Una pensione solo annunciata di Alberto Gaino

Il diritto di un malato di sclerosi a placche riconosciuto dal pretore nel maggio del '92 Il diritto di un malato di sclerosi a placche riconosciuto dal pretore nel maggio del '92 Una pensione solo annunciata Ha 38 anni, è inchiodato su una carrozzella Un pretore gli ha riconosciuto il diritto alla pensione di invalidità, ma la prefettura tarda a pagarla a Pasqualino Amarena, malato di sclerosi a placche - a 38 anni inchiodato su una carrozzella - e per giunta sotto sfratto. E' stato il suo avvocato, Augusto Fierro, a segnalare questa storia di «ordinaria ingiustizia» nella speranza che l'inerzia della burocrazia subisca un'accelerazione e che all'indirizzo di Pasqualino Amarena, condominio «Taormina», via Toscana 12, a Santena, giungano presto buone notizie. «Ho in mano solo un foglio racconta Amarena, mostrando una lettera della prefettura datata 9 aprile '93 - che mi comunica il riconoscimento di questo assegno mensile, dopo la sentenza del pretore del maggio '92». L'Usi di Chieri gli aveva accertato nel '90 il 60% di invalidità, non sufficiente per la pensione. Amarena ricorse alla magistratura e un perito incaricato dal pretore accertò un grado di invalidità molto elevato, l'85% (in seguito ancora ritoccato). Quanto bastava per avere diritto alle poche centinaia di migliaia di lire di una pensione di invalidità. Pasqualino Amarena aveva un piccolo laboratorio di «arte povera» in via Rossini quando, nel 1989, avvertì i primi sintomi del male: «La gamba mi si irrigidiva improvvisamente sull'acceleratore, in un paio di occasioni rischiai l'incidente. Mia madre morì poco dopo e rimasi solo in questa casa che è diventata la mia prigione. Con il progredire del male ho dovuto chiudere bottega». In un angolo della cucina ha allestito un piccolo banco di lavoro, sul quale crea la sua bigiotteria alternativa. «Vivo di questi piccoli lavori, ma soprattutto con il "nummo vitale", 327 mila lire il mese, che mi ha assegnato il Comune di Santena». Poco meno della metà se ne va per l'affitto. Non si fa fatica, guardandosi intorno nella cucina, che il signor Amarena vive in dignitosa e orgogliosa povertà. Con qualche amico che gli dà una mano, come la nipote americana di una sua antica fidanzata. «Una ragazza handicappata. Seppe della mia storia e mi fece avere questa carrozzella elettrica e un telefono portatile. A lei non servivano più». Il proprietario della palazzina ha ceduto la camera e cucina (che Amarena affitta dal 1977) ad un dirimpettaio. I servizi sociali hanno ottenuto una proroga dello sfratto. Pochi mesi. Nel frattempo «l'mquilino in carrozzella» non ha rinunciato alla sua battaglia per avere uno scivolo su di un lato dei due gradini che lo separano dal portone. Una barriera architettonica minima, ma di per sé sufficiente a bloccarlo in casa. «E' venuto uno dell'ufficio tecnico del Comune, ha preso le misure e poi non ho saputo più niente. Ho telefonato e mi hanno risposto che avrei dovuto anticipare io la spesa e chiedere il rimborso». Amarena aspetta giorno dopo giorno che qualcosa succeda. «Ho avuto una vita avventurosa, bisogna che lo dica, se scriverete di me. Sono anche stato in carcere». A Torino era arrivato a 14 anni da Melfi a cercare un futuro da apprendista battilastra. Era il 1969. «Qui c'è l'aria che non mi piace, dicevo ai miei fratelli più grandi e loro mi ripetevano che mi sarei abituato. Non sono riuscito a mettere radici, ma da quando mi hanno diagnosticato "sua maestà" la sclerosi non ce n'è più bisogno». Alberto Gaino Pasqualino Amarena «Spero di avere presto buone notizie»

Persone citate: Amarena, Augusto Fierro, Pasqualino Amarena

Luoghi citati: Chieri, Comune Di Santena, Melfi, Santena, Taormina, Torino