«Ogni notte rischiamo di morire come Daniela »

Gli inquirenti setacciano la zona di Porta Nuova per scoprire chi ha ucciso la giovane tossicodipendente Gli inquirenti setacciano la zona di Porta Nuova per scoprire chi ha ucciso la giovane tossicodipendente «Ogni notte rischiamo di morire cerne Daniela » Sentite le «colleghe» della ragazza violentata e strangolata Nessuna l'ha vista salire in auto con l'ultimo cliente Daniela Pellissero, la ragazza di 23 anni trovata strangolata e seminuda in un fosso alla periferia di Piossasco, è stata violentata e uccisa da un maniaco? Dopo quella del festino conclusosi tragicamente in casa di clienti, è questa la nuova pista seguita dagli inquirenti. Una traccia forse più che concreta dopo l'attento riesame di altri episodi di violenza carnale avvenuti negli ultimi 18 mesi, in particolare nella zona di Porta Nuova. In queste ultime ore i carabinieri (ma anche la polizia) hanno vagliato con attenzione ricordi, racconti e testimonianze di quanti conoscevano la vittima. In particolar modo le sue amiche. Quelle che dividevano con lei le ore della notte in attesa di clienti sotto i portici di via Sacchi, corso Vittorio e via Nizza. Lilly, Anna, Giusy, Luisa: il capitano Fabrizio Polvani ne ha sentite una ventina. Ragazze senza cognome, quasi tutte con «la scimmia sulle spalle». Hanno raccontato senza remore o ritrosie i loro spicchi di verità. Ripetendoli anche a noi. Ricorda con voce atona Anna: «A tutte almeno una volta è capitato di rischiare. Quando vai in crisi, pur di avere il centone per farti, metti in preventivo le richieste insolite: dagli atti fisiologici alle sigarette accese e quando va male anche le botte: calci e cazzotti. Denunciare dopo? Serve poco. E' solo schifo su schifo, e basta». «Purtroppo - spiega Polvani nessuna di queste giovani ha visto con chi è salita in macchina Daniela quella notte». 0 forse la sventurata è andata incontro alla morte in una delle innumerevoli soffitte nei pressi della stazione. «Comunque non disperiamo di riuscire a trovare ugualmente la soluzione del caso». Diversi gli episodi quasi analoghi di violenze da riesaminare con attenzione. Molte volte i protagonisti gravitavano nel sottobosco di Porta Nuova. Gli ultimi due arresti sono del novembre scorso quando due tunisini stuprarono per ore una ragazza in collina sotto gli occhi del suo ragazzo dopo averli caricati di notte nei pressi della stazione mentre facevano l'autostop. Nel febbraio scorso invece era stato arrestato un bravo ragazzo dalla faccia pulita, impiegato nell'impresa edile del padre, fidanzato con una bella ragazza, che di notte dopo aver bevuto qualche whisky, si trasformava in un'altra persona e andava a caccia di giovani prostitute che violentava dopo averle brutalizzate. Al processo si era così difeso: «Sono un bravo ragazzo, ma non posso vedere i tossici». Il caso più recente, sempre ricollegabile al mondo di Porta Nuova, è invece legato al ritrovamento, avvenuto a metà luglio, di Simona Conte, 22 anni. Anche lei tossicodipendente era seminuda in un edificio abbandonato, in via Stradella angolo via Madonna di Campagna. Una morte tuttora misteriosa. Accanto al corpo decomposto non c'erano siringhe. La ragazza era riversa su un materasso, addosso soltanto reggiseno, mutandine e una maglietta arrotolata. Vittima anche lei di un rapporto pericoloso? L'autopsia non l'ha mai accertato con precisione, senza peraltro escluderlo, rivelando soltanto l'assenza di lesioni ossee. Di notte però in quella casa-stamberga trovavano rifugio e riparo altri disperati che di giorno bivaccavano nei giardini e sotto i portici della stazione. Oggi, alle 13 ci sono i funerali di Daniela Pellissero con partenza dall'obitorio dell'istituto di medicina legale. La funzione religiosa si svolge alle 14,30 nella parrocchia Santa Maria Assunta di Bussoleno. Ivano Barbiere Daniela Pellissero con la madre in una foto scattata al mare

Persone citate: Daniela Pellissero, Fabrizio Polvani, Ivano Barbiere, Polvani, Simona Conte

Luoghi citati: Bussoleno, Piossasco