Giù le mani dagli indios!

Giù le mani dagli indios! Giù le mani dagli indios! Sono 142, vivono di caccia e ortaggi una équipe della Funai ha raggiunto per la prima volta questa popolazione sconosciuta in una regione isolata dell'Amazzonia, lungo il rio Cuminàpanema, 270 chilometri a Nord di Santarèm. Si è poi saputo, però, che essa era stata contattata sin dal 1982 da missionari evangelici americani, appartenenti alla Missao Novas Tribos do Brasil. L'avvicinamento era avvenuto senza alcuna autorizzazione e all'insaputa della Funai, che vieta alle missioni di operare in aree protette, dove è segnalata l'esistenza di gruppi indigeni ancora isolati o appena contattati. Gli indios del Rio Cuminàpanema sono in tutto 142. Hanno una struttura piuttosto solida, parlano una lingua tupì e usano un curioso ornamento, un cilindro di legno lungo circa 15 centimetri (robempor), che inseriscono sotto il labbro inferiore all'età di sette-otto anni. Col passare del tempo questo ornamento deforma l'arcata dentaria inferiore. Il legno di cui è fatto si chiama poturù: da cui deriva il nome di Poturudjara attribuito agli indios dai loro vicini. Gli indios del rio Cuminàpanema vivono in accampamenti formati da poche abitazioni comunitarie, prive di pareti, ciascuna delle quali può ospitare una decina di famiglie, con le loro amache. Praticano la caccia e l'orticoltura per debbio (bruciano cioè, la vegetazione prima di dissodare il terreno), coltivando manioca, mais, una pianta che produce una fibra molto resistente e una specie di pepe che mangiano in abbondanza, mentre non sembrano possedere strumenti per la pesca. Oltre ad archi e frecce (comprese quelle prive di punta, per catturare gli uccelli senza sciuparne il piumaggio), utilizzano strumenti tecnologici che ricordano quelli neolitici. Alle donne, che usano radersi una zona del cranio per appiccicarvi piccole piume di urubù-rei, spetta il gravoso compito di accudire alla prole e di garantire il sostentamento della comunità. Nel febbraio dell'89, quando Sidney Possuelo visita i loro tre villaggi, trova gli indios in condizioni di salute molto critiche: alcuni hanno la malaria, altri la tosse e la febbre e presentano numerose morsicature di serpenti. Prestate le prime cure, decide di tornarvi a maggio, con personale medico specializzato, per fare una serie di controlli e per vaccinare tutta la popolazione, esposta al pericolo di contrarre malattie contro cui non possiede anticorpi. Incontra una sola donna gravida e nessun bambino con meno di un anno di età: come è avvenuto tra i Nambikuàra del Mato Grosso e gli Aràra del Para, vedendo minacciata la sopravvivenza della comunità le donne hanno rinunciato a procreare o deciso di abortire. Secondo il medico della Funai, Marcos Guimaraes, «era un vero miracolo che gli indios fossero ancora vivi, perché da quando erano stati avvicinati dai missionari della Missao Novas Tribos, ne erano morti più di venti IL Para è uno degli Stati brasiliani in cui vivono indios che non hanno ancora avuto contatti con i bianchi. La salvezza di queste minoranze autoctone, più vulnerabili e indifese, rappresenta una grave emergenza che il governo deve affrontare in tempi brevi. Si tratta di piccole comunità, formate da poche decine o, al massimo, poche centinaia di individui, sparse su un immenso territorio, in zone di difficile accesso. Queste minoranze-relitto sono alla mercé di quanti, per sfruttare le ricchezze naturali dell'Amazzonia, prima o poi finiranno per invadere le loro terre, causandone la distruzione. «Contrariamente a quanto avveniva in passato - dice Sidney Possuelo, creatore della Coordenadoria de Indios Isolados, l'organismo della Funai (Fundacào Nacional do Indio) che cerca di identificarle, contattarle e proteggerle - noi oggi pensiamo che una popolazione, quando possiede le risorse sufficienti per vivere autonomamente in un dato territorio, non debba essere contattata. Ma il contatto si rende necessario solo quando il nostro programma di vigilanza risulta insufficiente a garantirne la sopravvivenza, oppure quando scoppiano conflitti interetnici tra popolazioni costrette a contendersi spazi e risorse vitali per sopravvivere». Il caso del gruppo etnico recentemente scoperto nel Nord del Para è molto emblematico. Qualche mese fa i giornali brasiliani hanno dato la notizia che

Persone citate: Marcos Guimaraes, Sidney Possuelo