NELL'OMBRA DI CRISTINA di Giovanni Tesio

NELL'OMBRA DI CRISTINA NELL'OMBRA DI CRISTINA ifNij 1 sono libri che diffiSa w cilmente capita di ve■I 1 der recensiti e che dp | meriterebbero invece jt|| di essere annunciati a suon di diana. Nati I nell'ombra, prediligo9gj I no l'ombra e tessono a J l'elogio dell'invisibile ^L/ camminando con passo sommesso. Ma ogni tanto il caso incrocia i passi e l'incontro avviene come un destino. Il libro prezioso questa volta appartiene allo pseudonimo Alessandro Spina, uno scrittore di origine araba dallo stile di vita appartatissimo e dunque ignoto ai più, il quale parla di Cristina Campo, una poetessa altrettanto appartata, solitaria ma non sola, grande traduttrice di Eliot, Donne, Benn, Hofmannsthal, San Juan de la Cruz, che solo dopo la morte ha avuto per merito di Adeìphi la dovuta attenzione. Il titolo è Conversazione in piazza Sant'Anselmo ed è edito nella collana «Prosa» da Vanni Scheiwiller con una copertina non tutta seducente, nonostante l'avviso dell'editore. Poi, a libro chiuso, anche la piccola riserva esteriore cade e anche la grafica finisce per apparire opportuna e misurata. Spina parla di una voce che pur vivendo nell'ombra (o proprio per questo) ha emanato una luce vivissima e che restringendo il campo del presente ha aperto finestre su paesaggi lontani. Ne parla con le parole più adatte: le stesse parole di seta della voce che evoca, intrecciate in una armonia che non ha nulla di melodico. Vi si sente l'educatissimo strazio di un passo d'addio che solo con questa scrittura - di riserbo estremo - si è potuto consolare. Piazza Sant'Anselmo, dove Cristina Campo abitava sull'Aventino, è per molti versi un luogo emblematico: non separato ma riparato, non margi¬ nale ma remoto, non nascosto ma segreto. Spina vi passava andando o tornando dall'Africa nativa e intesseva conversazioni che a volte continuavano per lettera, come testimonia un altro libro, Lettere a un amico lontano, sempre edito da Scheiwiller e naturale complemento di questo. Anche la scrittura di Spina, come la scrittura della Campo, «tende verso - e sfugge - l'aforisma». Si può magari dissentire sui giudizi radicalmente negativi pronunciati a proposito per esempio di Bacchelli o di Vittorini: sul primo perché non si guarda che al narratore, sul secondo perché non si giudica che il promotore (o se si vuole il dittatore) di cultura. E tuttavia nessun autore potrebbe augurarsi miglior compagno, un orecchio - come quello della Campo - altrettanto assoluto. Al recensore non resta dunque che accogliere l'ammonimento di Nietzsche: «Non andate per le lunghe, voi offendete il mio intelletto». Sabianamente parafrasato da Spina, l'aforisma suona più discretamente così: «Chi non conosce scorciatoie raramente cattura l'ascoltatore». Non è forse risaputo che la «più pura verità prende vesti modeste»? Alessandro Spina Conversazione in piazza Sant'Anselmo Scheiwiller. pp. 123. L. 16.000 Siete pronti per il 5° CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA «IA R Richiedete il bando a: «La Rosa Editrice" via Tournon, 25 Cresccntina (Ve) ■ Tel. 0161842718 Giovanni Tesio OCCA»?

Luoghi citati: San Juan