo hanno dato vita ieri ad un happening che non ha precedenti storici. Tutti i grandi hanno risposto all'appello del lutto. Tutti tranne Bill Clinton e Boris Eltsin. Le cerimonie sono iniziate alle nove in una Bruxelles deserta, con i cartelloni pubblicitari coperti da grandi fogli bianchi listati di nero, e con balconi, alberi, terrazze e tetti che, per paura di attentati, erano stati vietati ai cittadini lungo tutto il percorso del corteo funebre. Al palazzo reale, nella «sala del pensatore», la salma era guardata dai quattro capi di Stato maggiore. Fuori, davanti alla folla silenziosa, un cannone da campagna, al traino di un autoblindo, attendeva il feretro. Uno squadrone di cavalleria era pronto a scortare il re nel suo ultimo viaggio. «Sire, grazie», si leggeva su uno striscione. Su un lato della camera ardente si radunano l'imperatore del Giappone Akihito e sua moglie Michiko, Juan Carlos e Sophia di Spagna, Beatrice d'Olanda, Haral di Norvegia, Margherita di Danimarca. Manca Elisabetta d'Inghilterra, che attenderà il corteo nella cattedrale di Saint Michel, come il Presidente francese Francois Mitterrand. Alle 9,40 arriva la famiglia reale. Fabiola, il principe Alberto (sarà re domani), sua moglie Paola, l'italiana che diventerà regina, i loro figli, Filippo, Laurent e Astrid, il gran duca di Lussemburgo, Jean, e sua moglie Giuseppina-Carlotta, sorella maggiore di Baldovino. C'è anche Vittorio Emanuele di Savoia, cugino del re defunto. Un minuto dopo, otto ufficiali medici portano il feretro all'aperto, mentre i cannoni del parco del Cinquantenario sparano la prima di 21 salve. Fabiola ha voluto che gli ospiti vestissero in grigio. E per se stessa ha scelto il bianco, colore della resurrezione. Il silenzio viene rotto per la terza volta dal cannone quando il feretro attraversa il cancello del palazzo. Mentre nel cielo sfrecciano dodici caccia, si forma il corteo. In testa la cavalleria, seguita dal feretro. Ai lati i presidenti delle Camere, il capo del governo, il gran maresciallo di corte e gli alti magistrati, con le tonache orlate d'ermellino. La famiglia reale segue, con un'irreale Fabiola a capo inclinato. Sembra inebetita dal dolore e dall'insonnia. Alberto la sorregge. Dietro camminano i re, poi i presidenti, poi ancora le delegazioni dei governi stranieri. Infine il popolo. Il chilometro che separa il palazzo dalla cattedrale di Saint Michel, «la collegiale», vengono percorsi in un'ora) In questa chiesa Fabiola è andata sposa a Baldovino. Risuona la Brabangonne, inno del Belgio. Otto ufficiali dell'esercito sollevano il feretro, e lentamente guadagnano la cattedrale. Attorno, tra le migliaia di spettatori, è sempre silenzio. Alle 10,50 Fabiola la cattolica entra nel tempio, e l'organo intona il preludio e fuga in do minore del protestante Bach. Lei stessa ha scelto la musica. Il cardinale Danneels, primate del Belgio, parla in francese, in fiammingo, poi in italiano, rivolgendo «una parola speciale di benvenuto» al cardinale Sodano, rappresentante del Papa. Danneels parla poi in tedesco e in inglese. Con il latino dei canti fanno sei lingue: il segno di quanto «forte» sia l'identità nazionale dei belgi. Il principe Filippo, che doveva essere re e non lo è diventato, recita un brano del libro dei re in un fiarnmingo stentato. Danneels legge il Vangelo di San Luca, accompagnato dai mormorii di Fabiola che ondeggia. Alberto la osserva attento. Forse ha paura che cada. «Ci sono dei re che sono più di re - dice il cardinale sono pastori per il loro popolo. Lo amano, e sono pronti a morire per esso. Così era Baldovino. Lo dicevano malinconico, ma il suo non era che pudore. Il re aveva una gioia interiore intensa». Poi, i 16 vescovi del Belgio offrono l'ostia. Scalfaro si alza. Elisabetta e Mitterrand no. Seguono le commemorazioni laiche. Il giornalista De Stoop legge la lettera di una prostituta filippina, cui Baldovino ha prestato ascolto. Fabiola si commuove, cerca la mano di Alberto. Alle 12,28 la cerimonia è finita. Quando il feretro riappare sul sagrato scoppia un applauso, scrosciante, caloroso, liberatorio. Fabiola entra in una Mercedes targata 32. Alberto e Paola sono nella seconda. Ai cavalieri si sostituiscono i motociclisti, che accompagnano le spoglie del re alla cattedrale di Laeken, attraverso i quartieri arabi e turchi. Qui le ali di popolo sono scomparse. Solo curiosi dalle facce brune osservano il corteo. Alle 13,2tfil feretro, trasportato da otto ufficiali, entra nella cattedrale di Laeken, e dopo una breve funzione lo si Consegna alla pace della cripta reale. Qui Baldovino riposerà accanto ai suoi quattro predecessori: tanti sono stati i re del giovane Belgio. Fabio Squillante Fabiola ha voluto che gli ospiti vestissero in grigio All'ingresso del feretro in chiesa il preludio di Bach La regina Fabiola, al centro dell'immagine vestita di chiaro, tenuta per mano dai suoi familiari più stretti, nei primi banchi della cattedrale di Saint-Michel [FOTO ANSA]