Ortopedia in bustarelle

Si allarga l'inchiesta che ha già colpito 2 officine e 52 medici Si allarga l'inchiesta che ha già colpito 2 officine e 52 medici Ortopedia in bustarelle Indagati altri dodici laboratori Cinquantadue specialisti di otto ospedali sotto accusa, due officine ortopediche coinvolte, i responsabili già condannati per avere ammesso il giro di bustarelle. Una brutta storia di assegni, regali, favori. E non è finita. Ci sono altre sorprese nell'indagine che ha travolto il Gotha dell'ortopedia torinese. Altri laboratori invischiati nello scandalo, altri medici che rischiano di finire alla sbarra. I rinvìi a giudizio disposti a fine giugno nei confronti dei professionisti che hanno avuto rapporti «privilegiati» con le ditte Zumaglini e Vaudagnotto, non rappresentano che una parte del procedimento condotto dal sostituto procuratore Francesco Fassio. L'inchiesta non è chiusa. Il giudice per le indagini preliminari ha concesso a Fassio una proroga. E Fassio ha incaricato i militari della Guardia di Finanza di proseguire negli accertamenti. Ci sono 12 officine ortopediche nel mirino, oltre alla Zumaglini e alla Vaudagnotto. Diciotto avvisi di garanzia hanno raggiunto soci e titolari di una dozzina di imprese: la Centro ortopedico sanitario, la Orthotecnica, l'Isabella Ortopedia, la Ghio, il Studio tecnico ortopedico, il Podo Studio, l'Orthosanit, la Battistoni, la Maria Adelaide, l'Istituto Ortopedico Molinette, lo Studio tecnico ortopedico e lo Studio ortopedico del piede. A questi marchi è collegato un lungo elenco di specialisti, in un intreccio di rapporti che gli investigatori stanno cercando di decifrare. Come nel caso dei 52 medici rinviati a giudizio (il processo si celebrerà il 27 ottobre), si lavora su una precisa ipotesi di reato: corruzione. Si tratta, in concreto, di capire se a Torino erano solo la Zumaglini e la Vaudagnotto a pagare tangenti sul materiale che i medici ordinavano per i loro pazienti (dalle stampelle ai collari, dalle scarpette alle protesi), o se era un sistema generalizzato. Negli uffici contabili delle ditte di corso Turati e corso Regina Margherita, i finanzieri hanno trovato i tabulati con le registrazioni dei pagamenti: da un minimo di poche centinaia di mila lire l'anno sul conto del giovane medico ospedaliero, fino ai 120 milioni che il famoso primario avrebbe incassato nel 1988. Non hanno dato esito, invece, le perquisizioni nelle sedi delle altre 12 officine, pure loro «segnalate» nell'esposto-denuncia con cui, lo scorso anno, un imprenditore che si sentiva danneggiato da questa forma di concorrenza sleale ha dato il via all'inchiesta. Quando gli uomini della Finanza hanno portato i risultati dei loro controlli in Procura, il magistrato s'è trovato di fronte a due alternative: concentrare l'attenzione sui 52 professionisti che figuravano nei computer delle prime due officine ortopediche, o chiedere al giudice per le indagini preliminari un supplemento d'inchiesta e con¬ tinuare a lavorare anche sulle altre. Francesco Fassio ha scelto la seconda strada. E adesso che mancano 45 giorni alla scadenza dei termini, il suo riserbo è comprensibile: «Bisogna aspettare l'autunno. Solo allora sapremo se la vicenda darà degli sviluppi». Che cosa significa? Dottor Fassio, vuole forse dire che non avete trovato le prove? Questo supplemento d'indagine potrebbe finire in una richiesta di archiviazione? «No, questo no. Su due o tre episodi abbiamo forti riscontri, elementi che porteremo all'attenzione del gip per valutare insieme con lui se esistono gli estremi per disporre nuovi rinvìi a giudizio». Ma... «Ma ripeto: è presto per parlarne. Gli elementi da controllare sono un'infinità, è una materia delicata. Un errore in questa fase rischia di compromettere il processo che si aprirà a fine ottobre. Il 21 settembre concluderò le indagini. Ci sentiamo dopo le ferie». Gianni Armand-Pilon Saranno processati il 27 ottobre gli specialisti accusati di favorire alcune officine A fianco, la sede dell'officina ortopedica Zumaglini in corso Turati dove i finanzieri hanno trovato i tabulati con le registrazioni dei «pagamenti»; sotto, il titolare Francesco Mazzocchi condannato per corruzione

Luoghi citati: Torino